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l’intervista

A Roccella Jonica il team di Medici senza frontiere. «In prima linea dove viene rilevato un bisogno» – VIDEO

Dieci persone tra medici, infermieri, psicologi e mediatori culturali, per fornire supporto ai migranti. Intanto al porto sono in corso alcuni lavori

Pubblicato il: 17/07/2022 – 19:12
di Mariateresa Ripolo
A Roccella Jonica il team di Medici senza frontiere. «In prima linea dove viene rilevato un bisogno» – VIDEO

ROCCELLA JONICA Lavoreranno in sinergia con le altre organizzazioni (Croce Rossa e Protezione Civile) già presenti a Roccella Jonica per operare all’interno dell’area della struttura allestita al porto delle Grazie e garantire tutto il supporto necessario affinché gli sbarchi di migranti avvengano in sicurezza. Gli operatori di Medici Senza Frontiere sono già da un paio di settimane al lavoro nella cittadina della Locride che dall’inizio del 2022 ha accolto circa settemila migranti. Persone provenienti da Iraq, Iran, Afghanistan, Libano, Palestina, Pakistan, Egitto, Siria, Bangladesh e – negli ultimi mesi – prevalentemente partite dalla Turchia a bordo di barche a vela, alla ricerca di salvezza. 

L’attività di Msf a Roccella Jonica

Un team di dieci persone composto da medici, infermieri, psicologi e mediatori culturali. A Roccella Jonica l’attività di Medici senza frontiere si svolgerà in due parti: la prima attraverso un triage sanitario al momento dello sbarco sbarco e, poi, all’interno dell’area della tensostruttura dove è presente un ambulatorio in cui verranno fornite consulenze mediche e psicologiche. «Cerchiamo di intervenire dove viene rilevato un bisogno, – spiega ai nostri microfoni Giovanni Perna, capo progetto di Medici senza frontiere a Roccella Jonica –  ci è stato segnalato l’aumento degli sbarchi su questa costa e abbiamo rilevato la necessità di un’assistenza sanitaria più puntuale all’interno dell’area portuale». L’obiettivo principale, prosegue Perna, è quello di «fornire una assistenza sanitaria di base anche a livello di sanità mentale all’interno dell’area della tensostruttura, cercando poi di effettuare dei follow-up sanitari nei centri di prima e seconda accoglienza». Durante la loro prima settimana di attività nella Locride, gli operato di Msf hanno effettuato circa 60 consultazioni mediche sui migranti che fino a qualche giorno fa erano presenti all’interno della tensostruttura. «Abbiamo un protocollo d’intesa con la prefettura di Reggio Calabria e operiamo in stretta collaborazione con gli altri attori presenti a vario titolo. Saremo qui per tutta l’estate e rivaluteremo i bisogni e vedremo la necessità della nostra presenza», ha spiegato Perna.

Al porto lavori in corso. Zito: «Molti cambiamenti dal punto di vista strutturale e in tema di responsabilità»

Intanto, nella struttura al porto delle Grazie, dove al momento non sono presenti migranti, i lavori vanno avanti per la realizzazione di una struttura sempre più idonea all’accoglienza. «È cambiato molto dal punto di vista logistico, ma anche nell’organizzazione», afferma il sindaco Vittorio Zito. Diverse le interlocuzioni tra il primo cittadino e il ministero dell’Interno dopo l’ondata di sbarchi degli ultimi mesi. «È cambiato molto – spiega Zito – anche nell’approccio in tema di responsabilità. Roccella è un unicum e continua ad esserlo perché è l’unico posto dove un ente locale deve farsi carico di cose che normalmente sono a carico del Ministero. Qui non c’è un hotspot e non è riconosciuto come tale, però abbiamo i numeri di un hotspot. Questo – ha concluso il primo cittadino – è stato compreso e ci stanno dando una mano importante».

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