CATANZARO Febbre elettorale nel Paese, febbre elettorale anche in Calabria. Il voto anticipato dopo la caduta del governo Draghi segnerà un’estate caldissima, la seconda consecutiva dopo le Regionali del 2021. Superlavoro per i partiti, di governo ma anche di opposizione in Calabria, in vista di una tornata elettorale che inevitabilmente avrà effetti sugli attuali assetti sia alla Cittadella sia a Palazzo Alemanni, che saranno direttamente coinvolti (e forse anche “travolti”) dalle trattative per le Politiche. Già in queste ore nei corridoi della politica calabrese si fa di conto di quanti, tra assessori e consiglieri regionali, potrebbero candidarsi al Parlamento: uno scenario assolutamente credibile, perché le elezioni del prossimo fine estate-inizi d’autunno autunno impegneranno i partiti (tutti) e le coalizioni (tutte) in una “prova muscolare” che richiederà la discesa in campo diretta e in prima persona di tanti big “signori delle preferenze” e titolari di postazioni che sul piano elettorale possono avere significative ricadute. Le Politiche anche per questo diventeranno così un “tagliando” per l’azione del governatore Roberto Occhiuto, a un anno esatto dal suo trionfo alle Regionali, e per l’azione della sua Giunta, così come però testeranno anche l’efficacia dell’opposizione di centrosinistra e soprattutto del Pd, che solo nelle ultime settimane si è fatta più pressante dopo un inizio piuttosto timido e tiepido. Nei primi ragionamenti dopo la corrida del Senato che ha tagliato le gambe al governo Draghi si stanno già avanzando alcune ipotesi su possibili candidature alle Politiche, a partire dal campo del centrodestra: del resto – riferiscono fonti qualificate – il tema avrebbe già fatto capolino l’altro ieri in una riunione tra lo stesso Occhiuto e i capigruppo della sua maggioranza, e sicuramente diventerà ancora più stringente nei prossimi giorni.
I boatos al momento più accreditati sostengono a esempio che tra i papabili candidati al Parlamento ci sarebbe l’attuale titolare del Turismo Fausto Orsomarso, di Fratelli d’Italia, peraltro già eletto – per pochi giorni – nel 2018 prima di essere bloccato dai riconteggi. E, in quota Lega, molti analisti ritengono possibile una ricandidatura anche dell’assessore regionale al Welfare Tilde Minasi, della Lega, già senatrice per poche settimane prima di aver scelto di restare alla Cittadella. Così come sono vari i consiglieri regionali di centrodestra che potrebbero essere chiamati a cimentarsi e a dare il proprio contributo diretto alle Politiche: in tanti danno per molto probabile la discesa in campo del presidente di Palazzo Campanella, Filippo Mancuso, della Lega, e inoltre già si vocifera di una “chiamata alle armi” dei consiglieri regionali di Fratelli d’Italia, segnatamente di Peppe Neri e di Luciana De Francesco, inoltre anche Francesco De Nisi, capogruppo di Coraggio Italia-Italia al centro, viene indicato come un possibile candidato alle Politiche. Con queste premesse, è evidente che in autunno inoltrato, con l’eventuale elezione di assessori e consiglieri al Parlamento, la Regione entrerà nelle “montagne russe” e potrebbe esserci una vera e propria “rivoluzione” che ridisegnerà sensibilmente la Giunta e la geografia del Consiglio regionale e in generale gli equilibri nella maggioranza di centrodestra. Ma anche dal campo del centrosinistra e del Pd non mancheranno apporti alla sfida elettorale per il Parlamento: il segretario regionale del Pd, Nicola Irto, è già annoverato tra i sicuri candidati, e quotazioni alte avrebbero anche il capogruppo dem a Palazzo Campanella Mimmo Bevacqua e il consigliere regionale Ernesto Alecci. Si capirà comunque nei prossimi giorni, del resto a disposizione dei partiti il tempo potrebbe essere brevissimo e contare su chi è già “allenato” potrebbe essere la soluzione migliore e più conveniente. (c. a.)
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