REGGIO CALABRIA La mostra “Cretae Pictae. Maioliche di Gerace per i Cavalieri di Malta”, a cura di Sante Guido e Alfredo Ruga, che si terrà dal 21 luglio al 2 ottobre presso la cittadella vescovile di Gerace, è un progetto ideato da Giuseppe Mantella e dall’Associazione Arte e Fede e ed è promossa dalla Diocesi di Locri-Gerace, dal Comune di Gerace, dalla Deputazione della cittadella vescovile di Gerace e da Heritage Malta.
L’Associazione Arte e Fede attiva da sette anni sul territorio, promuove con la sostanziale attività di molti giovani studenti e ricercatori provenienti da diverse università italiane numerose iniziative culturali, volta alla conoscenza e alla riscoperta della ricchezza e delle peculiarità del territorio geracese e dell’intera diocesi di Locri e Gerace. In particolare, questa esposizione vuole porre l’attenzione su un certo periodo della storia di Gerace: il tardo periodo rinascimentale e la prima età barocca, durante il quale la cittadina diviene attraverso le sue botteghe centro produttivo di ceramiche di altissima espressività artistica, dallo stile unico ed originale tale da raggiungere anche terre più lontane. Le maioliche qui presentate sono state realizzate nel XVII sec. a Gerace come vasi da farmacia per la Sacra Infermeria, l’ospedale fondato dai cavalieri ospedalieri di San
Giovanni Battista appena giunti a Malta nel 1530; si tratta di testimonianze artistiche
gentilmente concesse da Heritage Malta, l’ente governativo per la tutela del patrimonio, che è stato coinvolto grazie all’interessamento dell’Ambasciata di Malta presso la
Repubblica italiana. Tutti gli esemplari sono caratterizzati da un’accesa policromia atta a definire i motivi floreali e i ritratti inseriti all’interno di medaglioni, dipinti con il solo intento decorativo, che nulla hanno in relazione a quanto fosse contenuto nel vaso. Lo stile che contraddistingue queste ceramiche, comune alle maioliche geracesi realizzate tra il Cinquecento e il Settecento, è il risultato dell’incontro dell’influenza veneziana e di quella ligure sul territorio calabrese.
Tre dei vasi esposti sono particolarmente interessanti perché presentano sul fronte lo
stemma di Alof di Wignacourt, Gran Maestro di origini francesi, eletto nel 1602 al Magistero, che governò l’isola per ventuno anni e sette mesi no al 1622. Fu durante il
periodo del suo magistero che trovò ospitalità sull’isola di Malta, precisamente tra il
1607 e 1608, fuggendo da Roma, Michelangelo Merisi detto Caravaggio. Nel biennio
di permanenza sull’isola e di appartenenza all’ordine, Caravaggio dipinse famosi
quadri come la decollazione di San Giovanni Battista, ma anche il ritratto di Alof di
Wignacourt, conservato oggi al Louvre. Questa mostra è stata l’occasione per approfondire la storia della produzione maiolicara geracese, infatti, da alcuni atti notarili del Seicento gli studiosi hanno desunto i nomi dei maestri vasai attivi in città. Ad esempio si legge del maestro Bartolomeo Amellino, con fornace in località Radicena, e il suo allievo Ercole di Galatro; un tale maestro Gio; il maestro Domenico Cama che nel 1601 assunse per tre anni come aiutante di bottega, Giuseppe Remualdo. In particolare, i documenti relativi alla bottega di Domenico Cama sono una viva testimonianza della produzione sia di semplice vasellame bianco da tavola, ma anche di maioliche policrome di maggior rilievo. Tra i vari nomi possibili sono comunque due i maestri che emergono in questo panorama in modo più incisivo: Jacopo Cefali e Giuseppe Piraina al quale si affiancherà il figlio, Geronimo, pittore più che ceramista.
La mostra sarà lo spunto per una nuova ricerca condotta durante l’edizione 2022 del
progetto Arte e Fede nella diocesi di Locri -Gerace, fortemente voluto da Sua Eccellenza mons. Francesco Oliva , vescovo di Locri-Gerace che si svolgerà dal 24 luglio al 14 agosto, durante il quale grazie alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Reggio Calabria e la Provincia di Vibo Valentia, guidata dal Soprintendente Fabrizio Sudano, il materiale di scavo della città di Geracese emerso duranti gli scavi eseguiti nella città durante gli ultimi 40 anni comprendente anche materiale ceramico , sarà oggetto di studio e messa in sicurezza , permettendo così di avere oggi più complete informazioni circa la storia della produzione locale. È
possibile individuare un percorso di valorizzazione, dunque, delle stesse ceramiche in
una nuova iniziativa museale che possa raccontare la storia delle maioliche di Gerace
attraverso la formazione di un centro studi dedicato che avrà come luogo principe il
Comune di Gerace e la Cittadella Vescovile.
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