LAMEZIA TERME Oltre cento apicoltori provenienti da tutta la Calabria si sono ritrovati sabato scorso a Lamezia Terme per il primo convengo in presenza dopo due anni di stop causato dalle misure anti Covid. L’evento è stato organizzato da Aprocal, l’Associazione degli apicoltori produttori calabresi, ed è stato proprio il Presidente di Aprocal, Luigi Albo, ad aprire i lavori sottolineando l’importanza di tornare ad incontrarsi e discutere in presenza dopo tanto tempo. La discussione è stata moderata da Gaetano Mercatante e ha visto gli interventi di importarti rappresentanti del mondo istituzionale, imprenditoriale ed accademico. Il Dirigente del Settore 6 Ambiente e Zootecnia della Regione Calabria, Giovanni Pandullo, ha illustrato gli ottimi risultati raggiunti dal PSR Calabria in termini di spesa, e ha espresso vicinanza e interesse al settore apistico: Pandullo ha avanzato l’idea di istituire la “Giornata del miele di Calabria” e una conferenza annuale sull’apicoltura calabrese presso la Cittadella Regionale. Inoltre, ha dichiarato che «Si cercherà di anticipare l’uscita del bando relativo al Programma Apistico 2022/2023 (Reg. UE 1308/13 – ex OCM, ndr) in modo da garantirne una maggiore fruibilità sia alle aziende apistiche che alle associazioni». Sul versante scientifico, il dottor Daniele Alberoni dell’Università di Bologna, esperto di questioni ambientali legate al mondo agricolo e in particolare all’apicoltura, ha parlato dell’impatto dei cambiamenti climatici sui flussi nettariferi, mettendo in luce la correlazione tra i cambiamenti climatici in atto e il rendimento nettarifero delle fioriture di interesse apistico. Alberoni ha detto anche che «la difesa del suolo deve essere un interesse della nuova programmazione, perché oltre il 90% della biodiversità del pianeta in termini di organismi viventi si trova nel suolo».
«Gli aspetti tecnici non accompagnati da quelli culturali, diventano sterili e sono destinati a fallire!», è con questa citazione di Giorgio Celli che Claudio Porrini, docente all’Università di Bologna, ha dato la chiave di lettura del suo intervento sulla relazione tra sostenibilità e biodiversità. Porrini ha spiegato che occorre arginare i cambiamenti climatici e ridurre drasticamente i pesticidi in agricoltura, ma soprattutto che è necessario un nuovo paradigma culturale che svolti verso l’agroecologia, assicurandosi che la biodiversità sia “funzionale”, ossia frutto di analisi e scelte orientate all’ottenimento dell’effettivo equilibrio di un ecosistema. Al convegno è intervenuto anche il Presidente di CIA Calabria Centro Mariagrazia Milone, che ha ribadito l’importanza di condividere le tematiche del convegno con gli agricoltori, in un’ottica di sistema incentrata sul confronto e la collaborazione reciproca. Il Presidente di Unaapi, Giuseppe Cefalo, da parte sua ha sottolineato che la Calabria è stata l’unica regione italiana, e tra le poche in Europa, ad aver attuato una misura a tutela della biodiversità in favore del settore apistico: la Calabria è capofila nazionale nel proporre l’introduzione di una misura simile nella futura PAC (misura ACA 18). Cefalo ha anche annunciato che dopo due anni di lavoro l’ecoschema 5, “Ecoschema impollinatori”, è stato approvato dall’Unione Europea. Questa misura andrà a incentivare l’agricoltura che favorisce gli impollinatori, riconoscendo all’agricoltore un contributo ad ettaro sui terreni coltivati in modo da incentivarne la presenza, ovvero senza l’impiego di diserbanti chimici, pesticidi o sistemi che implicano la lavorazione del suolo.
Per le conclusioni è intervenuto in remoto l’Assessore all’Agricoltura della Regione Calabria, Gianluca Gallo: la Regione è impegnata in prima linea a promuovere una serie di interventi a tutela e sostegno della biodiversità, ponendo al centro l’attività strategica che ogni giorno svolgono gli apicoltori. Gallo ha ribadito la sua oggettiva vicinanza al settore apistico e l’importanza di incentivare una rinnovata cultura imprenditoriale orientata alla valorizzazione dei “Mieli di Calabria”, prodotti con un altissimo livello di qualità che merita di essere riconosciuto. Questo richiederà un lavoro sinergico tra l’intero settore apistico regionale e le istituzioni, in modo da ottenere risultati tangibili e ponendosi come obiettivo ultimo la creazione di un marchio di prodotto di origine regionale. In chiusura, il Presidente di Aprocal Luigi Albo ha così riassunto il senso della giornata: «Sono la cultura e l’unità di intenti delle aziende apistiche a fare la differenza, per questo abbiamo voluto non solo discutere di fattori legati alla produzione dei mieli, ma focalizzarci sulla cura del territorio nel lungo periodo, poiché questo determinerà il futuro delle generazioni a venire e di ogni settore agricolo».
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