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Politiche sociali, in Calabria indicatori sotto la media nazionale. Ma il Pnrr può rappresentare la svolta

L’analisi della Banca d’Italia segnala ancora il gap con il resto del Paese su asili nido, assistenza agli anziani e numero degli operatori

Pubblicato il: 12/07/2022 – 6:55
Politiche sociali, in Calabria indicatori sotto la media nazionale. Ma il Pnrr può rappresentare la svolta

Le politiche sociali sono l’eterna Cenerentola in Calabria ma le risorse del Pnrr possono davvero rappresentare una svolta e l’occasione giusta per colmare il gap con altri territori d’Italia. È questa la “fotografia” che consegna l’ultimo rapporto sull’economia calabrese della Banca d’Italia (filiale di Catanzaro). In un capitolo ad hoc dedicato al welfare, Bankitalia segnala «la necessità di definire e garantire sull’intero territorio nazionale condizioni minime nell’erogazione degli stessi, i livelli essenziali delle prestazioni sociali (Leps)» prendendo in considerazione l’ambito territoriale sociale (Ats), l’unità geografica di riferimento della sua analisi.

Gli asili nido

Nel report Bankitalia spiega che «per gli asili nido il livello essenziale di prestazione sociale, da raggiungere entro il 2027, è fissato in una quota di posti autorizzati (pubblici e privati) in rapporto alla popolazione fino a tre anni pari al 33 per cento. Nella media dei 32 ambiti calabresi, nel 2019 (ultimo anno disponibile) la quota di posti autorizzati (8,1 per cento) era molto distante dal valore obiettivo, risultando leggermente inferiore al dato del Mezzogiorno ma pari a poco più di un terzo di quello nazionale. Più in generale nessun Ats raggiungeva il target, mentre il 3,1 per cento degli Ats era totalmente privo del servizio. La componente principale dell’offerta è privata (circa il 68 per cento, contro il 45 per cento in Italia); un rafforzamento dell’offerta pubblica potrà realizzarsi nell’ambito del Pnrr, che vede finora attivati due bandi che destinano alla Calabria risorse per 200 milioni circa, pari al 7,7 per cento del totale reso finora disponibile».

Assistenti sociali

Sul versante degli assistenti sociali, per Bankitalia «il Leps prevede che in ogni ambito territoriale  vi sia una persona assunta a tempo indeterminato ogni 5.000 residenti. Nella media degli Ats calabresi rilevati, il numero di assistenti sociali in organico nel 2020 era pari a 60, poco più di un quinto del valore corrispondente al Leps, a fronte di una quota del 47,0 per cento nel Mezzogiorno e di tre quarti in Italia. Gli ambiti territoriali calabresi che raggiungevano il target Leps sono il 4,5 per cento, mentre il 18,2 per cento era completamente privo di assistenti sociali a tempo indeterminato». Anche qui per l’istituto «la riduzione del divario potrà beneficiare delle risorse del Pnrr per il rafforzamento dei servizi sociali, che finora destinano alla Calabria un importo pari a circa 1,3 milioni (il 3,2 per cento delle risorse)».

Anziani non autosufficienti

Per l’assistenza agli anziani non autosufficienti il trend in Calabria non è diverso. «Dal 2025 – rileva la Banca d’Italia nel report –  la quota degli ultra-sessantacinquenni coperta dal servizio in ciascun Ats dovrà essere almeno pari al 2,6 per cento. In base ai dati Istat sugli interventi e i servizi sociali dei Comuni, in Calabria la quota di anziani assistiti in forma domiciliare era pari nel 2018 allo 0,6 per cento, percentuale inferiore al dato del Mezzogiorno e circa un terzo di quella nazionale. Il 6,3 per cento degli ambiti territoriali  era totalmente privo del servizio, mentre nessun Ats aveva già raggiunto l’obiettivo. Anche l’obiettivo Leps relativo all’assistenza agli anziani potrà beneficiare delle risorse del Pnrr, che finora ha individuato una linea di intervento incentrata su progetti per la riqualificazione degli spazi abitativi. I criteri di ripartizione dei fondi destinano alla Calabria 26 milioni circa, il 4,6 per cento delle risorse complessive, una quota più che proporzionale rispetto a quella della popolazione anziana residente in regione». Ultimo focus di Bankitalia riguarda le scuole d’infanzia, primaria e secondaria di primo grado: non è stato ancora fissato un Leps relativo al servizio di trasporto disabili, è stato tuttavia individuato un obiettivo in termini di incremento graduale delle quote di studenti che accedono al servizio rispetto a quanto osservato nel 20183. «Nell’anno scolastico 2018/19 in Calabria la quota di studenti disabili che ha usufruito del trasporto scolastico (pari al 47,3 per cento) risultava di poco inferiore sia a quella del Mezzogiorno sia a quella nazionale (51 in entrambi i casi)». (redazione@corrierecal.it)

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