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M5s discute sui ministri. Sul tavolo l’ipotesi del ritiro

Di Maio: «I cinque stelle non esistono più, sono un partito padronale». Le reazioni di centrodestra e centrosinistra

Pubblicato il: 15/07/2022 – 14:55
M5s discute sui ministri. Sul tavolo l’ipotesi del ritiro

ROMA Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha respinto le dimissioni del premier Mario Draghi e ha invitato il Presidente del Consiglio a presentarsi al Parlamento. Mercoledì Draghi riferirà alle Camere.
In ambienti del M5s circola l’ipotesi del ritiro dei ministri del Movimento prima di mercoledì, uno scenario che secondo fonti parlamentari sarebbe fra quelli sul tavolo dei confronti interni in corso.
Questa soluzione, a quanto si apprende, è stata discussa anche nel consiglio nazionale di ieri. «Il consiglio nazionale si riunirà di nuovo oggi e faremo le nostre valutazioni», ha risposto la capogruppo al Senato, Mariolina Castellone.
In mattinata c’è stato un confronto tra Giuseppe Conte e la delegazione del M5s al governo sulla complessità della situazione. Lo fanno sapere fonti del M5s, spiegando che il confronto ha ribadito l’unità e la compattezza del Movimento. Rispetto ad alcune ricostruzioni apparse sugli organi di stampa, viene aggiunto, si smentisce che il presidente Conte abbia chiesto le dimissioni dei ministri.

Il dissenso nel M5S

Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà ha esplicitato il proprio dissenso verso la linea dura emersa nel partito. D’Incà avrebbe chiarito di non condividere la posizione di chi nel Movimento vorrebbe il ritiro dei ministri e, quindi, il tramonto definitivo anche dell’ipotesi di un nuovo sostegno al premier Mario Draghi. Un dissenso, avrebbe spiegato, dovuto alla preoccupazione per il Paese, per le sorti del Pnrr e per le conseguenze europee.
«Il M5s non c’è più, ora si chiama il partito di Conte. È un partito padronale che ha deciso di anteporre le proprie bandierine alla sicurezza e all’unità nazionale», afferma il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio.

Il centrodestra

Incontri, telefonate e videocollegamenti oggi anche tra Matteo Salvini e i dirigenti della Lega. Salvini ha sentito Giorgetti, Attilio Fontana, Fedriga, Zaia, i vicesegretari, i capigruppo e Roberto Calderoli. «Faremo il bene dell’Italia e degli italiani», ha detto loro Salvini. «Lega e Forza Italia prendono atto della grave crisi politica innescata in modo irresponsabile dai Cinquestelle che, come ha sottolineato il presidente Mario Draghi, “ha fatto venir meno il patto di fiducia alla base dell’azione di governo”. Dopo quello che è successo, il centrodestra di governo vuole chiarezza e prende atto che non è più possibile contare sul Movimento 5 Stelle in questa fase così drammatica», si legge in una nota congiunta di Forza Italia e della Lega, al termine di una telefonata tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi.
«L’unica cosa che non possiamo permetterci è galleggiare. C’è la guerra in Ucraina, una difficile situazione economica, energetica e sanitaria, l’Italia ha bisogno di un governo forte e coeso per attuare il Pnrr, varare la legge di bilancio, affrontare la crisi derivante dall’inflazione e continuare a contrastare la pandemia. Quindi, o c’è la fiducia o si va al voto. Non possiamo tornare alla politica dei ‘no’ e dell’assistenzialismo: o consentiamo a Mario Draghi di lavorare al meglio, senza dannosi compromessi al ribasso, oppure è meglio il voto». Lo afferma il presidente di Noi con l’Italia Maurizio Lupi.

Il centrosinistra

Abbiamo chiesto al presidente Mario Draghi di rivedere la sua decisione: una crisi in questo momento apre prospettive incerte per il Paese. Si è aperta nelle scorse settimane una interlocuzione sul tema dei salari, dare una risposta è una priorità”, ha detto il ministro del lavoro e delle politiche sociali, Andrea Orlando. «Le urne non vanno demonizzate, ma andarci alla vigilia di una legge di bilancio in un quadro pandemico che si fa sentire e in una situazione internazionale come quella attuale, senza aver messo in sicurezza redditi di lavoratori e pensionati e aver dato risposte sull’incidenza dell’inflazione, non è certamente la soluzione migliore», ha aggiunto.
«Ora bisogna agire. Siamo in mobilitazione permanente da qui a mercoledì – giorno del dibattito in Aula – per consentire che Draghi possa andare avanti. Faremo di tutto per avere un Draghi Bis libero dai condizionamenti che affronti le scelte necessarie al Paese», scrive nella sua e-news Matteo Renzi.
«Dobbiamo lavorare per un bis di Draghi. Lo richiede la sicurezza dell’Italia. Ma senza un chiaro impegno della Lega ad abbandonare la linea ‘diversamente 5S’ e la consapevolezza dalle parti del PD che Conte non potrà farne parte, è meglio astenersi ed evitare ulteriori figuracce», scrive su Twitter il leader di Azione Carlo Calenda.

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