LAMEZIA TERME Il claim scelto la dice lunga sui temi e le intenzioni: i fondi del Pnrr rappresentano una grande opportunità, ma devono essere colti e ben indirizzati per non sprecare – come spesso è accaduto in passato – un’altra occasione, stavolta cruciale per il destino della Calabria. E a maggior ragione per il settore dell’artigianato, vera ossatura al pari del turismo, dell’economia regionale, rappresentata da migliaia di piccoli imprenditori.
Una grossa opportunità, dunque, ma soprattutto una sfida da vincere per un settore già piegato da due anni e mezzo durissimi: dalla pandemia da Covid-19, all’aumento dei costi dell’energia, passando ora dalla sanguinosa guerra in Ucraina. Le difficoltà non mancano come non manca affatto l’organizzazione rappresentata da “Confartigianato”, e la proficua collaborazione e unione di intenti con la Regione Calabria e l’assessorato del settore, guidato da Rosario Varì, presente all’incontro organizzato a Lamezia Terme nella sede di Unioncamere. «L’artigianato – ha detto Varì ai microfoni del Corriere della Calabria – è uno dei nostri settori trainanti e questo governo regionale è da sempre vicino. Basti pensare al fondo artigiani che è stato adeguato e rimpinguato a gennaio con ulteriori 5 milioni di euro e che consente a tanti artigiani di avere incentivi per ampliare in maniera sostenibile e innovativa la propria attività».
Ma il Pnrr secondo l’assessore Varì e un’occasione che «la Calabria non può perdere, siamo al lavoro per questo e per sostenere i Comuni anche nell’attività di progettazione avendo affidato a Fincalabra questa mission. Oggi parliamo delle opportunità del Pnrr ma anche delle comunità energetiche rinnovabili, argomento sul quale la Giunta regionale e il mio assessorato è molto impegnato perché lo riteniamo fondamentale innanzitutto per uno sviluppo sostenibile del territorio, a maggior ragione in questa fase storica perché raggiungere l’autonomia energetica e avere vantaggi ambientali, economici e sociali in materia energetica è di fondamentale importanza». «Ci stiamo impegnando tanto, lo stiamo facendo con la programmazione comunitaria PR 21-27 che andrà ad agire in complementarietà con i fondi del Pnrr sulle comunità energetiche e sono convinto che da qui a qualche mese incominceremo a vedere i risultati».
Per Confartigianato, dunque, il Pnrr è un’occasione unica, irripetibile per cogliere le sfide green e della digitalizzazione. Ne è convinto il presidente nazionale, Marco Granelli, che ai microfoni del Corriere della Calabria ha spiegato che «occorre facci trovare preparati perché abbiamo davanti sfide importanti e dobbiamo essere in grado di attrezzare al meglio le nostre imprese, attraverso confronti, percorsi formativi, momenti divulgativi e monitoraggi e vogliamo che le associazioni, oggi, diano una mano concreta e aiutino a contaminarsi fra aziende. Siamo fiduciosi nonostante tutte le difficoltà che il contesto oggi ci pone, facendo un grande gioco di squadra, facendo sistema fra istituzioni e associazioni avremo l’opportunità di segnare una pagina storica per tutto il territorio e per il bellissimo territorio che è quello della Calabria». «Il dialogo con la Regione è proficuo e costruttivo, vorremmo soprattutto dalla politica che considerasse il mondo dell’artigianato la vera ossatura dei nostri territori, vorremmo che si pensasse in Italia a fare norme solo per le grandi aziende, ma che rispecchino il vero tessuto economico del paese costituito da piccoli grandi eroi, micro e piccole imprese e artigiani che tutti i giorni si mettono al servizio del paese con il “Made in Italy” e una qualità che in un mercato così difficile e globalizzato saranno comunque le nostre armi vincenti».
È fondamentale, infine, superare ostacoli e difficoltà, quelli che in buona sostanza possono impedire ai fondi del Pnrr di non essere ben indirizzati e spesi. Ad alzare il livello di attenzione è stato il segretario regionale di Confartigianato Calabria, Silvano Barbalace: «Ci sono diverse difficoltà verso le quali potremmo andare incontro. La prima, consideriamo che il Pnrr ha una grandissima ricaduta sugli enti territoriali e sono loro ad essere chiamati a “scaricare a terra” quelli che sono le potenzialità. Purtroppo lo dice anche l’ultimo report di Banca d’Italia: nel passato gli enti territoriali non hanno dimostrato grosse capacità di muoversi in questo campo, quindi auspichiamo che questo trend difficoltoso possa essere migliorato. Il secondo elemento di criticità è nel momento in cui riusciamo a progettare ma non lo contestualizziamo. Se noi perdiamo di vista il nostro mondo produttivo, la valorizzazione delle piccole imprese, rischiamo di non progettare uno sviluppo serio e duraturo della nostra regione». (redazione@corrierecal.it)
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