È vero, c’è sempre una prima volta! Se non si capisce il bisogno di un intervento, di una proposta, di una volontà che possa ristabilire serenità e capacità espressive sarà difficile ricucire condizioni che possano evitare fibrillazioni tra le forze politiche che si sono confrontate a Catanzaro nelle “amministrative” dei giorni scorsi. Il risultato è chiaro seppure ibrido: le urne hanno restituito due maggioranze; una di sinistra che esprime il Sindaco e una di centrodestra che ha ottenuto più seggi in Consiglio. Ciò può significare che, in mancanza di soluzioni, sarà difficile governare la Città. Lo stato dell’arte è che la sinistra ha dalla sua il “governo”, mentre la destra è maggioranza in “assemblea”.
Difficile prevedere le conseguenze. Se non si trova un punto d’incontro tra gli schieramenti, sarà problematico governare la Città capoluogo di regione.
Il sindaco Fiorita e il suo “governo” potranno proporre progetti tra i più ghiotti possibili, ma se l’opposizione decide di non supportarli in assemblea la delibera rischia di essere bocciata.
C’è anche la strada delle Commissioni consiliari che sono disciplinate dal regolamento comunale, ma anche questo prevede il limite del criterio proporzionale nella composizione della commissione. Nemmeno questa strada – secondo gli esperti – porta alla soluzione considerato che la norma prevede che le forze politiche che fanno parte della Commissione devono rispecchiare le forze presenti in Consiglio; un modo per garantire il “peso necessario e di voto” presente nell’Assemblea. Il legislatore, in pratica, si è posto il problema che i rapporti tra le forze politiche presenti in Consiglio, possono influire sulla composizione delle commissioni consiliari.
È questo un principio che impedisce il cosiddetto “mandato imperativo” che assicura a ciascun componente l’esercizio del mandato ricevuto dagli elettori.
Anche le commissioni, a loro volta, hanno l’obbligo di rappresentare la consistenza delle forze politiche presenti in Consiglio, in modo proporzionale
Fatta questa premessa, c’è da aggiungere che le due strade, a meno di colpi di scena, non possono che rimanere divise.
Come uscirne? Difficile ipotizzarlo. Le differenze sono marcate sia per numeri che per cultura politica. Pensare che ogni “starnuto” possa essere motivo di voto non è il modo migliore per avviare un qualsiasi cammino politico. In compenso gli eletti a Palazzo santa Chiara – questa volta senza differenze di schieramento – potranno trovare l’unanimità per rallegrarsi con il Presidente del Consiglio, Draghi, che ha pensato di far alzare gli “stipendi” degli eletti nelle Amministrazioni Comunali. Grazie alla nuova legge un sindaco guadagnerà 5.873 euro al mese per i prossimi sei mesi. Dopo, col nuovo anno, percepirà 9.173 euro e chiuderà con uno stipendio mensile di 11.040 euro.
Il vicesindaco percepirà 5.873 euro al mese per tutto l’anno 2022 e raggiungerà 6.879 euro al mese per il 2023 che diventeranno 9.280 euro dal 2024 in avanti.
Anche i consiglieri avranno compensi adeguati: 2.800 euro dal 2024 in poi.
A questo punto c’è da chiedersi se il denaro, come sempre accade, possa supplire alla frammentazione ideologica e diventare collante fra le forze politiche che si contendono la gestione della Città. A giudicare dalle avvisaglie la risposta è sì. Tutto il mondo è paese!
*giornalista
x
x