Ultimo aggiornamento alle 15:01
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 6 minuti
Cambia colore:
 

l’inchiesta

L’orrore degli ospiti del Centro di Corigliano Rossano. «Ti tiro un pugno e ti faccio cadere i denti»

Schiaffi, pugni, vessazioni per i sette ragazzi diversamente abili. «Lo sai come mi chiamano, “U Cannibale”»

Pubblicato il: 19/07/2022 – 16:45
di Fabio Benincasa
L’orrore degli ospiti del Centro di Corigliano Rossano. «Ti tiro un pugno e ti faccio cadere i denti»

COSENZA «Oggi stai facendo la dispettosa, io ti azzicco (ti picchio)», diceva Francesco Ritacco, uno delle tre persone finite agli arresti domiciliari a Corigliano Rossano – al termine di una operazione condotta dai militari del Reparto Territoriale guidati dal tenente colonnello Raffaele Giovinazzo – rivolgendosi ad uno dei sette giovani di un centro diurno, sottoposti a violenza fisica e psicologica. «Lo sai come mi chiamano, “Cannibale” anzi U Cannibale”», continua l’educatore della struttura che «con forza poneva il proprio ginocchio sulla gamba della vittima». E’ solo uno dei numerosi episodi documentati dagli investigatori, in un anno di indagini svolte per accertare le presunte violenze perpetrate ai danni di coloro che in quel Centro diurno speravano solo di ricevere assistenza e supporto.

«Ti tiro un pugno e ti faccio cadere i denti»

Ritacco si sarebbe reso protagonista di alcune presunte violenze, finite negli atti dell’inchiesta. In una occasione, A.E. «viene afferrato e preso a schiaffi», mentre alla povera G.C. lo stesso indagato minaccia di tagliare la sciarpa preferita: «Lo tagliamo un pezzettino? Giusto per farti vedere?». Le percosse erano continue ed alcune si sarebbero verificate anche fuori dalla struttura. Il 14 aprile 2022, «mentre si trovava a bordo di una Fiat Talento con il quale i ragazzi venivano condotti al centro, percuoteva F.B. affermando che stava praticando la “terapia del dolore” e gli diceva “confermami che sei sicuro tre volte”» e proseguendo concludeva sussurrando «le mani sono due, devo romperle tutte e due». Anche l’operatrice socio sanitaria Luciana Antoniotti è finita ai domiciliari, nell’ambito della medesima inchiesta. E da quanto emerso, non avrebbe risparmiato umiliazioni e vessazioni ai poveri ospiti della struttura. Nell’elenco delle presunte condotte illecite segnalate dagli investigatori, figurano schiaffi, minacce ti tiro un pugno e ti faccio cadere i denti») e urla. In una occasione, l’indagata avrebbe «sferrato due violenti schiaffi in volto a V.N. tanto che il ragazzo, per reazione, alzava le mani in segno di resa». F.B. dopo aver aperto il cassetto di un mobile, si sarebbe beccato le urla di rimprovero di una indagata e le minacce di Antoniotti: «ti faccio andare all’ospedale, oggi qua». Nel novero delle molestie non mancano neanche i giudizi – evidentemente non richiesti – sui capi indossati da alcuni ospiti del Centro. Sempre V.N. diventa destinatario di offese, «perché possedeva una tuta sudicia» che se avesse indossato anche il giorno successivo «l’avrebbe tagliata facendola in mille pezzi». Una lunga sequela di improperi e costanti umiliazioni destinate a ragazzi diversamente abili, un Centro trasformatosi in un luogo dal quale fuggire impauriti e con segni di maltrattamenti. Alcuni episodi, sarebbero avvenuti – secondo l’accusa – in presenza di altri operatori che poco o nulla avrebbero fatto per impedirli. E’ il caso della terza persona finita ai domiciliari, l’Oss Grazia Fusaro. Il 7 marzo del 2022, l’indagata confessa a F.B. «che sarebbe stata felice se lui non fosse più andato al centro e per punirlo, in quanto vivace, lo costringeva a non consumare la merenda nonostante i suoi compagni stessero mangiando. Grazia Fusaro avrebbe anche omesso di intervenire «in tutti i casi di aggressione» verificatisi nella struttura.

Le denunce

Il giovane ospite F.B. spesso «tornava dal centro e rimetteva». E’ la mamma a raccontare tutti i dettagli delle travagliate ore trascorse nel Centro, finito al centro dell’inchiesta dei carabinieri. Lo stesso F.B. viene intercettato e racconta delle percosse subite da un altro ospite: «…E picchiava a L., gli ha tirato un calcio, gli ha fatto male, a me mi ha sbattuto al muro, a me ha fatto male tutto il collo». L’attività di indagine trae origine dalla trasmissione dell’informativa della Legione Carabinieri Calabria – Reparto Territoriale di Corigliano Rossano del 15 novembre 2021 contenente un’annotazione redatta da un militare «volontario di un associazione no profit» che fornisce assistenza ai ragazzi disabili. Il militare avrebbe raccolto le confessioni della mamma di F.B. circa i maltrattamenti e le violenze che si sarebbero consumate all’interno del Centro diurno di Corigliano Rossano. E’ dunque il carabiniere a fornire un primo ed inquietante spaccato sui gravi episodi verificatisi nella struttura. Alle informazioni del militare, si aggiungono i racconti dei genitori dei ragazzi disabili. «Mio figlio ha un grave ritardo mentale, ad esempio quando parliamo ti guarda e non ti ascolta. E’ dolce e buono, si gratta quando è nervoso lui non piange se non quando ha dolori forti». Le narrazioni continuano, i genitori si rivolgono ai carabinieri e aggiungono ulteriori dettagli. C’è chi parla di segni di violenza e chi addirittura prova a sincerarsi delle condizioni del proprio figlio contattando il centro e beccandosi anche i rimproveri di una delle dipendenti: «non vi fidate di noi». Evidentemente no. Una mamma chiede di parlare con il figlio che dall’altra parte della cornetta prova a tranquillizzarla: «sto bene». Ma la donna precisa: «sapevo che mio figlio stesse piangendo».

Intercettazioni e immagini video

A supportare gli investigatori nelle indagini sono le intercettazioni e le immagini tratte dalle telecamere piazzate nella struttura e dalle quali si evince «l’ulteriore evidenza dei metodi violenti utilizzati dagli indagati». Le immagini ritraggono Grazia Fusaro mentre interviene per costringere A.E. «a lasciare la presa su un foglio di carta di pertinenza di un altro ospite della struttura, poi agisce nuovamente con vigore nei confronti del ragazzo, stavolta giustificatamente in quanto lo stesso stava tirando i capelli ad una compagna». Gratuita ed eccessiva, invece, viene definita «la violenza esercitata da Ritacco che prende il ragazzo dal collo, gli sferra uno schiaffo e poi utilizza la pressione del proprio ginocchio sulla sua gamba per indurlo a rimanere seduto». Il 9 marzo 2022, dopo essere giunti al centro diurno, gli ospiti si recano in un locale attiguo alla struttura. I microfoni intercettano le urla provenienti dall’esterno. «Si sente Luciana Antoniotti rimproverare F.B. ed invitarlo a non tenere comportamenti violenti nei confronti di suo fratello, anch’egli diversamente abile, frequentatore del centro. L’indagata urla: «Mio fratello non lo devi toccare, ti mando all’ospedale, non ti permettere più. Hai capito?». Qualche giorno dopo alcuni protagonisti della vicenda commentano quanto accaduto. Ritacco e un altro interlocutore esternano pareri su come gestire i ragazzi. L’indagato finito ai domiciliari, che non aveva fatto mistero dell’utilità della violenza per gestire F.B., afferma che il comportamento di Antoniotti era stato «inopportuno e determinato dal fatto che il ragazzo aveva percosso il fratello dell’operatrice». Ritacco, tuttavia, manifesta solidarietà alla collega e afferma di «aver goduto della percossa al pari della stessa autrice del gesto, ripromettendosi di percuotere il ragazzo in futuro con una serie di schiaffi a ripetizione». La captazione riporta lo sfogo di Ritacco: «Quanto ha goduto Luciana, ma quanto ha goduto ti giuro» e il commento aggiuntivo è condito da risatine in compagnia del suo interlocutore. «Sai qual è stata la morte di F.B.? Che non sapeva che Luciana aveva il ciclo. Quella è stata la morte di F.B.».

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x