Una Calabria da cartolina. La Calabria paradossalmente sta (ri)vivendo il momento magico dell’epoca del Grand Tour quando rampolli dell’alta borghesia di tutta Europa – come gli influencer e blogger dell’era moderna – raccontano di viaggi in una terra magno-greca e di siti archeologici a cielo aperto, della possibilità di scegliere tra mare o montagna, di borghi dove l’ospitalità è sacra e il cibo genuino. Dove i dialetti sono un valore e l’onore altrettanto.
La Calabria ha «il sole in fronte e l’oro in bocca» scriveva Goethe che aveva ben compreso le potenzialità delle Calabrie dove la convenienza sta innanzitutto nella varietà e nelle sensazioni come quelle catturate nelle “cartoline” da Dumas – una sorta Instagram ante litteram – di raffigurazioni di luoghi affascinanti che non raffigurano solo una destinazione, ma un modo di vivere totalizzante. Un viaggio esperienziale diremmo oggi.
Sono passati secoli e, a quanto pare (e appare sui social), la Calabria non ha perso il suo fascino, quella forza irresistibile di attrarre e sedurre anche volti noti e personaggi dello spettacolo, della cultura e dello sport, che faranno arrivare nelle prossime settimane vagonate di turisti, spinti anche dall’eco e dall’idea di una “Calabria straordinaria”.
Il mare, anche se caraibico, non basta più. È l’occasione (si spera) per mostrare i nostri tanti punti di forza e per valorizzare le nostre tipicità. Per fare al meglio, insomma, quello che sappiamo fare bene – noi calabresi – quando ci prepariamo ad accogliere un ospite a casa, ancor più se reduce da un viaggio durato ore, il più lungo di sempre.
Ma i turisti oggi sono più istruiti, conoscono più culture, sono alla ricerca di emozioni forti e di esperienze uniche e non si accontentano solo e soltanto del mare cristallino, delle spiagge attrezzate o delle foreste incantate e, questo, lo si legge nelle recensioni dei più grandi siti di prenotazione dove la “reputazione” di strutture ricettive può essere messa in discussione da un giudizio negativo e le città bollate come poco sicure, sporche e senza servizi.
Come attrarre turisti lo sanno bene regioni come la Puglia, Sicilia e (persino) la Basilicata e l’hanno capito prima di noi anche Paesi come la Croazia, l’Albania e la Grecia. Paesi e regioni con una costellazione di meraviglie naturali ma consapevoli che le bellezze, da sole, non bastano.
I turisti, infatti, scelgono le destinazioni: un’area geografica, un ambito culturale, storico, naturalistico e, allo stesso tempo, un insieme di servizi, risorse, attrazioni ed esperienze.
Anche la Calabria, nonostante tutto, può fare la differenza e rendere la vacanza una esperienza autentica e il turismo fonte di benessere, crescita, arricchimento economico e culturale per le tantissime comunità costiere e montane.
Almeno per il momento, basterebbe per esempio non trattare i turisti come polli da spennare. (paola.militano@corrierecal.it)
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