CROTONE Commemorazione questa pomeriggio anche ai giardini “Falcone e Borsellino” di Crotone per il trentennale delle stragi nel ricordo di Dodò Gabriele, il piccolo di appena undici anni assassinato la sera del 25 giugno del 2009 mentre giocava a pallone col papà Giovanni su un campetto di calcio in contrada Margherita, nella periferia a nord della città.
L’evento è stato organizzato dalla sezione locale di “Italia Nostra” e da “Libera” di don Ciotti. Presenti alla cerimonia commemorativa Paola Liguori, consigliera nazionale di Italia Nostra, Antonio Tata, referente di Libera a Crotone, Pino De Lucia di Confcooperative Calabria, Giovanni Gabriele e poi i componenti delle due associazioni. Le due associazioni hanno annunciato la piantumazione di un ulivo bianco, simbolo d’innocenza e purezza, in quello che verrà trasformato nel “giardino dei giusti”. L’albero recherà la memoria proprio del piccolo vittima innocente di ‘ndrangheta.
Sono passati 13 anni dalla strage dei campetti di Margherita e, il prossimo 17 ottobre, Dodò avrebbe compiuto 24 anni. Ma il suo ricordo oggi è più vivo che mai, soprattutto nelle associazioni che combattono la ‘ndrangheta a Crotone, così come nel resto d’Italia. E così, Dodò avrà un posto al fianco dei martiri delle stragi di Capaci e via D’Amelio a Palermo a memoria di tutti coloro che faranno visita ai giardini Falcone e Borsellino di Crotone. Così come hanno fatto questa sera i 13 ragazzi dei “campi di Libera” che sono tutti giovanissimi (tra i 16 e i 29 anni) e provenienti dall’associazione di volontariato “Bimbo chiama Bimbo” di Brescia. Sono accompagnati dai due referenti Valeria Della Valle e Davide Vighenzi. Resteranno a Crotone per una settimana, occupando la loro giornata al servizio dell’Emporio solidale, della mensa della Caritas intitolata a Padre Pio, dell’impianto sportivo comunale “Settore B” e tra i minori gestiti dall’associazione Kairos.
«Dodò è diventato un martire – ha spiegato Liguori – e per questo merita di essere ricordato, così come meritano di essere supportati i suoi eroici genitori che hanno subito questo grandissimo dolore. Ed è bene anche che Dodò venga ricordato per sempre in questo giardino che chiameremo il “giardino dei giusti” perché qui abbiamo piantato alberi di ulivo bianco per le vittime innocenti sia della mafia, che del terrorismo. Abbiamo promesso al papà Giovanni che metteremo prossimamente a dimora questo tipo di albero che fa delle drupe di colore bianco e, quando fiorisce, sembra una nuvola bianca che porta verso il cielo e quindi verso Dodò».
Antonio Tata di Libera si è invece soffermato sul significato del sacrificio di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e delle loro scorte. «Sono uomini e donne dello Stato – ha ricordato – che sono morti perché hanno voluto fare fino in fondo il loro dovere. Sono quelli che hanno dato consistenza e verità all’affermazione che lo Stato c’è. Se tutti i servitori dello Stato facessero fino in fondo il loro dovere, senza rischiare la vita ovviamente, vivremmo in un mondo ideale. Ma questo non è purtroppo possibile. Allora lo Stato c’è se ci sono i cittadini che rispettano le regole. Quando veniamo meno al nostro dovere civico lo Stato non c’è».
Proprio dell’impegno civico e di volontariato di Libera ha parlato Valeria Della Valle. «Voglio ringraziare i ragazzi che hanno scelto di fare questa esperienza – ha detto Valeria –. Veniamo tutti da una realtà del volontariato di Brescia e cerchiamo di fare nel quotidiano quello che Antonio Tata ha appena suggerito, soprattutto con le piccole azioni che compiamo con l’associazione. Abbiamo scelto di venire qui a Crotone per arricchirci e portare il vostro esempio nel nostro contesto».
A margine della cerimonia commemorativa, anche Giovanni Gabriele ha rilasciato alcune dichiarazioni. Aveva indosso una t-shirt nera con su stampato il volto di Dodò e dietro una frase di Paolo Borsellino per l’impegno contro la mafia. «Oggi è il trentennale delle stragi di mafia – ha ricordato Giovanni – ed è un giorno che non dobbiamo mai dimenticare. Perché dobbiamo avere la certezza di dire ai giovani da che parte stare anche in occasioni come questa. La legalità va coltivata 365 giorni all’anno». «Ringrazio anticipatamente Italia nostra – ha detto con commozione Giovanni – per l’ulivo che dedicherà in memoria di Dodò perché, al di là della bellezza dell’albero, sarà una trascrizione vivente del suo nome e chiunque transiterà al suo cospetto leggerà di questa triste storia e chi era questo bambino». «Lo Stato c’è – ha concluso Giovanni – perché siamo noi e, se noi ci siamo, esso risponde. Ho scelto di indossare questa maglietta col volto di Dodò e una frase di Borsellino: ho voluto ricordarli così».
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