CROTONE I “lavori” per la costruzione del nuovo pronto soccorso del “san Giovanni di Dio” saranno consegnati alla ditta appaltatrice il prossimo 25 luglio. Entro 380 giorni la ditta, che si è aggiudicata il progetto (Sami, conosciuta per avere realizzato il Palazzo di giustizia a Catanzaro), dovrebbe consegnare il manufatto ultimato. Questo almeno prevedono gli accordi sottoscritti tra le parti. A dare la notizia è stato il commissario dell’Azienda sanitaria provinciale pitagorica, Domenico Sperlì, nel corso di un incontro con la stampa, tenutosi questa mattina nei locali della direzione strategica a fondo Gesù. Gli argomenti affrontati con i giornalisti dal commissario Sperlì, sono stati davvero tanti. In verità l’incontro era stato convocato per chiarire alcune polemiche apparse di recente sulla stampa. In particolare per rispondere alle accuse del Partito democratico circa la perdita di cospicui finanziamenti. Sperlì non nomina mai il Pd, ma replica alle accuse che sono arrivate nel corso di una recente iniziativa, tenutasi a Crotone, che ha visto, tra gli altri, la presenza dell’ex consigliere regionale Carlo Guccione.
Argomento del contendere è la realizzazione del pronto soccorso Covid che prevede di costruire una struttura con undici posti letto: otto destinati alla terapia sub-intensiva e tre intensiva. I fondi previsti sono cospicui. La realizzazione di questa struttura, come ha spiegato Sperlì, è rientra in un accordo quadro nazionale, «recepito dalla Regione Calabria con un proprio deliberato del 16 giugno 2020. L’Asp pitagorica non ha responsabilità per questo progetto, che è seguito direttamente dalla Struttura commissariale nazionale per l’emergenza Covid».
Questa ultima struttura, in data 20 novembre 2020, ha inviato all’Asp lo studio di fattibilità del progetto. In soli dieci giorni, il 30 novembre 2020, l’Asp ha fatto pervenire la propria risposta. Sono seguiti quattro mesi di silenzio e nel mese di marzo del 2021 la struttura commissariale nazionale ha trasmesso all’Asp il progetto, chiedendo l’approvazione. Entro il mese di marzo l’iter poteva essere chiuso e procedere all’assegnazione dell’appalto ad una Ati che si era aggiudicata la gara. Solo dalla stampa si è appreso che una delle ditte era stata fatta oggetto di indagini da parte della procura di Napoli per appalti riguardanti l’Asp di Caserta. L’Asp di Crotone, a questo punto, ha chiesto chiarimenti al ministero e alla Regione. Nella risposta il ministero ha sollecitato l’Asp pitagorica a pazientare, perché la ditta capofila dell’Ati stava procedendo alla sostituzione del socio interessato dall’indagine. Da quel momento c’è stato un anno di silenzio e solo, in queste ultime ore, il Rup della struttura commissariale nazionale ha chiarito che stanno procedendo alla verifica. Questi i fatti da cui si evince chiaramente che non ci sono responsabilità da parte dell’Asp crotonese sulla mancata spesa dei fondi assegnati per il pronto soccorso Covid.
L’attuale struttura, ormai fatiscente, è stata costruita circa 20 anni fa. L’idea era quella di allestire un edificio da adibire solo temporaneamente a pronto soccorso. Come ha ricordato Sperlì, nel 2014 è partito l’iter per il nuovo pronto soccorso, da costruire nelle immediate adiacenze dell’ospedale in un’area, purtroppo, interessata da vincoli archeologici. Nel 2015 sono iniziati i problemi e solo dopo quattro anni di carte e incontri con i diversi ministeri interessati, la procedura si è conclusa con il via libera e con le prescrizioni da osservare per realizzare la nuova opera. Il via libera è coinciso con l’inizio della pandemia del Covid-19, che ha bloccato tutte le attività. L’area interessata alla realizzazione del nuovo pronto soccorso è stata, infatti, utilizzata per allestire tensostrutture dove accogliere i pazienti Covid. In queste settimane il progetto per la realizzazione del pronto soccorso è ripartito e il prossimo 25 luglio è prevista l’assegnazione dei lavori alla Sami.
Da risolvere c’è anche la scarsa disponibilità di medici e paramedici. Attualmente al pronto soccorso di Crotone ci sono solo sei medici dedicati: due per ogni turno. Se uno di loro dovesse ammalarsi gli altri sarebbero chiamati a sostituirlo. Scarsità di medici e paramedici, ma grande presenza di pazienti. Nei giorni festivi e prefestivi il ricorso al pronto soccorso è di circa 150 pazienti al giorno. Una enorme massa di persone che, nell’intera provincia di Crotone, hanno a disposizione solo la struttura ospedaliera del “San Giovanni di Dio”. A Crotone si fanno i salti mortali per gestire una situazione molto complessa. Una situazione destinata a peggiorare con l’arrivo dei turisti, previsto per il prossimo mese di agosto. E’ per questo che Sperlì si sta organizzando per incrementare il numero dei medici: dal primo agosto i sanitari dovrebbero salire a dieci o forse a dodici.
Non ci sono specialisti disponibili a venire a lavorare all’Asp di Crotone. I bandi e le altre strategie messe in campo dalla direzione strategica non danno risultati, perché non ci sono disponibilità a venire a lavorare a Crotone. Eppure Sperlì e i suoi collaboratori stanno facendo di tutto per riuscire a risolvere il problema degli organici sia dei medici che degli infermieri. La specialistica è molto ridotta.
Si punta alla somministrazione dei vaccini per evitare il ricorso all’ospedale, dove i ricoveri hanno ripreso vigore. Sono aperti tutti i giorni, escluso sabato e festivi, i centri vaccinali di via Nazione Unite a Crotone, a Cirò Marina e Mesoraca. Due volte la settimana (lunedì e mercoledì mattina) resta aperto anche il centro presso la sede della Croce Rossa. L’Asp punta soprattutto sui medici di famiglia per effettuare la somministrazione delle dosi di vaccino anti-Covid, come si fa con quello dell’influenza. (redazione@corrierecal.it)
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