LAMEZIA TERME Analisi del voto a Catanzaro e tenuta della Lega. Su queste basi si è sviluppata la prima parte del talk “20.20”, andato in onda ieri sera su L’altro Corriere Tv (canale 75), condotto da Danilo Monteleone.
Ospite della serata, Filippo Mancuso, nella doppia veste di presidente del consiglio regionale e plenipotenziario della Lega nel Catanzarese.
«Le elezioni – ha esordito Mancuso – sono sempre un’incognita, si lavora per vincerle ma si possono anche perderle. Il primo turno ha riservato un esito scontato per quel che riguarda le liste. Avevamo detto che i consensi sui candidati al consiglio comunale avrebbero superato i 50% e così è stato. Meno scontato l’esito su Donato, pensavamo potesse tenere. Quando non si vince al primo turno spesso il cammino si complica e comunque l’elettorato è sovrano, quindi ne prendiamo atto».
«Cosa non ha funzionato? Siamo ancora in una fase troppo a caldo. Certamente qualcosa è andata storta. Non ha funzionato il centrodestra – ha sottolineato Mancuso – che ha scelto un candidato espressione non di area. L’elettorato ha preferito una proposta più chiara, di centrosinistra, con Pd e Cinque stelle».
Il rappresentante della Lega ha poi ricordato come fosse dell’idea di concentrare le forze su un candidato d’area che «la coalizione inizialmente sembrava condividere, tranne poi venire meno l’assenso della totalità del centrodestra. Si è scelto, quindi, qualcuno che fosse in contrapposizione a Pd e Cinque stelle».
«Se analizziamo il dato del voto disgiunto, non credo che sia stato organizzato. È stato effettuato è stato organico in tutte le sezioni, eccetto in alcune in cui si sono affermati i candidati storici. L’elettore premia il candidato ma se si effettua un’analisi politica su programmi e aggregazioni, la nostra era più eterogenea rispetto a quella di Fiorita e ne è uscita penalizzata. Non credo che ci sia stato chi volutamente ha fatto votare il candidato al consiglio comunale e non il sindaco».
Mancuso si è detto convinto che anche l’apparentamento con Fratelli d’Italia non avrebbe spostato gli equilibri. «Nonostante l’accordo con FdI, ho avvertito da subito la sensazione che l’elettorato potesse scegliere Fiorita. La fase del ballottaggio non è algebrica, l’elettorato è libero di scegliere e dietro non vedo macchinazioni perché chi ha è forte della maggioranza in consiglio non ha alcun interesse nel far vincere l’avversario».
«Chi con me ha condotto la campagna elettorale – ha sottolineato ancora Filippo Mancuso – ha fatto il suo dovere, ci siamo impegnati fino all’ultimo secondo utile, ma non possiamo dimenticare che questo centrodestra è mancato di esperienza elettorale che non si può improvvisare. La proposta Donato, a tutt’ora la ritengo la migliore, ma Fiorita evidentemente ha meritato perché ha ottenuto sei mila voti in più, nonostante ne avesse seimila in meno al primo turno».
Filippo Mancuso ha poi svestito i panni del leghista, mantenendo quelli da presidente del consiglio regionale.
«Dobbiamo essere seri e agire nell’interesse della città. Se parlo da presidente, rimango e rimarrò a disposizione di Fiorita per tutte le necessità e i dialoghi che bisogna instaurare con la Regione e il presidente Occhiuto, per la programmazione e i progetti che l’ente regionale deve sostenere. Se parlo da rappresentante politico, in seno al consiglio comunale, tecnicamente, siamo in maggioranza ma in opposizione a questo sindaco. Tra i consiglieri comunali – ha ammesso – c’è fermento in queste ore e amerei che tutto si svolgesse alla luce del sole. Se c’è qualcuno della maggioranza che ha intenzione di sostenere apertamente Fiorita lo dica, avrà la mia comprensione. Ma sono per i patti chiari, solo così potremo fare il bene della città e porre fine alle polemiche. Ciò che ci deve guidare è il bene e la reputazione di Catanzaro».
«Sono convinto – ha proseguito – che i partiti alle amministrative siano espressione di quegli uomini che vivono il territorio. Non credo che il governatore abbia avuto un peso sull’esito del voto (la lista di Fi ha ottenuto poco più del 5%, quelle della Lega il 15%, ndr). Semplicemente, in questo momento la lista azzurra non è così forte come nel passato così come le nostre sono più attrattive rispetto ad altre. Bisogna essere sinceri e non attuare politiche improduttive; a poco avrebbe giovato la presenza di Occhiuto perché le elezioni amministrative sono fatte casa per casa. Alle Politiche, invece, la sua presenza sarà ben più rilevante, il voto è d’opinione».
«Se la Lega a Catanzaro ha totalizzato 6.500 voti, non è solo perché è più attrattiva di Fi e FdI. Il partito oggi è rappresentato da Mancuso ed i suoi sostenitori che sono presenti sul territorio, ascoltano le persone e si occupano dei problemi della gente. In questo momento la nostra presenza giova al partito e vogliamo che questo risultato ci sia riconosciuto dai vertici della Lega. Se parliamo di meritocrazia, ci sembra giusto che i big del partito guardino al risultato ottenuto a Catanzaro, comune in cui sono stati eletti cinque consiglieri comunali. Non credo che nessun comune del Sud Italia – ha concluso Filippo Mancuso – possa vantarne così tanti. Bisogna, dunque, premiare chi si impegna sul territorio ed è vicino alla gente».
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