COSENZA Il Consiglio comunale, presieduto da Giuseppe Mazzuca e riunitosi nel pomeriggio di oggi a Palazzo dei Bruzi, nella sala delle adunanze, ha approvato, con 18 voti a favore e 6 astenuti (Giuseppe Ciacco, Francesco Luberto, Giuseppe D’Ippolito, Michelangelo Spataro, Francesco Caruso e Alfredo Dodaro) il rendiconto di gestione ed il conto di bilancio, stato patrimoniale e conto economico per l’esercizio finanziario 2021. In apertura di seduta erano presenti 24 consiglieri più il sindaco Franz Caruso.
Prima dell’inizio dei lavori il Presidente del Consiglio Comunale Giuseppe Mazzuca ha invitato i presenti ad osservare un minuto di silenzio in memoria di Franco Dionesalvi, assessore alla Cultura di Palazzo dei Bruzi dal 1997 al 2002 e di Antonello Antonante storico fondatore del Centro Rat-Teatro dell’Acquario. A questo proposito, intervenendo successivamente, il Sindaco Franz Caruso ha annunciato che «alla memoria di Franco Dionesalvi e di Antonello Antonante saranno intitolate due strutture culturali simbolo della città di Cosenza. Alla bella e straordinaria figura di Antonello Antonante mi piacerebbe intitolare una sala del Cinema Teatro Italia – ha proseguito il sindaco Franz Caruso. Con Antonello, per come ho avuto già modo di affermare, abbiamo perso un grande riferimento culturale, pilastro nel panorama teatrale italiano il cui genio visionario, intriso di passione e ideologia, deve essere ricordato per tramandarlo anche alle future generazioni. La stessa cosa – ha detto ancora Franz Caruso- vale per Franco Dionesalvi, legato ad Antonante non solo da una fraterna e sincera amicizia, ma anche dalla scomparsa avvenuta a poche ore di distanza. A Franco Dionesalvi ho pensato di intitolare una sua creatura, la Casa delle Culture, attraverso cui, insieme al Festival delle Invasioni, ha regalato a Cosenza una stagione di straordinario fermento artistico/culturale».
Si è poi passati alla trattazione dei punti relativi all’ordine del giorno, a partire dal rendiconto di gestione e del conto di bilancio, stato patrimoniale e conto economico per l’esercizio finanziario 2021. Sul punto ha relazionato l’Assessore al bilancio Francesco Giordano. Molto articolata e dettagliata la sua relazione, della quale riportiamo alcuni stralci: «Il documento, oggi all’approvazione del Consiglio comunale della città di Cosenza giunge a tre mesi circa dall’approvazione del rendiconto 2020 – ha esordito Giordano – e con oggettivo ritardo rispetto ai termini di legge dovuto alla nota, quanto grave, problematica della carenza di personale con le conseguenti criticità organizzative nella predisposizione da parte dei vari settori interessati di tutta la documentazione necessaria alla formazione del rendiconto e, ancor prima, di quella afferente al riaccertamento ordinario dei residui che coinvolge in operazioni specifiche e di dettaglio tutti gli uffici assegnatari del Piano esecutivo di gestione».
«Il rendiconto 2020 – ha aggiunto l’Assessore Giordano – aveva reso un quadro d’insieme di effettiva criticità circa la capacità dell’Ente in bonis di garantire il mantenimento degli equilibri di bilancio, tanto all’attualità quanto in prospettiva di medio lungo termine (…)
Il rendiconto 2021 rende le risultanze contabili complessive del secondo ed ultimo esercizio stabilmente riequilibrato dell’Amministrazione precedente e la cui approvazione spetta all’amministrazione in carica, e fornisce, come detto, un quadro finanziario complessivo fortemente negativo e, ormai, certamente, riconducibile alla presenza di uno squilibrio di carattere strutturale affatto connesso ad eventi contingibili o congiunturali».
«L’Ente, infatti, sconta il debito di cassa ereditato di oltre 30 milioni di euro per anticipazione di tesoreria da restituire al 31.12.2019 e ancora, ad oggi, insoluto a causa della grave insufficienza nella riscossione delle entrate proprie registrata nell’ultimo biennio senza alcuna discontinuità con quanto verificatosi nelle ultime consiliature; in questo contesto di difficoltà di cassa, il rendiconto 2021, ultimo dell’Amministrazione Occhiuto, fa emergere impietosamente l’incapacità dell’ente di garantire gli equilibri di bilancio secondo principio di congruità e veridicità. In sostanza, come già fatto rilevare nelle sedute della Commissione bilancio, l’errore grave compiuto in questo biennio di gestione, è stato quello di sottoporre, per l’approvazione, al ministero un bilancio di previsione stabilmente riequilibrato che scontava un deficit di prospettiva per un Ente di grandi dimensioni che aveva appena dichiarato il dissesto.
L’essenza di tale deficit consiste nel non aver compreso che il primo gennaio dell’anno successivo alla dichiarazione del dissesto (01.01.2020) avrebbe dovuto essere considerato come il primo giorno dell’anno zero, come il primo giorno di vita di un nuovo Comune.
In una tale ipotesi, il buon senso e la stringente evidenza contabile imponevano che il focus dell’attenzione si spostasse dal fronte spese a quello entrate.
L’Ente avrebbe, cioè, dovuto stanziare a bilancio esclusivamente entrate certe, scarsamente svalutabili, e in base ad esse, e solo in base ad esse, avrebbe dovuto e potuto programmare le proprie spese, limitandone gli stanziamenti in misura non superiore alle entrate effettivamente disponibili e gestendo i pagamenti in maniera compatibile e congrua con i reali flussi di entrata avendo, prioritariamente, cura per il rientro dal debito per anticipazione di tesoreria inestinto alla data del 31.12.2019 che ripeto ammontava a più di 30 milioni di euro. Purtroppo, nei fatti, è emerso, come detto, impietosamente, che, in questi due anni si è andati in direzione opposta».
«Non si è tenuto conto del deficit di cassa con la tesoreria, ancora integralmente presente e maggiorato di oneri finanziari deliberati al di fuori delle ordinarie procedure di gara. Circostanza, questa, che occorrerà, con ogni urgenza, rivedere non appena potremo smettere di occuparci di contabilità pregresse e dedicarci alla gestione programmatica dell’amministrazione in carica che, ad oggi, travolta dall’emergenza degli adempimenti pregressi, non è stata in condizione di disporre dei tempi necessari per poter, come si suol dire, “mettere a terra”, le proprie linee d’azione e i propri intendimenti in materia di riorganizzazione interna nonché in tema di strategie da implementare per il recupero degli equilibri contabili».
«Non si è affatto spostata l’attenzione sul fronte entrate, ma si è continuato a programmare le spese di parte corrente (per intenderci le spese di funzionamento) non tenendo conto delle entrate realmente disponibili, bensì riproponendo i valori storici di spesa e adattando o peggio, piegando, ad essi le previsioni di entrata, stanziate, di necessità, oltre i limiti di accertabilità con conseguente alterazione a rendiconto degli equilibri di bilancio, tutti seriamente alterati; si pensi che, nel passaggio dal 2019 al 2020 le spese correnti, che avrebbero dovuto essere razionalizzate e contenute con riduzioni auspicabili di almeno il 10%, come peraltro espressamente prescritto dal Ministero, sono addirittura cresciute, passando da 107ml a 110mln di euro».
«Non si è tenuto conto, nella programmazione delle spese, di quanto imposto dal comma 8 dell’art.183 del tuel che così recita “Al fine di evitare ritardi nei pagamenti e la formazione di debiti pregressi, il responsabile della spesa che adotta provvedimenti che comportano impegni, ha l’obbligo di accertare preventivamente che il programma dei conseguenti pagamenti sia compatibile con i relativi stanziamenti di cassa…”. In tal senso, ci si è completamente dimenticati che l’ente dissestato dispone solo delle entrate a competenza (quelle a residui sono dell’OSL) e, quindi, intanto si possono disporre flussi di spesa in quanto si programmano quelli di entrata. Purtroppo ciò non è stato fatto. Le entrate proprie a competenza (tributarie ed extratributarie) sono state incassate in percentuali irrisorie (meno del 22% come desumibile dai parametri di deficit strutturale), quindi, i pagamenti effettuati hanno trovato copertura, ancora una volta, nelle somme vincolate, nella anticipazione onerosa del tesoriere e, financo, negli incassi di competenza dell’Osl, utilizzati dall’Ente, che ad oggi, è in debito verso la Commissione straordinaria di liquidazione per oltre 12mln di euro ed in debito verso terzi per un importo complessivo alla data del 31.12.2021 pari a 118mln di euro in gran parte riconducibili a spese di funzionamento».
«In piena linea con quanto su esposto, il Comune di Cosenza registra, al 31.12.2021, una tempistica dei pagamenti dei fornitori di 246 giorni a fronte dei 30 previsti dalla norma con un netto peggioramento rispetto al 2020 in cui si era registrato un tempo medio dei pagamenti di 102 giorni. Ciò oltre a comportare una costante perdita di credibilità del Comune di Cosenza nei rapporti con i fornitori, determina la costituzione dell’obbligo in capo al Comune stesso di accantonare, annualmente, in parte spesa, quale deterrente contabile ai ritardi nei pagamenti, un fondo garanzia debiti commerciali di circa 1 milione di euro, con una equivalente contrazione delle possibilità di programmare spesa ed un corrispondente peggioramento dei risultati di amministrazione;
In questo difficile quadro finanziario complessivo, si inseriscono i citati parametri di deficit strutturale. In questo Ente su 8 parametri di legge, 3 risultano non rispettati. Ne basterebbe un altro per tornare in deficit strutturale che nel linguaggio degli enti locali equivale a pre-dissesto. Di questi tre, uno è legato alla incapacità dell’Ente, già più e più volte stigmatizzata di incassare le entrate proprie a competenza (se ne incassano come visto meno del 22%), e un altro è legato alla circostanza che l’ente anziché raggiungere il riequilibrio complessivo prospettato nell’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato approvata dal ministero, genera costante disavanzo gestionale (11mln nel 2020 e 24mln nel 2021). Ho appena citato il risultato di amministrazione, ascrivibile esclusivamente alla gestione dell’Ente in bonis, che è peggiorato di oltre il 100% rispetto a quello del 2020, passando dagli 11mln di euro del 31.12.2020 ai 24 milioni di euro del 31.12.2021.
Tale trend peggiorativo è la conseguenza di quello squilibrio strutturale tra entrate e uscite di cui ho parlato all’inizio di questa breve relazione, ed è sostanzialmente esplicitato, quanto alle motivazioni di dettaglio, nella relazione al conto consuntivo approvata dalla Giunta comunale alla quale si rinvia. La circostanza di maggior rilievo che ritengo opportuno evidenziare è quella tendenziale inattendibilità di alcuni stanziamenti registrati sulle entrate proprie che a fine esercizio si dimostrano non accertabili con conseguente squilibrio di bilancio e produzione di disavanzi. Sul solo 2021 a fronte di entrate proprie stanziate per 151 milioni di euro, sono stati accertati a fine esercizio solo 125 milioni di euro con uno squilibrio netto di 26 milioni di euro che da solo è in grado di rendere l’idea della estrema precarietà finanziaria nella quale versa il Comune di Cosenza».
«Si aggiunga poi la necessità di portare in detrazione dal risultato di amministrazione alcuni accantonamenti in parte spesa che inficiano il risultato complessivo generando disavanzo. Tra questi:
•Il fondo rischi e contenziosi quantificato in 115mila euro
• Il fondo sopravvenienze passive quantificato in 100mola euro
•Il fondo allineamento contrattuale quantificato in 737mila euro
ed ultimo, ma affatto tale, il fondo crediti di dubbia esigibilità che, rideterminato su sollecito dell’Organo di revisione, ammonta, al 31.12.2021, a 43mln di euro.
Tale importo che risulta di evidente tossicità per il risultato di amministrazione, è l’effetto diretto della scarsissima capacità dell’Ente di riscuotere le proprie entrate tributarie, extratributarie e patrimoniali con la conseguenza che i residui attivi registrati a bilancio vengono considerati in gran parte non riscuotibili e, da qui, l’obbligo di svalutare tali crediti con la registrazione a bilancio di un rilevante FCDE che determina un equivalente peggioramento del risultato di amministrazione».
A tale contesto, altamente critico, ha, senz’altro contribuito in negativo la scarsa responsabilità ed efficienza dimostrata in questi anni nella gestione del patrimonio dell’Ente.
Infatti, a dispetto degli obblighi imposti dalla norma, di quantificazione, elencazione e valorizzazione dei cespiti patrimoniali disponibili, su questo fronte all’amministrazione Caruso è stata trasferita una situazione di totale disordine ed approssimazione, nonostante la precedente amministrazione avesse affidato ad una società esterna lautamente compensata, il compito di gestire e valorizzare i beni dell’Ente.
Tuttavia, ad oggi, si è ben lontani dall’obiettivo di rendere i cespiti patrimoniali disponibili utili al risanamento.
•Non si ha un quadro chiaro dell’asset patrimoniale dell’Ente;
•Non se ne conosce l’esatto valore commerciale;
•I proventi dalle locazioni attive sono risibili, fuori mercato e neanche riscossi;
•Gli oneri da locazioni passive sono sovrastimati rispetto ai valori di mercato e le stesse locazioni passive andrebbero tutte verificate quanto alla loro effettiva utilità nell’espletamento delle funzioni istituzionali e/o commerciali dell’Ente;
•Diversi Beni demaniali assegnati all’Ente da oltre un triennio con l’obbligo per il Comune di valorizzarli, pena il ritorno all’asse demaniale, non sono stati fatti oggetto di alcuna particolare gestione ed oggi si rischia di perderli se non si rinvengono strategie alternative che definirei, per tempistiche, da “zona cesarini”.
•I crediti da locazioni attive sono riscossi in percentuali assolutamente insufficienti».
A tale quadro di elevata ed indiscussa criticità gestionale, evidente sia in termini di cassa che di competenza e di equilibri complessivi, mi preme aggiungere la nota problematica della cassa vincolata al 31.12.2019 che le precedente Amministrazione ha rideterminato in 13mln di euro, su espressa sollecitazione della Commissione straordinaria di liquidazione nel 2020.
Tale cassa vincolata che è destinata al pagamento di OO.PP. la cui gestione è stata demandata dall’OSL all’Ente, avrebbe dovuto essere tempestivamente ricostituita dalla Amministrazione Occhiuto con ogni risorsa disponibile e nel più breve tempo possibile onde consentire di pagare i creditori vincolati ex lege, rendicontare i lavori eseguiti e rendere fruibili le opere pubbliche realizzate.
Nulla di tutto questo è stato fatto, e questa Amministrazione si trova ora e subito a dover decidere come fronteggiare questo ulteriore debito che in un modo o nell’altro, sia che se ne faccia carico l’Ente o l’Osl, determinerà un ulteriore appesantimento di equilibri contabili già ampiamente precari.
Inutile dire che, attesi i numeri emersi dal rendiconto 2021 e di cui ho provato a fare una sintetica rassegna, non ci sono margini per ipotizzare l’applicazione al previsionale 2022-2024 di tale rilevante disavanzo emerso in un solo biennio di gestione. Si consideri, peraltro, che in base agli obiettivi del bilancio stabilmente riequilibrato approvato dal ministero nel 2021, l’ente avrebbe dovuto raggiungere lo stabile riequilibrio contabile nel triennio 2020-2022, ossia al 31 dicembre di quest’anno. Ciò significherebbe, in un contesto di altissima criticità strutturale quale quello finora esposto, dare reale copertura al disavanzo dichiarato di 24mln di euro nel solo esercizio corrente.
Attesa la evidente impossibilità di pervenire a questo obiettivo, l’unico strumento al quale, in via residuale, è possibile ricorrere, è l’adozione di un nuovo piano di riequilibrio pluriennale ex art.243 bis, che consenta all’Ente di disporre di un arco temporale dai 4 ai 10 esercizi finanziari, in cui ripristinare un reale riequilibrio contabile.
Si tratterà in tal senso di approvare il bilancio di previsione 2022-2024, dando evidenza nella nota integrativa della impossibilità di ripristinare gli equilibri di bilancio nell’ordinario arco temporale triennale, procedendo, contestualmente, a deliberare il ricorso al riequilibrio pluriennale.
A tale scopo, si rende necessario esperire un lavoro di dettagliata ed ulteriore disamina delle pratiche amministrative e tecniche comunali onde far emergere ogni passività anche solo potenziale tanto di parte corrente che di parte capitale, compresa ogni ipotesi di debito fuori bilancio, eventuale ed ulteriore rispetto ai 53mila euro emersi in fase di approvazione del rendiconto 2021 che andranno riconosciuti ed inseriti nel piano di rientro dall’indebitamento complessivo emerso a rendiconto».
«Appare superfluo ribadire che un’operazione del genere, affinché possa essere approvata e raggiungere l’obiettivo del risanamento senza incorrere nuovamente nelle forche del dissesto finanziario, dovrà essere svolta con estrema dedizione, serietà e credibilità, mettendo in campo le migliori risorse disponibili, creando sinergie tra i settori dell’Ente e tra questi e i cittadini il cui contributo sarà fondamentale. Una collettività consapevole e collaborativa è, infatti, indispensabile per la rinascita di Cosenza.
Si tratterà di contenere e razionalizzare ogni voce di spesa, ogni contratto, ogni commessa che dovranno essere gestite secondo criteri di massima congruità ed economicità. Ciò non significa, ridurre i servizi ma efficientarli in termini di costi e qualità, ponendo maggiore attenzione alla qualità e quantità dei servizi essenziali e trovando formule alternative, anche basate su collaborazioni con l’associazionismo locale e gli operatori del terzio settore, per la resa dei servizi non essenziali ai quali si potranno destinare risorse più contenute.
Infine, si tratterà di lavorare con il massimo impegno sul fronte entrate. E’ li che si giocherà la partita della rinascita di Cosenza.
In tale senso è in corso di valutazione il ricorso ad un project financing che demandi ad un soggetto terzo da individuarsi con gara ad evidenza pubblica, le gestione ed il recupero ottimale delle entrate tributarie e patrimoniali che abbia come obiettivi:
• l’emersione del sommerso in materia tributaria;
• l’ampliamento delle basi imponibili dei tributi con conseguente incremento delle entrate stanziabili a competenza e miglioramento degli equilibri di bilancio;
•il recupero di morosità, evasione ed elusione attraverso ogni possibile strumento di escussione del debitore che renda un reale servizio di equità tributaria nel rispetto che chi quei tributi li paga anche con grandi difficoltà;
• lo sviluppo di una nuova mentalità di appartenenza civica che induca il cittadino a sentirsi parte integrante di un contesto territoriale quale quello comunale che fornisce servizi sempre più efficienti ed efficaci in cambio di una contribuzione equa, costante e collettiva, tale da consentire all’Ente di ritornare ai suoi reali obiettivi che consistono nell’erogazione di servizi di qualità alla collettività in un contesto di equilibri finanziari complessivi».
Il Consiglio comunale ha poi approvato sia l’Autorizzazione alla fusione per incorporazione della ASMC s.r.l. in AMACO S.p.a. che il riconoscimento di legittimità di spese derivanti da lavori di somma urgenza. Intervenendo nel corso della seduta, il Sindaco Franz Caruso ha preliminarmente ringraziato nel suo intervento l’assessore Giordano non solo per la competenza, per la dedizione e per la chiarezza espositiva, ma «anche perché – ha detto il primo cittadino- insieme ai revisori dei conti, che allo stesso modo ringrazio, mi hanno dato la possibilità di mantenere un altro impegno assunto con la città, perché è vero – ha aggiunto Franz Caruso- che questo è l’ultimo atto dell’amministrazione precedente ma è anche il primo atto di quell’azione verità relativa al bilancio che avevo annunciato. Questo bilancio- ha riferito inoltre il Sindaco- chiude i conti con il passato che ha visto demandare ad altri, fuori dalla macchina amministrativa comunale, il compito di fare i bilanci dell’amministrazione comunale con formule alchemiche e con richiami a una finanza creativa che noi non sappiamo attuare perché abbiamo sempre detto che i nostri bilanci devono essere veri e devono essere soprattutto chiari. Per cui ringrazio l’assessore Giordano, il presidente Manna e i colleghi di giunta perché quotidianamente lavorano affinché questi presupposti siano messi a frutto nell’azione del governo dei singoli settori e possano produrre questi risultati, perché noi non abbiamo applicato formule discrezionali e non abbiamo fatto scelte discrezionali, in quanto l’unico punto politico di questo bilancio consuntivo risiede nel verbo “verità”. Quello che noi approviamo – ha aggiunto il Sindaco – non è frutto di un’interpretazione dei numeri, perché i numeri sono quelli, ma è una azione politica di verità, perché in questo bilancio consuntivo risiede quella che è l’impostazione del futuro di questa amministrazione. Noi abbiamo promesso, e lo stiamo facendo, che chi verrà dopo di noi non si troverà quei disastri strutturali che abbiamo trovato noi. Il disavanzo di 26 milioni di euro evidenziato dall’assessore Giordano, dalla dirigenza e dai revisori dei conti è il frutto di un’analisi attenta dei conti così come riportati negli atti dell’amministrazione». Il Sindaco Franz Caruso ha ringraziato anche il Consigliere Giuseppe d’Ippolito «anche per la disponibilità e la dedizione con cui si è approcciato a queste valutazioni e per i suggerimenti che ci ha dato, perché noi sappiamo che il dissesto dichiarato dalla corte dei conti nel 2019 è un dissesto che si basa su un dato preciso, che era soprattutto dovuto alle mancate entrate e alle mancate azioni volte a recuperare i tributi a favore dell’ente. Questo- ha aggiunto il Sindaco- è il presupposto che ha portato la corte dei conti a dichiarare il dissesto del 2019 del comune di Cosenza. Noi ci saremmo aspettati, pur sapendo che eravamo in dissesto, che un’azione di recupero fosse stata messa in atto da parte dell’amministrazione nel 2020 e nel 2021, quanto meno per dare un messaggio di un’inversione di tendenza seria, ma purtroppo non l’abbiamo registrata e oggi ci troviamo nelle condizioni di dover mettere in campo un progetto, che è un progetto diverso rispetto a quelli precedenti».
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