TRENTO È purtroppo ancora provvisorio il bilancio delle vittime e dei feriti, a seguito del distacco del seracco dalla calotta sommitale del ghiacciaio della Marmolada, sotto Punta Rocca. Una valanga di neve, ghiaccio e roccia che nel suo passaggio ha coinvolto anche il percorso della via normale, mentre vi si trovavano diverse cordate, alcune travolte. Al momento sono stati recuperati 8 feriti – 2 trasportati all’ospedale di Belluno, uno più grave a Treviso, 5 a Trento – e purtroppo 5 persone sono state rinvenute senza vita. Non si sa ancora il numero definitivo di alpinisti coinvolti.
Così in una nota il Soccorso alpino veneto. Per il rischio di nuovi distacchi, l’elicottero di Trento sta provvedendo alla bonifica dell’area con la Daisy Bell e scongiurare così il più possibile il pericolo per gli operatori. Sul posto gli elicotteri del Suem di Pieve di Cadore, di Dolomiti Emergency di Cortina, di Trento, della Protezione civile della Regione Veneto, dell’Air service center e le stazioni del Soccorso alpino bellunese e trentino.
In un primo momento si è parlato di almeno 15 persone sono rimaste coinvolte.
Proprio ieri sulla Marmolada era stato raggiunto il record delle temperature, con circa 10 gradi in vetta.
«È saltata giù una parte di ghiacciaio che era lì da centinaia di anni, è un evento straordinario». Cosi’ il presidente del Soccorso alpino, Maurizio Dellantonio, ricostruisce quanto avvenuto oggi sulla Marmolada, sottolineando che la situazione e’ ancora in evoluzione. «Da un immediato sopralluogo – spiega – abbiamo capito che c’è un pericolo a monte del ghiacciaio in quanto la calotta di ghiaccio si è staccata, ma è rimasto un pezzetto in bilico, che non è un pezzetto piccolo ma parliamo di centinaia e centinaia di metri cubi di ghiaccio». Per questo al momento sono state sospese le ricerche di eventuali dispersi. «Tutta la parte “slavinata” di ghiaccio e roccia è stata monitorata a vista sia dall’alto, con i mezzi aerei, che dai lati – dice – Dunque riteniamo che, se non subentrano indicazioni certe di eventuali dispersi, perché al momento certezza non ce n’é, noi dobbiamo fermarci finché non mettiamo in sicurezza la zona, cioè’ fin quando quel pezzetto non cade o non lo facciamo cadere».
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