Franco, Franco, non si fa così… non una parola in più, non un messaggio, nulla di nulla. L’ultimo caffè al bar l’altro giorno chiacchierando di politica come faceva sempre e non un segnale. No. Non si fa così. Nessuno era pronto e non se ne doveva andare così. Troppe parole in sospeso, troppe cose ancora da condividere. Franco Capalbo, 71 anni, sindacalista e politico, era portatore di valori sani. Agli scout da ragazzi e poi da “grandi” quale maestro e testimone di vita. La lealtà, l’amicizia, la coerenza, la semplicità. La sua è stata una vita dedicata agli altri. A Ninetta, e immaginarla “sola” è un dolore sordo, cupo, nel petto, ai meravigliosi figli Luigi e Simona ed ai nipoti, alle generazioni di ragazzi cresciuti con lui negli scout, ai suoi colleghi all’Enel. E poi la politica, la sua grande passione. Il Movimento Sociale Italiano, Alleanza Nazionale, quindi quell’anima critica, anche costruttiva, nei confronti di una destra che stava andando alla deriva e contro le ingiustizie. Poi l’approdo all’allora neonata Fratelli d’Italia, fianco a fianco ad Ernesto Rapani.
Franco lo si ricorda per il suo carattere temperato, a volte spigoloso e duro. Ma coerente. Nessun inciucio, tutto alla luce del sole, da assessore, da mentore per tutti. La politica per lui era una cosa seria, vera, di cuore, vissuta con l’anima. E per questo se ne era allontanato, disgustato dalla politica di oggi. Si era dimesso da assessore, da segretario di partito perché non condivideva più idee ma soprattutto atteggiamenti ed è stato uno strenue sostenitore della fusione. È sempre stato un testimone di vita, una persona alla quale CREDERE, uno con le palle a cui ispirarsi. I suoi due meravigliosi figli Simona e Luigi, i suoi nipoti, Ninetta, avranno ora solo un ricordo a cui aggrapparsi. No, Franco, non si fa così.
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