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operazione “Mari neri”

Sfruttamento del lavoro, beni per 665mila euro sequestrati a due imprenditori a Lamezia Terme – NOMI E VIDEO

I due imprenditori sono indagati per il reato di sfruttamento ai danni di 79 dipendenti per fatti accaduti tra il 2016 e il 2017

Pubblicato il: 13/07/2022 – 9:48
Sfruttamento del lavoro, beni per 665mila euro sequestrati a due imprenditori a Lamezia Terme – NOMI E VIDEO

LAMEZIA TERME I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo, emesso dal gip presso il Tribunale di Lamezia Terme su richiesta della Procura, nei confronti di due imprenditori, Pasqualino Perri e Francesco Perri, amministratori di diritto e di fatto di tre società di capitali (una delle quali ora fallita), operanti nel lametino nel settore della grande distribuzione, indagati per il reato di sfruttamento del lavoro ai danni di 79 dipendenti, per fatti accaduti tra il 2016 e il 2017. In particolare, è stato disposto il sequestro di somme di denaro e beni per 665.000 euro nei confronti degli indagati e delle società per le quali è stata ipotizzata la responsabilità amministrativa degli enti prevista dal D. Lgs. 231/2001.
A essere iscritti nel registro degli indagati ci sono anche Maria Barresi, Roberto Rispoli, e le società “La Nuova Nave srl”, “Ipermercato Midway srl” e “Ipermercato Due Mari srl”.

Le indagini

L’operazione giunge all’esito delle indagini avviate d’iniziativa dal Gruppo della Guardia di Finanza di Lamezia Terme e proseguite sotto la direzione e il coordinamento della Procura della Repubblica di Lamezia Terme. Dalle attività investigative, stando agli inquirenti, sono emersi gravi indizi di reità a carico degli indagati in ordine al prefigurato reato di cui all’art. 603-bis c.p.: in particolare avrebbero impiegato manodopera per lo svolgimento dell’attività di azienda, sottoposta a condizioni di sfruttamento, corrispondendo retribuzioni in modo palesemente difforme dai contratti collettivi nazionali, violando la normativa relativa all’orario di lavoro ed approfittando del loro stato di bisogno derivante dall’assenza di ulteriori opportunità occupazionali. Gli indagati avrebbero imposto ai lavoratori di rinunciare a parte delle ferie, alle indennità per impiego nei giorni festivi e alle ore di straordinario, pena la mancata assunzione. Tale condotta delittuosa avrebbe consentito agli imprenditori di trarre gli illeciti profitti oggetto di sequestro preventivo. Le indagini sono risultate particolarmente complesse e difficoltose sia per l’iniziale scarsa collaborazione di molti dipendenti, ritenuti dagli inquirenti timorosi delle ritorsioni dei datori di lavoro, sia perché formalmente le buste paga non presentavano palesi irregolarità. Il procedimento pende nella fase delle indagini preliminari

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