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Emergenza sanitaria

Il Covid sta investendo il “Giannettasio” di Corigliano Rossano: pneumologia in overbooking

La carenza di personale nel reparto Covid e in pronto soccorso (dove ci sono altri positivi) sta generando il caos. Circa 40 i ricoverati

Pubblicato il: 11/07/2022 – 7:38
Il Covid sta investendo il “Giannettasio” di Corigliano Rossano: pneumologia in overbooking

CORIGLIANO ROSSANO La nuova ondata Covid sta letteralmente investendo l’ospedale “Giannettasio” di Corigliano Rossano.
Nei giorni scorsi nell’arco di una notte è stata riaperta l’ala “b” del reparto Covid portando a 36 i posti letto disponibile. Al momento ne sono occupati 34 e l’unità operativa di pneumologia dedicata al virus sta continuando a lavorare notevolmente sotto organico (ne abbiamo parlato qui). I pazienti ricoverati sono ultrasessantenni, non vaccinati (il 25% dei casi), vaccinati con due dosi (il 50%) o con tre (25%).
La situazione in provincia di Cosenza, ad ogni modo, non è affatto rosea. Anche l’“Annunziata” a Cosenza sta attraversando una fase critica. Nel weekend i positivi “ricoverati” in pronto soccorso per carenza di posti letto erano una trentina. Ecco perché l’Asp di Cosenza sta pensando di riattivare anche il reparto Covid di Cetraro.
Il “Giannettasio”, invece, è letteralmente al collasso perché oltre alla pneumologia Covid già satura, in pronto soccorso vi sono ricoverati altri sei pazienti positivi: il reparto di emergenza urgenza potrebbe correre il rischio di trasformarsi in una bomba batteriologica. Il virus, peraltro, sta colpendo nuovamente il personale sanitario del pronto soccorso di Rossano – già più che ridotto all’osso – che da ieri conta anche due medici e tre infermieri positivi.
Insomma, il “Giannettasio” sembra essere sotto pressione soprattutto per la carenza di risorse umane: il reparto Covid è in attesa di personale da giorni mentre al pronto soccorso mancano medici e infermieri sostanzialmente da anni. Da qualche settimana, peraltro, il dipartimento di emergenza e accettazione sta facendo a meno anche del primario, Natale Straface, andato da poco in quiescenza.
Una situazione drammatica, insomma, e già esplosiva, ben prima dell’autunno, solitamente i mesi clou dell’infezione. (lu.la.)

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