Luigi Cancrini è una di quelle eccellenze italiani difficilmente replicabili. Nato nel 1938, romano, e anche laziale, è stato il principe di una lunga stagione di battaglie essenziali contro la droga, oggi purtroppo svanite. Psichiatra, psicanalista, in analisi per ben 14 anni, Cancrini ha rivoluzionato sin dagli anni 70, quelli che coincisero con il boom dell’eroina, l’approccio multidisciplinare alla lotta contro la tossicodipendenza, affermando il principio della comprensione e del vuoto intorno all’esistenza dialogica con il malessere. Proprio i 14 anni di psicanalisi cui si è presentato come discente e portatore della sua interiorità, ne hanno fatto un autore immenso e ancora attuale. Fondatore di una grande scuola di psicoterapia familiare, in Cancrini vi è la traccia continua della militanza come esempio di testimonianza attiva. Ministro ombra del Pci dal 1988 al 1992 per la lotta agli stupefacenti, l’accademico romano ha spostato i confini tra la dimensione colpevolista che accompagnò la lettura del fenomeno droga negli anni settanta a una visione d’insieme tesa al riconoscimento dei bisogni. Diversi i suoi contributi scientifici sin dagli anni 70, orientati a portare l’attenzione sul rapporto fra terapia e tossicomania, con testi memorabili che hanno impresso una svolta autentica nell’atteggiamento sociale sul tema. Cancrini è stato protagonista di esperienze sociologiche esaltanti, come quella compiuta con Leoluca Orlando nei quartieri emarginati di Palermo, delle quali restano esperienze concrete. Oggi che il consumo di droghe è cambiato, ma tutt’altro che finito , si sente il peso di un’assenza così corposa, di un punto di riferimento precipuo da cui trarre insegnamento. Deputato della sinistra per soli due anni, orgogliosamente comunista e freudiano, Cancrini è l’emblema di una grande tradizione romana che ha eguali in altre scuole (Mancini, Semerari) ma che non vede corrispondenza sociale e politica in un impegno costante nella lotta alla droga. Trascorsi i tempi delle ondate mediatiche con i morti in strada per overdose, oggi primeggia l’assenza di strategie efficaci per abbracciare chi è nella morsa delle dipendenze. Dalla sua esperienza di terapia familiare la Rai (quando produceva innovazioni) realizzò nel 1986 il programma specchio segreto, rimasto memorabile. L’esempio di Cancrini è oggi pietra miliare per riapprocciarsi al problema della droga con una nuova consapevolezza, che purtroppo tarda ad arrivare.
* Giornalista
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