COSENZA Giancarlo Cauteruccio, professore presso l’antica Accademia dell’arte del Disegno di Firenze, di cui Michelangelo Buonarroti fu il primo padre accademico, riconosciuto come uno dei registi più innovativi del teatro contemporaneo italiano, il cui genio artistico poliedrico e visionario, è stato celebrato anche da Pier Vittorio Tondelli, tra i maggiori esponenti della letteratura postmoderna italiana, sarà a Rovito Domenica 10 luglio alle ore 21 per incontrare il gruppo “Teatro” della locale associazione “Rubetum”, che partecipa alla rassegna teatrale “Dialetti in scena” dell’edizione 2022 del Premio Letterario di Caccuri. L’iniziativa dal titolo “Incontri d’Autore”, promossa ed organizzata dalla Pro Loco di Rovito in collaborazione con l’Amministrazione Comunale, intende portare alla ribalta l’eccellenza artistica rappresentata dalla Rubetum che, grazie alla passione per il teatro di un gruppo di associati, incomincia a coltivare l’idea, a fine 2011, di poter mettere in scena qualche lavoro teatrale. Il debutto nel 2012 con la commedia in vernacolo “Affascinu e cuntraffascinu” di A. Perfetti, che guida i novelli attori, è subito un successo di pubblico che galvanizza il gruppo e coinvolge anche i giovani, stimolati dal riscontro favorevole ottenuto. Gli anni seguenti sono ricchi di nuove performance che accrescono il consenso verso questa nascente realtà artistica che arriva a cimentarsi nel 2019 con “Sogno di una notte di mezza sbornia”, di Eduardo De Filippo, decretandone il definitivo successo anche oltre i confini angusti della Presila Cosentina per arrivare alla ribalta del grande pubblico, nel 2019, con Miseria e Nobiltà di Eduardo Scarpetta.
«La Rubetum porta in scena un talento naturale – afferma il direttivo della Pro Loco di Rovito – alimentato da una smisurata e fremente passione. Un talento che, siamo certi, il maestro Cauteruccio, saprà far evolvere e ad emergere con maggiore forza». «Accolgo con piacere l’invito di Rovito – afferma Giancarlo Cauteruccio – che spero possa aderire al mio progetto “Nei borghi dell’avvenire”, un esperimento di rete tra piccoli borghi al fine di creare un disegno di rilancio dei luoghi, delle identità e del rapporto tra arte e natura attraverso una nuova modalità teatrale che guardi all’avvenire con la giusta consapevolezza. Il mio desiderio oggi è di mettere la mia esperienza quarantennale al servizio delle nuove generazioni calabresi per restituire qualcosa alla mia terra madre».
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