BELLUNO Ritrovati i corpi di altre tre vittime del crollo sulla Marmolada. Si tratta di un gruppo di veneti che salivano in cordata. Le ricerche della Protezione Civile trentina e del Soccorso alpino stanno proseguendo senza interruzione dopo la valanga di domenica 3 luglio e «hanno consentito di individuare e recuperare i resti di altri escursionisti coinvolti nella frana staccatasi dalla Marmolada» con il crollo del seracco.
Sale così a dieci il numero delle vittime della tragedia, mentre restano da trovare altri due dispersi.
Gli elicotteri del Soccorso alpino continuano a portare i droni in quota, quindi si procede dall’alto alla ricerca di eventuali resti, indumenti o attrezzatura che possano ricondurre alle vittime accertate o ai dispersi. Solo se viene individuato qualcosa un soccorritore viene imbragato e si procede al recupero. Da ieri è stato stabilito che procedere diversamente mette a rischio la vita dei soccorritori esposti al crollo del seracco rimasto “in bilico”.
A Trento prima riunione operativa in Procura per stabilire i primi passi di un’inchiesta in cui individuare eventuali responsabili non appare per nulla semplice. Per il procuratore di Trento Sandro Raimondi, che ha incontrato le forze dell’ordine e i soccorritori, “in questo momento possiamo escludere una prevedibilità e una negligenza o imprudenza” nel fascicolo aperto per disastro colposo.
I Ris di Parma sono arrivati a Canazei per acquisire «i prelievi» di quanto recuperato sulla Marmolada per compararli con il Dna delle persone scomparse. Una finalità esclusivamente «identificativa» per un’analisi «che ha priorità assoluta: i tempi saranno contenuti in alcuni giorni, salvo imprevisti», le parole del colonnello Giampietro Lago, al comando dei Ris di Parma, in un’intervista all’Adnkronos.
«C’è una doppia acquisizione da fare: quella dei campioni biologici dai resti recuperati sulla Marmolada, quindi l’acquisizione dei campioni da un oggetto appartenuto al disperso come uno spazzolino da denti oppure prelevato da un familiare diretto, ossia un genitore o un figlio. Una volta raccolti questi duplici campioni verranno analizzati a Parma», spiega il colonnello Lago che cercherà di trovare una “corrispondenza” genetica tra i resti senza nome e un oggetto che rimanda necessariamente a un disperso. Nel caso di “match” si avrebbe la prova scientifica del decesso. Un incarico affidato al Ris dal procuratore di Trento e che rappresenta un primo tassello per avere un bilancio definitivo sulla tragedia della Marmolada.
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