LAMEZIA TERME Le vicende giudiziarie, gli ultimi 35 anni della storia di Rende e la politica con vista sul governo regionale e le cose di “casa”.
L’ex sindaco di Rende, già assessore regionale alla Cultura, deputato e sottosegretario, Sandro Principe, sarà ospite del talk “20.20”, condotto da Danilo Monteleone, che andrà in onda questa sera alle 21 sul canale 75 de L’altro Corriere Tv.
Il politico di lungo corso risponderà a domande sull’accusa di voto di scambio e sull’assoluzione «perché il fatto non sussiste» nel processo nato dall’operazione “Sistema Rende”. Quell’assoluzione giunta il 26 maggio scorso, «da una parte aumenta la nostra serenità, dall’altra accentua l’amarezza perché significa che in tutta quella storia non c’era nulla».
«Su di me – dirà Principe – hanno imbastito un abito su misura dopo aver scelto l’obiettivo: si è voluto ipotizzare che a Rende ci fossero problemi ed il leader politico era la persona su cui puntare».
Racconterà la genesi delle traversie giudiziarie, ma anche il suo stato d’animo, sei anni difficilissimi di «una persona che ha vissuto una via crucis, un incubo. Queste sono vicende che turbano le famiglie e a volte le fanno anche crollare. Mi ritengo fortunato perché al mio fianco ho trovato persone che mi hanno sostenuto molto».
E non mancheranno stoccate all’attuale sindaco di Rende – «la nostra città non ha più una visione» – e un primo giudizio sull’azione politica del presidente della Regione, Roberto Occhiuto.
«Stimo il governatore, ha tanta buona volontà ma non conosco le persone di cui si circonda, la sua giunta. Dovremo valutare più in là perché oggi siamo nella fase degli annunci ben confezionati. Adesso deve passare dalle parole ai fatti, avrà davanti a sé due o tre grandi temi da affrontare e risolvere come i rifiuti e l’idrico» e «non vorrei che alla lucidità e alla lungimiranza del giovane presidente non faccia seguito un’organizzazione burocratico-amministrativa che deve eseguire gli input forniti dalla politica».
E poi la politica dei populismi e l’accordo Pd-M5S. «Le aggregazioni politiche di oggi sono dei comitati elettorali guidati da uomini soli al comando che non approfondiscono le tematiche per elaborare i programmi. Hanno un solo obiettivo, allearsi con altre forze medio piccole con le quali sono in disaccordo su tutto». (redazione@corrierecal.it)
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