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Boom di ricoverati nel reparto covid di Rossano (che riapre in una notte e “chiude” 24 ore dopo)

Le carenze di personale bloccano le degenze. I pazienti sono over 60, senza quarta dose, con la seconda o la terza somministrate da almeno un anno

Pubblicato il: 05/07/2022 – 16:01
Boom di ricoverati nel reparto covid di Rossano (che riapre in una notte e “chiude” 24 ore dopo)

CORIGLIANO ROSSANO Sarà un anticipo della terza ondata, sarà che contro il virus Sars-Cov-2 – e tutte le sue sottovarianti – si è abbassata la guardia da qualche mese, sta di fatto che nell’arco di una notte – tra il 3 ed il 4 luglio scorsi – il reparto di pneumologia covid dell’ospedale Giannettasio di Corigliano Rossano ha riaperto battenti con tutti e 36 posti letto disponibili nelle due ali, 29 dei quali già occupati.
Si tratta prevalentemente di pazienti che provengono dall’ospedale di Cosenza, molti dei quali ricoverati in pronto soccorso dal 22 giugno fino alla notte tra il 4 e il 5 agosto, quando sono stati accolti in reparto covid di Rossano, che in appena otto ore è tornato a pieno regime.
La nuova ondata, giunta in anticipo rispetto all’autunno, sta tornando a colpire gli ultrasessantenni. L’identikit dei ricoverati nei giorni scorsi è pressoché anziano, quasi tutti senza quarta dose, molti fermi addirittura alla seconda o terza dose, somministrata ormai tanti mesi addietro.

Scatta già il blocco dei ricoveri

Da qualche giorno è tornato in servizio anche il direttore dell’unità operativa complessa di pneumologia covid, Giovanni Malomo che aveva rassegnato le dimissioni a fine febbraio scorso, alla fine dell’emergenza pandemica. Malomo, dipendente Asp, è stato inviato nuovamente in servizio dalla direzione sanitaria aziendale, nello spoke di Corigliano Rossano, lo scorso 3 luglio. Appena in tempo, quindi, per effettuare un turno di 18 ore con alcuni infermieri e oss in cui sono stati ricoverati oltre quindici pazienti, per poi diramare il primo, drastico, provvedimento: la chiusura ai ricoveri a causa della carenza di personale. Sostanzialmente, ritornato in servizio il 3 luglio, il primario è stato costretto a bloccare le attività di ricovero già due giorni dopo.

L’atavica carenza di personale

La storia, insomma, è sempre quella: nei picchi pandemici, il personale assunto con fondi covid e per il reparto covid, poi prestato ad altri reparti nei mesi di quiete, non torna più.
E se cinque pneumologi, undici infermieri e undici oss erano in numero sufficiente a prestare assistenza a dieci ricoverati prima di quest’ultimo picco, non lo sono per 29 posti letto. Peraltro, il numero di medici a disposizione in queste ultime 48 ore si è ulteriormente assottigliato di due unità.
La comunicazione del blocco dei ricoveri inviata ai vertici aziendali da Giovanni Malomo è chiara. In questo modo, non è umanamente possibile condurre il reparto e sin quando non giungerà personale adeguato – almeno il triplo del personale in servizio oggi – i ricoveri rimarranno bloccati.
Una situazione certamente incresciosa – considerando i numeri altissimi registrati in questi ultimi giorni e soprattutto di oggi in regione e a Corigliano Rossano dove si contano 158 cani nelle ultime 24 ore – che si reitera nel tempo, come se la pandemia, le ondate precedenti, i problemi, le morti, non abbiano insegnato nulla. (l.latella@corrierecal.it)

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