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L’osservatorio

Il lavoro del futuro? Più smart ed autonomo

E se vi dicessi che il lavoro del futuro sarà quello dell’imprenditore o del libero professionista, ci credereste?A quanto pare sembra tutto vero. Almeno così dichiara il 70% degli intervistati ch…

Pubblicato il: 14/07/2022 – 7:34
di Domenico Lo Duca
Il lavoro del futuro? Più smart ed autonomo

E se vi dicessi che il lavoro del futuro sarà quello dell’imprenditore o del libero professionista, ci credereste?
A quanto pare sembra tutto vero. Almeno così dichiara il 70% degli intervistati che hanno partecipato all’Osservatorio sulle Nuove Generazioni realizzato dai Giovani Imprenditori di Confcommercio in collaborazione con OneDay e con il sostegno di Meta.
Dall’Osservatorio è emerso chiaro come, nelle nuove generazioni, stia crescendo sempre più l’idea di mettersi in proprio e di lavorare gestendosi in piena autonomia.
Non particolarmente allettante sembra poi essere l’idea del “full smart working”. A confermarlo la quasi totalità dei partecipanti al sondaggio (600 tra imprenditori, studenti e lavoratori di età compresa tra i 18 e 35 anni) e tanto più che quasi un giovane su due (43%) crede che in futuro il lavoratore avrà sempre più libertà di decidere quando, dove e come lavorare per favorire un equilibrio tra lavoro e vita privata, senza però rinunciare totalmente al classico ambiente di lavoro.
Circa il 28% degli intervistati ritiene poi che la cosiddetta settimana corta (che consiste in quattro giorni lavorativi e tre di pausa), già in via di sperimentazione in alcuni Paesi come Giappone, Nuova Zelanda, Islanda, Spagna, Scozia, Gran Bretagna, Emirati Arabi, e in alcune realtà imprenditoriali italiane, sarà sempre più diffusa. Così come il 60% dei giovani partecipanti, ritengono che si assisterà ad un ricambio di lavoro sempre più frequente e si rimarrà nella stessa azienda solo per pochi anni.
Sembra così tramontare l’idea del così detto posto fisso, così come cambiano velocemente anche le modalità e gli spazi di lavoro che si stanno evolvendo sempre più verso orizzonti ibridi, caratterizzati da lavoro da remoto e in presenza.
Dall’indagine emerge poi che i settori maggiormente interessati da questi cambiamenti saranno il commercio, i servizi alle persone e i servizi alle imprese, mentre quelli che rimarranno più ancorati alla “tradizione” lavorativa (in termini di svolgimento delle mansioni) saranno la ristorazione, l’agricoltura e i trasporti. Tra i settori invece che vedranno una vera e propria esplosione di nuove professioni nel prossimo decennio troviamo il settore informatico/tecnologico, quello del marketing e della pubblicità e i “green jobs” ossia quelli legati alla sostenibilità.
Riassumendo quindi, secondo i partecipanti all’Osservatorio, le aspettative nei confronti del lavoro del futuro vanno verso la direzione di una maggiore flessibilità, con sempre più al centro i bisogni e i ritmi della persona. L’innovazione tecnologica, da parte sua, contribuirà a rendere l’impiego di ciascuno di noi sempre più smart senza escludere per il singolo la necessità di lavorare vicino al proprio team per poter costruire, oltre a una carriera, un ambiente di lavoro positivo e di condivisione in un’ottica di crescita aziendale.

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