Ultimo aggiornamento alle 15:59
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 3 minuti
Cambia colore:
 

L’udienza

Tragedia del Raganello, Papaianni: «In 32 anni di servizio non ho mai visto un evento del genere»

Escussi l’ex comandante provinciale dei vigili del fuoco e il responsabile dei carabinieri forestali di Civita. Rosa: «L’evento era imprevedibile»

Pubblicato il: 09/07/2022 – 13:09
di Luca Latella
Tragedia del Raganello, Papaianni: «In 32 anni di servizio non ho mai visto un evento del genere»

CASTROVILLARI «Non dovevamo attivare noi l’allarme ed in 32 anni di servizio non ho mai visto un evento del genere». È questa una delle dichiarazioni rilasciate, nel corso dell’ultima udienza del processo Raganello, da Giorgio Papaianni, comandante della stazione dei carabinieri forestali di Civita, con competenze anche su San Lorenzo Bellizzi, il comune in cui si sviluppò il temporale che il 20 agosto 2018 poi generò l’onda di piena che si scaricò, più a valle, nel canyon provocando 10 vittime.
Davanti al collegio giudicante (Anna Maria Grimaldi presidente, Rosamaria Pugliese e Orvieto Matonti a latere), al pubblico ministero, Veronica Rizzaro, al collegio difensivo degli imputati e agli avvocati delle parti civili, depongono due testi, Massimo Cundari, ex comandante provinciale dei Vigili del Fuoco ed, appunto, Papaianni.
Cundari ricorda di aver raggiunto Civita dopo essere stato allertato mentre era in ferie e di aver allertato le squadre di sommozzatori.
«In quel periodo – dice Cundari – stava piovendo tutti i giorni e col terreno che non aveva più capacità di assorbimento dell’acqua l’ondata non è stata prevedibile». Da tecnico descrive il il tempo di corrivazione, quel lasso temporale che occorre alla generica goccia di pioggia caduta nel punto idraulicamente più lontano a raggiungere la sezione di delle gole.
Relativamente all’allerta meteo gialla diramata, Cundari riferisce come siano fenomeni di probabilità e non di certezza. «Il bollettino non serve se non c’è chi mette sul chi va là», dice.
Quando gli si chiede se si sarebbe dovuto inibire l’ingresso proprio a causa di quell’allerta gialla, l’ex comandate dei vigili del fuoco di Cosenza sottolinea anche come il piano di protezione civile fosse datato.
A seguire, Papaianni depone per oltre tre ore. È colui che porta a termine gran parte delle attività investigative delegate dalla procura e da 32 anni in servizio a Civita conosce persone e fatti.
Il maresciallo racconta di essere entrato in servizio alle 13, un’ora prima della tragedia, e di aver notato, guardando verso le montagne, una una densità nuvolosa importante in direzione di San Lorenzo Bellizzi, mentre a Civita non pioveva. Sottolinea anche che non era suo compito allertare il sindaco di Civita e che nelle gole in quella giornata erano entrate tra le 200 e le 300 persone. Poi conferma che c’erano le due società che organizzavano tour nel Raganello, una più attrezzata dell’altra.
Rilevanti i dettagli su un’ordinanza del comune di Civita, risalente al 1997, che regolamentava già da allora gli ingressi nelle gole ed i controlli sui visitatori, sui quali non erano stati effettuati accertamenti accurati, anche perché molti di questi si erano recati nel canyon in autonomia, racconta sempre Papaianni.

Rosa: «Mai prima di allora si era verificato un evento simile. L’ondata non poteva essere prevedibile»

«Più il processo va avanti nel processo – dichiara a fine udienza Riccardo Rosa, difensore del sindaco di Civita, Alessandro Tocci – più emerge che le responsabilità non sono quelle descritte nei capi d’imputazione e non possono essere riferite al sindaco di Civita. Soprattutto sta risultando che nonostante vi fossero dei regolamenti di accesso, quei varchi non venivano monitorati a dovere da nessuno».
«Tutti i testimoni stanno confermando che quel giorno a Civita non pioveva, e sta emergendo, ancora, che negli anni non si sono mai verificati eventi simili. Per i fatti accaduti sulla Marmolada nei giorni scorsi – commenta ancora il legale – la procura ha dichiarato che quell’evento era imprevedibile. Non capisco perché quell’onda di piena poteva essere, invece, prevedibile nel Raganello se nessuno ha mai visto un’accadimento di quel genere prima del 20 agosto 2018».
La prossima udienza è fissata per l’11 novembre. (l.latella@corrirecal.it)

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano | Privacy
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x