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Concussione per un dirigente del Comune di Catanzaro, le persone offese pronte a costituirsi parte civile

Secondo l’accusa, i gestori del Lido Jonio avrebbero ricevuto pressioni illecite dopo l’incendio dello stabilimento

Pubblicato il: 20/07/2022 – 19:05
Concussione per un dirigente del Comune di Catanzaro, le persone offese pronte a costituirsi parte civile

CATANZARO Hanno preannunciato che si costituiranno parte civile, nel processo che li vede persone offese, Matilde Talotta (difesa dall’avvocato Giuseppe Carvelli) e il marito Aniello Grampone (difeso dall’avvocato Michele Gigliotti). Il procedimento, rinviato al 21 settembre per impedimento di una delle parti, vede imputati Andrea Adelchi Ottaviano, 59 anni, in qualità di dirigente del settore Edilizia provata e Sue del Comune di Catanzaro (difeso dagli avvocati Francesco Iacopino e Crescenzio Santuori), e di Giovanni Valentino, 67 anni, proprietario dello stabilimento balneare “Lo Jonio ce l’hai” che si trova a Catanzaro Lido (difeso dall’avvocato Nunzio Raimondi). Entrambi sono accusati di concussione in concorso.
Secondo l’accusa, in seguito all’incendio doloso che aveva interessato lo stabilimento balneare (del quale sono gestori Matilde Talotta coadiuvata dal marito Aniello Grampone) era sorta una controversi tra i gestori e il proprietario Valentino il quale si sarebbe rifiutato di sostenere le spese di rimozione e bonifica dell’area interessata dall’incendio, pretendendone l’esecuzione a spese di Talotta ma sotto la sua supervisione e con una ditta da lui scelta.

La convocazione dal dirigente Ottaviano

A questo punto della vicenda si inserisce la figura di Ottaviano il quale – nonostante i gestori avessero ottenuto dall’autorità giudiziaria un’autorizzazione al fine di provvedere alla bonifica – non solo contestava l’autorizzazione giudiziaria, ma si premuniva di convocare nel proprio ufficio Matilde Talotta e Valentino. Il giorno della convocazione la signora Talotta si è presentata insieme al marito Grampone e al proprio legale. Ottaviano perà chiese all’avvocato e al marito di allontanarsi perché, avrebbe detto, «il signor Valentino è venuto da solo quindi la signora Talotta sarà da sola».
A questo punto il dirigente comunale, secondo l’accusa avrebbe intavolato una «anomala trattativa tutta pendente a favorire Valentino».
«Allora, l’interesse del Valentino e non soltanto farsi il lido nuovo, manche recuperarsi quello che è possibile dal vecchio.. ergo le due cose sono quasi inconciliabili, che difficoltà avete voi a dire non faccio la pulizia e a questa cosa qua ci metto un paravento, una cerata». 
In parole povere Adelchi Ottaviano chiedeva a Talotta e al marito di non provvedere a eseguire i già autorizzati lavori di bonifica o di eseguirli a loro spese ma lasciando decidere a Valentino la ditta a cui rivolgersi e il modo in cui operare (ossia dare una mera copertura lasciando le cose come stavano). Così facendo il dirigente avrebbe procurato a Valentino un vantaggio patrimoniale. 

La telefonata al funzionario della Regione

Inoltre, secondo l’accusa, Ottaviano, facendo intendere ai gestori di poter incidere sulle vicende che riguardavano le loro istanze, ha contattato per telefono, davanti a Talotta e Grampone, il funzionario della Regione Alessandro Romeo: «Io vorrei se tu mi dai, mi dici di sì, farti parlare direttamente con il gestore, così ti spiega quali sono le problematiche del gestore e poi ci vediamo tu ed io vediamo da… come gestirla… martedì pomeriggio vengono loro e mercoledì vengo io».

L’invio dei Vigili urbani

I gestori Matilde Talotta e Aniello Grampone si sono sempre rifiutati di piegarsi alle pressioni e hanno strenuamente sporto querele.
Nonostante Ottaviano abbia inviato al lido, a lavori avviati, i Vigili urbani di Catanzaro segnalando la presenza di lavori abusivi «pur consapevole che la Talotta era stata autorizzata all’esecuzione della bonifica dall’autorità giudiziaria». (ale. tru.)

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