CORIGLIANO ROSSANO La preoccupazione che sarà un’altra estate da incubo, non solo dal punto di vista climatico, è altissima. Da tre giorni la Ekrò, la società che gestisce l’impianto pubblico di Bucita, a Corigliano Rossano, ha bloccato i conferimenti a causa dell’indisponibilità a stoccare gli scarti della differenziata in altri siti.
Il problema – da decenni – è, quindi, sempre lo stesso: quegli scarti che dovrebbero finire direttamente in discariche pressoché sature ovunque.
I cancelli chiusi a Bucita sostanzialmente avranno una unica, gravissima, conseguenza nei prossimi giorni, e nelle prossime settimane, se non si individua l’ennesima soluzione tampone, una pezza calda: la spazzatura per strada con tutti gli effetti collaterali immaginabili generati dal grande caldo. Quindi percolato per le strade, odori nauseabondi che raggiungono anche i piani alti dei palazzi, e cumuli che si trasformano in ricettacolo per insetti e roditori.
Ad accusare i problemi maggiori sarà, come sempre, la città di Corigliano Rossano, perché produce oltre cento tonnellate di rifiuti quotidiani ed ha la priorità nei conferimenti a Bucita. Nei mesi scorsi, quando sempre a Bucita erano state ridotte le quantità da stoccare, l’amministrazione Stasi aveva provato a calmierare la crisi “esportando” i rifiuti nelle discariche di Alli e Lamezia Terme. Venuto meno il palliativo catanzarese, Corigliano Rossano tornerà a subire maggiormente gli effetti della chiusura di Bucita.
Di incognite del genere se ne starebbero registrando in tutta la regione anche perché, da quanto appreso, alcuni comuni del Reggino – compreso il capoluogo – avrebbero chiesto disponibilità a conferire a Bucita. La situazione è in stand-by.
Nell’occhio del ciclone, insomma, finiranno come sempre le Ato, enti ibridi a breve fagocitate dalla multiutility varata dal governo regionale. L’Ato cosentina di recente ha trasferito la gestione del “centro di costo” (la cassa che raccoglie le quote dai comuni e paga i gestori degli impianti, come Ekrò, ad esempio) dal comune di Cosenza a quello di Corigliano Rossano.
Anche questa azione sarà solo una panacea ai mali, perché oltre alla indisponibilità di – e nelle – discariche, la questione è prettamente economica. Tra comuni che non versano le loro quote, l’Ato di Cosenza che per tutta una serie di questioni burocratiche ha pagato a singhiozzo, a Bucita – ad esempio – vantano crediti per 2,8 milioni di euro maturati dal 2021 ad oggi.
Insomma, il ciclo dei rifiuti calabresi sembra un cane che si morde la coda mentre – e siamo al problema numero tre – la percentuale di raccolta differenziata decresce un po’ ovunque.
In questo caso entriamo nel campo delle capacità comunali di gestire il servizio. Logico che i piccoli comuni siano avvantaggiati, perché “educare” poche migliaia o centinaia di abitanti è un conto, sensibilizzarne 80mila o 180mila è un altro.
A Corigliano Rossano – per esempio – il livello di raccolta differenziata decresce da tempo, nonostante gli sforzi della società che si occupa dell’igiene urbana, la Ecoross. La percentuale, secondo gli ultimi dati rilevati dall’Arpacal, si è assestata intorno al 35%. Poco, troppo poco per ottenere sconti, pagare meno i conferimenti o puntare – come da indirizzi dell’amministrazione comunale – all’ottenimento della bandiera blu che in queste condizioni rimarrà una chimera. Serve a poco anche eliminare i cassonetti in alcuni quartieri perché ancora in molti infilano i sacchetti dei rifiuti nelle loro auto e li esportano in altri quartieri della città.
Di certo la gestione della raccolta differenziata è, e sarà, il centro nevralgico del nuovo bando per l’affidamento della gestione dell’igiene urbana di Corigliano Rossano, pubblicato nei giorni scorsi sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea. Un bando da circa 12 milioni di euro.
In che modo anestetizzare, dunque, il problema ormai in piena estate, col serio rischio di presentare a turisti e villeggianti i cumuli di rifiuti come biglietti da visita?
Una delle soluzioni a cui il sindaco Flavio Stasi starebbe pensando è l'”espatrio”: ovvero la raccolta, il trattamento, una prima “spedizione” su gomma in direzione Marcianise e dalla Campania in treno verso l’estero. Ma a che prezzo? (l.latella@corrierecal.it)
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