GENOVA Decine di persone hanno partecipato stamani a Genova alla manifestazione sit-in davanti alla Prefettura di Genova a sostegno del procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri promossa da Agende rosse Liguria gruppo Falcone e Borsellino. La manifestazione si è tenuta a distanza di alcuni giorni da quella organizzata a Milano sempre a sostegno di Gratteri. “Siamo stati ricevuti in Prefettura – hanno riferito i promotori – dal viceprefetto Vicario Valerio Massimo Romeo e dalla viceprefetto capo del gabinetto Veronica Frassinetti. Nelle loro mani abbiamo consegnato una lettera aperta con preghiera di inoltro al Presidente del Consiglio e tutto l’Esecutivo. Abbiamo spiegato le motivazioni che ci hanno indotto ad indire questa manifestazione ed abbiamo ricevuto la piena solidarietà e sostegno alle nostre giustificate motivazioni. Il Comune di Genova, data l’assenza del sindaco Marco Bucci, con noi solidale, è stato rappresentato dall’assessore alla sicurezza Sergio Gambino, che ringraziamo”. “Da quasi vent’anni il magistrato Nicola Gratteri lotta contro le organizzazioni mafiose – spiega la lettera -. I procedimenti giudiziari seguiti alle sue indagini hanno portato a migliaia di arresti, centinaia di condanne ed hanno dimostrato e certificato la diffusione e la ramificazione di queste organizzazioni non solo al di fuori dei territori di origine, ma in tutta Italia e nel mondo. Proprio a seguito di tali successi, Gratteri è divenuto un obiettivo primario della malavita organizzata: lo dicono le intercettazioni, lo dice la storia dei suoi predecessori Chinnici, Falcone e Borsellino, lo dice il buonsenso, lo ha recentemente confermato l’Fbi statunitense (rivelando un progetto di attentato nei suoi confronti proveniente dal Sudamerica). Tutti i cittadini che hanno pianto davanti alle immagini di Capaci e di Via D’Amelio non vogliono più piangere. Noi non vogliamo più piangere, ma qualcosa ci angoscia profondamente. Non apprezziamo che Gratteri non sia stato posto in posizione di assoluta importanza nell’ambito della Direzione nazionale antimafia. Siamo fortemente turbati e critichiamo, inoltre, il fatto che l’attuale Governo non abbia mai pronunciato la parola “mafia”: forse non v’è tra le priorità nell’agenda dell’Esecutivo, quella di porre fine a questo fenomeno”.
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