ROMA In Emilia Romagna e Veneto i cittadini accedono alla migliore assistenza, sia sanitaria che sociale. Esattamente il contrario si può dire di chi risiede nella Regione Calabria, che rimane ancorata al fondo della classifica. È quanto emerge dai risultati della decima edizione del Rapporto sulle Performance Regionali elaborato da Crea Sanità (Centro per la ricerca economica applicata in Sanità) e presentato oggi in Senato. Il ranking è frutto del contributo di un panel di 107 esperti basato su una valutazione che unisce le preferenze di utenti, istituzioni, professioni sanitarie, management aziendale e industria medicale, relativi a 6 parametri: Appropriatezza, Economico-Finanziaria, Equità di accesso, Esiti, Innovazione e Sociale. «Anche le migliori performance regionali – spiega il Rapporto – risultano ancora molto distanti da una performance ottimale. Quasi un terzo delle regioni non arriva neppure ad un livello pari al 30% del massimo ottenibile. Quattro regioni sembrano avere livelli complessivi di tutela significativamente migliori dalle altre: Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Lombardia.
Di queste due hanno livelli di performance che superano la soglia del 50% (Veneto ed Emilia Romagna, con il 54% ed il 52%). Toscana e Lombardia si posizionano a ridosso, al 48% e al 44%».
Nel secondo gruppo ci sono 4 Regioni, con livelli di performance superiori al 40%: P.A. di Trento, Umbria, Friuli Venezia Giulia e P.A di Bolzano. Nel terzo gruppo invece Sardegna, Piemonte, Valle d’Aosta, Marche, Liguria e Lazio e Basilicata, con livelli compresi nel range 30-40%. Infine, 6 regioni hanno livelli inferiori al 30%: Sicilia, Puglia, Molise, Abruzzo, Campania e Calabria.
«Anno dopo anno – spiega Federico Spandonaro, presidente del Crea e professore all’Università di Roma Tor Vergata – rimane pressoché costante il gruppo delle regioni nell’area dell’eccellenza. Ma nel miglior risultato del Veneto e dell’Emilia Romagna, ha inciso l’introduzione della nuova Dimensione Sociale, che ha penalizzato ulteriormente la Calabria, regione che negli anni non evidenzia segnali di recupero».
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