LAMEZIA TERME A Catanzaro ci sono due maggioranze. Una emersa dal ballottaggio e rappresentata dal sindaco Nicola Fiorita, la seconda in consiglio comunale, dove il centrodestra ha numeri ben più consistenti. Il nodo politico che si para davanti al nuovo cittadino passa per la conciliazione di queste due tendenze. Francesco De Nisi, consigliere regionale di Italia al Centro, che ha partecipato alle comunali di Catanzaro con due liste ottenendo tre consiglieri comunali, analizza serenamente la situazione. Ne offre una lettura e sembra tracciare una via d’uscita politica.
«Io guardo – dice nella scorsa puntata di “20.20”, intervistato da Danilo Monteleone – alle esperienze pregresse come quella di Lamezia (dove il sindaco Gianni Speranza ha governato nonostante non avesse la maggioranza in consiglio, ndr). Il risultato è stato chiaro: i catanzaresi hanno scelto e si aspettano che Nicola Fiorita governi la città. Anche le forze politiche di minoranza devono tenerne conto. Sta nelle capacità di Fiorita coniugare le due volontà dei cittadini, cioè avere un sindaco di centrosinistra e una maggioranza consiliare di centrodestra. Fiorita dovrà saper coinvolgere nei modi giusti il consiglio comunale di Catanzaro: penso che i consigliere eletti sono appagati dell’incarico importante e del ruolo che ricoprono in questo momento. Loro si aspettano, al di là dei pettegolezzi su presunte compravendite, un coinvolgimento nell’amministrazione comunale, cioè essere partecipi di scelte e indirizzi amministrativi. Se Fiorita saprà coinvolgere il consiglio nelle scelte strategiche e non farà l’uomo solo al comando sicuramente può sperare di avere il sostegno di tutti fino alla conclusione del mandato». La traccia è chiara. Così come la posizione davanti all’ipotesi che qualcuno eletto nella coalizione di Donato sostenga il sindaco del centrosinistra: «Se qualcuno vuole sostenere il percorso di Fiorita lo deve fare alla luce del sole. Questa chiarezza va fatta, ma è nelle cose: se il neo sindaco amministra vuol dire che c’è qualcuno che lo consente (o con assenze tecniche o astensioni). È ovvio che bisogna avere questa chiarezza nei confronti dei cittadini di Catanzaro». Basterà essere trasparenti: «Ci vuole chiarezza: i consiglieri spiegheranno che votano non per un inciucio ma perché rispettano la scelta dei cittadini».
Il primo snodo chiave in questo senso sarà la scelta del presidente del consiglio comunale. «La presidenza del consiglio comunale – continua De Nisi – ha per me un percorso già segnato: la maggioranza nell’assemblea si sceglie il presidente. In alcune istituzioni si dà all’opposizione – che siamo noi – per fair play. Se Fiorita capisce questo può trovare una camera di compensazione per far convivere le due maggioranze nel Comune». La scelta, per De Nisi, va fatta nella coalizione di Donato. Il consigliere regionale è ancora più esplicito: «Io sono per essere lineare: la prima scelta è quella del candidato a sindaco Donato per la figura e il contributo che potrebbe dare a Catanzaro. Poi serve scegliere un metodo lineare. Se Donato non fosse disponibile, la presidenza dovrebbe andare alla lista che ha avuto più consensi, cioè il gruppo della Lega».
Inevitabile un passaggio sull’esito del voto. «Non mi aspettavo questo risultato – spiega De Nisi – perché sono convinto che Donato fosse il miglior candidato in campo. Non ha funzionato la comunicazione e la proposta perché invece di badare al progetto amministrativo, la campagna si è incentrata sull’appartenenza politica, sulla sua provenienza dal Pd, sulla convivenza tra lui e una compagine di quasi tutta di centrodestra. E si è un po’ annacquata l’immagine del candidato». De Nisi parla chiaramente di errori nel centrodestra «nella gestione della pratica Catanzaro», con un nome del candidato che andava fatto alla fine di un percorso e non all’inizio. Uno sbaglio «che ha portato a bruciare molti nomi di alto profilo». Rispetto al ballottaggio, invece, De Nisi (come Mancuso) non vede tradimenti né performance negative da Fratelli d’Italia che ha garantito il sostegno al ballottaggio. «Fratelli d’Italia – sostiene – ha dato un contributo però dimentichiamo che al secondo turno si dà una valutazione sulla persona, è un faccia a faccia tra i candidati. Noi qui ci trovavamo due persone con provenienza politica simile ed entrambi di altissimo livello».
Un’apertura anche su questioni nazionale e più propriamente legate a “Italia al Centro”. «Il mio leader Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria, ha organizzato in Liguria le elezioni amministrative. Ha lavorato nel territorio in questi mesi per scegliere i candidati a sindaco e presentarli perché avessero il gradimento dei cittadini. Un metodo vincente». Non è però una critica a Roberto Occhiuto, il quale ha ricordato di non essersi occupato di candidature a sindaco ma solo dei problemi della Regione. «Siamo in una condizione diversa rispetto al resto d’Italia – spiega De Nisi –. Occhiuto affronta una miriade di dossier da sei-sette mesi. In condizioni normali si poteva pensare di avere un presidente che si occupasse delle battaglie politiche nei comuni. Lui non può fermarsi per mesi, pena perdere di vista le tante emergenze. Speriamo che le condizioni migliorino e Occhiuto trovi del tempo per la politica locale».
Intanto “Italia al Centro” non rivendica postazioni nella giunta regionale («pensiamo a lavorare e dare un contributo, poi sarà cura di chi dirige i tavoli valutare, abbiamo le competenze ma è una cosa che si vedrà») e non ha ancora iniziato a pianificare l’impegno verso le Politiche del 2023. «Per adesso – dice De Nisi – mi sono occupato di organizzare il partito nella regione. Il discorso delle Politiche verrà, penso sia prematuro parlarne. Con la riduzione dei parlamentari e lo sconvolgimento dei poli nessuno può dirsi al sicuro, neanche chi pensa di avere il seggio in tasca. I nuovi collegi e il nuovo metodo non consentono di pronosticare vittorie. È un divenire da seguire con attenzione. Nessuno va lasciato indietro né trascurato da chi vuole fare salti in Parlamento o essere confermato». (redazione@corrierecal.it)
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