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Le indagini

Incontro tra Graviano e Berlusconi, investigatori a caccia di riscontri

Dia e magistrati della Procura di Firenze stanno verificando le dichiarazioni del boss siciliano al processo ‘ndrangheta stragista

Pubblicato il: 14/07/2022 – 7:06
Incontro tra Graviano e Berlusconi, investigatori a caccia di riscontri


FIRENZE Gli investigatori della Dia e i magistrati della Procura di Firenze stanno cercando ancora riscontri alle dichiarazioni fatte da Giuseppe Graviano, prima al processo ‘ndrangheta stragista di Reggio Calabria, poi anche a Firenze: il boss siciliano sostiene di avere incontrato Silvio Berlusconi tre volte e che suo nonno materno avrebbe investito nelle società dell’ex Cavaliere, all’inizio degli anni Settanta. È quanto emerge, come riferisce l’edizione online della “Repubblica”, dalla nuova memoria depositata nelle scorse settimane dal procuratore facente funzioni Luca Turco e dall’aggiunto Luca Tescaroli al Tribunale del Riesame che doveva decidere sulla legittimità dei sequestri (annullati con rinvio in Cassazione) nelle abitazioni di Benedetto e Nunzia Graviano, fratelli dei boss delle stragi.
Da anni ormai la Procura di Firenze indaga su Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri per concorso nelle stragi mafiose del 1993 a Roma, Milano e Firenze e nell’ultima fase i magistrati hanno ravvisato la necessità di approfondire i presunti rapporti tra i Graviano, Berlusconi e Dell’Utri. Un’impostazione avallata dallo stesso Riesame, che ha riconosciuto la legittimità dei sequestri anche sulla base della nuova memoria.
«L’ipotesi di accusa da verificare – scrive il Tribunale del Riesame di Firenze – è stata quindi individuata nella seguente: “I rapporti preesistenti e protratti sino al periodo interessato dalle stragi e la ricostruzione dei flussi finanziari intercorrenti tra gli indagati Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri ed esponenti di Cosa nostra, Giuseppe Graviano in particolare, nel quadro di una reciprocità di interessi, che rappresentano il terreno fertile sul quale si è costruita l’intesa strategica che ha portato all’esecuzione delle sei stragi, pianificate nel biennio 1993-1994”».
Tra i nuovi accertamenti resi noti con la memoria al Tribunale del Riesame, le risultanze di una consulenza tecnica «da cui emerge la mancata giustificazione della provvista impiegata (oltre 16 miliardi di lire) per la reintestazione di crediti a nome di Fininvest Roma, in parte riportati nel bilancio di esercizio 1977 della Fininvest spa».
Per il Tribunale del Riesame c’è «l’astratta configurabilità dell’illecito ipotizzato, in quanto il presunto finanziamento di 20 miliardi di lire ricevuto da Silvio Berlusconi da parte di esponenti di Cosa nostra, tra cui l’ascendente del Graviano, doveva servire ad agevolare un assetto di potere funzionale alle aspettative di Cosa nostra, creando le premesse per l’affermazione di una nuova forza politica guidata da Berlusconi, per la cui realizzazione sarebbero state eseguite le stragi del biennio 92-94. La chiara finalità terroristica eversiva delle stragi – conclude il collegio – si ipotizza quindi ancorata a rapporti economici o alle reciproche utilità dei protagonisti dell’intesa».

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