CATANZARO Nulla di fatto per la presidenza, ed era scontato alla vigilia, in compenso primi abboccamenti dall’opposizione verso il sindaco. Al fondo di una seduta durata circa tre ore, il primo Consiglio comunale di Catanzaro dell’era Nicola Fiorita non elegge il presidente, per la ormai assodata esistenza di due “anatre zoppe” – la coalizione di Fiorita è minoranza mentre la coalizione del competitor Valerio Donato è maggioranza solo in linea puramente teorica – ma registra un clima di dialogo tra gli schieramenti. Dopo l’aspra campagna elettorale insomma anche a Catanzaro compaiono i “responsabili”, e nei vari interventi che anche dai banchi dell’opposizione si sono è emersa la voglia di una sorta di “pax” in virtù del superiore interesse della città e della sua governabilità. Quanto durerà è tutto da verificare ma intanto, a parte qualche accenno di guerriglia, l’esordio del Consiglio comunale, nella sede “non propria” del Palazzo della Provincia, non è stata un bagno di sangue.
Le premesse, in verità sembravano altre, dopo l’intervento di saluto del sindaco Fiorita, che ha lanciato l’appello a «lavorare per Catanzaro e farlo tutti insieme». All’apertura dell’ordine del giorno sull’elezione della presidenza Antonello Talerico, candidato sindaco che ha appoggiato Fiorita al ballottaggio entrando con la sua area nella Giunta, propone una mozione per far indicare, nella scheda per votare, il nome e il cognome in modo da evitare confusione stante l’esistenza di consiglieri omonimi. Tanto basta ad accendere Marco Polimeni, “Catanzaro Azzurra”, coalizione di Donato, che attacca Fiorita: «È stato votato solo da 17mila cittadini, è minoranza e nonostante questo vuole occupare tutte le postazioni e vuole fare patti con chi ha sempre criticato tradendo così i suoi elettori, noi non ci venderemo». Sarà l’unico vero intervento “duro” della seduta. Replica Talerico: «Polimeni dimentica il passato, quando la sua maggioranza si imbarcò quasi tutti al punto che non c’era opposizione, fare oggi il purista e moralista non porta a nulla. Fiorita deciderà con chi lo vorrà sostenere. Che sia minoranza – aggiunge Talerico – lo verificheremo dopo l’elezione del presidente, vedo figure zoppe anche sull’altro versante». Da segnalare poi l’intervento di Sergio Costanzo (“Fare”, coalizione di Donato), che “accarezza” Fiorita e soprattutto stuzzica Donato (che poi a sua volta replicherà a muso duro): «Dalla sua parte non ci sono stati traditori. C’è un vinto sul quale ci sarà tempo di giudicare. C’è un vincitore, a cui faccio i complimenti per l’exploit personale e per la scelta degli assessori. Da parte mia farò un’opposizione tranquilla per 12-18 mesi, poi vedremo se sarà il caso di inasprirla», E l’ex assessore Rosario Lostumbo (Prima l’Italia, coalizione Donato), che dice di aver apprezzato, di Fiorita, il fatto di «non voler parlare delle cose fatte o non fatte del passato».
Quindi Donato, che oggettivamente alza il livello della discussione, anzitutto citando i grandi del passato tra cui «davvero con senso deferenza il papà di Nicola, Franco, che è stato sindaco, e mio padre, del Pci, che fece un’opposizione dura ma non settaria e che mi piacerebbe emulare». E poi – prosegue Donato – «non devo elaborare il lutto per la mancata elezione a sindaco, ho riconosciuto da subito la vittoria del competitore. Sulle ragioni della sconfitta ci sarà motivo di ritornare e ognuno nel suo cuore ben conosce la verità. A Fiorita consiglio umiltà nell’ascolto delle ragioni dell’opposizione. La città vive una stagione di grande disagio. Le prime mosse del Fiorita sindaco non mi sono piaciute ma sarebbe ingiusto e prematuro dare giudizio definitivo sulla Giunta. La delicatezza del ruolo del presidente del Consiglio – sostiene ancora Donato – impone una scelta svincolata dalle ragioni proprie di un gruppo politico o di una maggioranza. Nello spirito del cambiamento postulato da Fiorita mi sarei aspettato un gesto di apertura ma siamo ancora in tempo, non dilaniamoci su contrapposizioni».
Al di là delle parole, comunque, non ci sono politicamente i margini per eleggere il presidente del Consiglio comunale, e infatti alla prima chiama praticamente tutti votano in ordine sparso: se ne parlerà la prossima settimana – lunedì e martedì, verosimilmente martedì quando basterà la maggioranza semplice e Fiorita può davvero puntare lì per fare l’en plein (tra i papabili, per l’area del sindaco, Gianmichele Bosco o Vincenzo Capellupo). A fine seduta il commento del consigliere più anziano che ha presieduto i lavori, Eugenio Riccio (“Alleanza”, coalizione Donato), per il quale «è già emerso il livello molto alto del Consiglio comunale, il senso civico della grande maggioranza degli eletti. Andiamo avanti e cerchiamo di lavorare per la città in serenità». E di Fiorita, intervistato dai giornalisti: «Ho ascoltato con grande attenzione tutti gli interventi, tanto i 13 interventi costruttivi quanto l’unico intervento polemico e distruttivo, a parte questa piccola parentesi ho trovato una grande voglia di lavorare per la città, come ho detto nel mio intervento di saluto è il momento di lavorare per Catanzaro e di lavorare tutti insieme. Ho anche ascoltato molte proposte e sottolineature di temi, sia i toni che i contenuti dei 13 interventi costruttivi li ho apprezzati moltissimi. È abbastanza naturale, peraltro è avvenuto in tutte le consiliature, che – ricorda il sindaco di Catanzaro – la prima seduta non fosse quella buona. I nostri voti sono abbastanza riconoscibili, abbiamo dimostrato una grande compattezza, in questa fase, adesso vedremo come si determinerà il Consiglio, che è sovrano, non lo è il sindaco. Noi contiamo di poter governare questa città, nel modo migliore possibile, riteniamo che una sintonia tra presidente e sindaco sia molto importante, soprattutto in questa condizione particolare. Laddove in altri casi si potesse pensare anche ad attribuire questa carica all’opposizione, lo si può fare come gesto istituzionale da parte di una maggioranza che avrebbe sempre la possibilità di sfiduciare un presidente del Consiglio che ostacolasse l’esercizio virtuoso dell’amministrazione. In questo caso sarebbe più difficile, è una situazione diversa. Il Consiglio comunale – conclude Fiorita – si determinerà, secondo me, nel modo che consentirà di governare nel modo migliore possibile la città». (c. a.)
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