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Ente nel caos

Zes di Gioia, D’Andrea si dimette da commissario

L’ex ufficiale della Guardia di finanza avrebbe formalizzato la decisione nelle scorse ore. Era alla guida della struttura da appena cinque mesi

Pubblicato il: 13/07/2022 – 11:29
Zes di Gioia, D’Andrea si dimette da commissario

GIOIA TAURO Federico D’Andrea non è più commissario della Zona economica speciale di Gioia Tauro. L’ex ufficiale della Guardia di finanza, come riporta la Gazzetta del Sud, ha infatti formalizzato nelle scorse ore le sue dimissioni alla guida della strategica struttura. Alla base ci sarebbero motivi strettamente personali. Così appena dopo cinque mesi, la Zona economica speciale di Gioia resta nuovamente senza nessuno al timone in un momento decisamente delicato per l’ente. È infatti destinatario di importanti finanziamenti da parte del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Si tratta di 111 milioni dedicati alla Zes per realizzare interventi fondamentali per il rilancio dell’area. A cui si sommano le altre risorse dedicate allo sviluppo portuale e infrastrutturale dell’intero territorio gestito dalla Zes. Da qui l’urgenza di indicare subito un cambio al vertice della Zes da parte della ministra per il Sud Mara Carfagna. È proprio lei delegata alla scelta del successore di D’Andrea che aveva preso il posto della docente dell’Unical Rossana Nisticò. Un compito non facile quello di individuare un nuovo sostituto alla guida della Zes, visti i delicati ruoli che impongono un bagaglio di esperienze importanti.

Biondo: «Mai incontrato, nonostante le sollecitazioni»

«D’Andrea – dice il segretario della Uil Calabria, Santo Biondo – non lo abbiamo mai incontrato nonostante diverse sollecitazioni al Presidente della Regione, Roberto Occhiuto, con il quale c’è una buona interlocuzione. Io sospetto che dalle aree industriali del centro-Nord si tenda a frenare lo sviluppo delle Zes, nel timore che il baricentro delle politiche governative si sposti al Sud e in particolare su Gioia Tauro, la cui attività fa concorrenza a scali del Nord come Genova, la Spezia o Trieste. Le dimissioni del commissario potrebbero essere una spia in tal senso».
«La Zes – aggiunge Biondo – può essere il primo vero strumento di politica industriale che il Governo potrebbe mettere in campo per il Mezzogiorno, ma non deve aggiungere burocrazia a quella già esistente. Servono politiche di decontribuzione del lavoro da parte del Governo, mentre la Regione deve incentivare i settori identitari dell’economia calabrese. La Calabria e Gioia Tauro possono attrarre investimenti da parte delle aziende che tendono a rientrare in Italia dall’estero». (redazione@corrierecal.it)

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