ROMA Si è tenuta martedì scorso una nuova udienza davanti alla sezione disciplinare del Csm a carico del magistrato Eugenio Facciolla.
Secondo l’accusa Facciolla avrebbe fornito informazioni su un’indagine per omicidio a una «persona in alcun modo abilitata a riceverle» e che, all’epoca, era indagata dai pm di Roma. In sostanza, tra il marzo e l’aprile 2016, «comunicava telefonicamente» con «tale Nicola Inforzato» a cui «forniva indicazioni sulle indagini preliminari relative a un omicidio da lui seguite». Senza alcun motivo, infatti, Facciola avrebbe anticipato addirittura l’interrogatorio di un nuovo pentito a Inforzato Nella veste di procuratore di Castrovillari, Eugenio Facciolla, avrebbe intrattenuto un rapporto con un giornalista locale, Paolo Orofino, «venendo meno ai propri doveri di correttezza, riserbo ed equilibrio e tenendo un comportamento gravemente scorretto nei confronti tanto del Procuratore della Repubblica di Catanzaro quando dei magistrati della Procura di Salerno che lo avevano inquisito». «Un canale informativo privilegiato con un organo di stampa locale» che Facciolla avrebbe utilizzato «al fine di perorare la propria versione dei fatti penali e disciplinari che lo riguardavano», come il processo per corruzione e falso per il quale, nell’ottobre 2020, è stato rinviato a giudizio a Salerno.
Allo stesso giornalista e all’allora procuratore generale di Catanzaro, Otello Lupacchini, inoltre, sempre secondo l’accusa, avrebbe prospettato «lo scopo personale di fare “la guerra” ad “altri” che, come si rileva dalle intercettazioni, egli identificava nei dottori Vincenzo Luberto e Nicola Gratteri ai quali addebitava il sorgere dei suoi problemi giudiziari».
Nel corso della scorsa udienza sono stati sentiti il luogotenente del Ros Massimo Sorrenti, tre magistrati che hanno lavorato insieme a Facciolla nel periodo in cui era capo della Procura di Castrovillari Luca Primicerio, Angela Continisio e Valentina Draetta, l’attuale procuratore capo di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri, già procuratore aggiunto di Catanzaro nel periodo in cui Facciolla era pm, e il colonnello della Guardia di Finanza, Valerio Bovenga.
Al militare Sorrenti è stato chiesto di indicare gli interrogatori svolti con Facciolla di collaboratori di giustizia che Sorrenti ha detto essere stati innumerevoli e non quantificabili. Nello specifico è stato chiesto «quando l’interrogatorio avveniva presso i comandi il comando del Ros o comunque comandi di stazione dei carabinieri lei dava qualche avvertimento preventivo a questi al comando alle stazioni dei carabinieri». Sorrenti ha precisato di non essere «un militare autonomo» e quindi il comandante e il suo reparto devono sapere «quello che faccio e dove vado». «Ma arrivava la citazione cioè il procuratore faceva un dispongo e diceva giorno tot mi serve l’ausilio della polizia giudiziaria a perché devo svolgeva attività investigativa». A Sorrenti è stato inoltre chiesto se «in occasione dello svolgimento degli interrogatori ma anche dei sopralluoghi effettuati con riferimento alle indagini che seguiva il procuratore Facciolla lei abbia avuto notizia di fughe di notizie». «No, a me non mi risulta», ha risposto il luogotenente del Ros.
Il magistrato Luca Primicerio ha spiegato di essere arrivato a Catsrovillari nel 2017 come magistrato di prima nomina e di avere intrattenuto buoni rapporto con Facciolla che è stato il suo primo procuratore. Ha inoltre raccontato di avere seguito «un’indagine sul Comune di Cariati ed altre su un clan mafioso o di una famiglia che ha cognome Greco». Primicerio racconta di essersi imbattuto in un procedimento «nei confronti di Greco Filomena sindaco del Comune di Cariati, non ricordo se c’erano anche altre altri soggetti iscritti». Il Csm chiede se su questa specifica indagine «il procuratore abbia mai tentato di condizionarla, influenzarla e in qualche misura di fare eventuali pressioni sulla sua persona, perché l’indagine avesse un seguito piuttosto che un altro». «Allora io questo non lo ricordo, non lo ricordo assolutamente. Se poi ci sono state delle dichiarazioni, delle affermazioni dottore Facciolla io questo non l’ho mai percepito», ha risposto Primicerio, secondo il quale Facciolla non ha mai condizionato questa indagine.
Al magistrato è stato inoltre chiesto: «Lei col procuratore Facciolla come chiama il dottor Nicola Gratteri procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro?» «Lo avete mai chiamato col nomignolo di “pastore”?».
«Io questo non lo ricordo», ha risposto il magistrato.
«Non lo ricorda o lo esclude?», gli chiedono.
«Lo escludo proprio», ha detto Primicerio il quale ha asserito di escludere anche il fatto che Facciolla gli abbia chiesto di compiere indagini o accertamenti in particolare verso colleghi magistrati o di avere informazioni su dati giudiziari al fine di difendersi personalmente nei procedimenti disciplinare e penale che lo hanno riguardato ultimamente.
«Lei ha mai sentito o saputo che il dottor Facciolla avesse intenzione di “fare la guerra” ai colleghi Nicola Gratteri o Luberto?». Primicerio ha affermato che «si sapeva che non correva buon sangue con Luberto» ma ha negato che Facciolla gli avesse mai chiesto di compiere accertamenti sul collega.
«Ho conosciuto Facciolla quando arrivai a Catanzaro, lui era in procura generale e aveva un’applicazione alla Dda, in un’area che non era di mia competenza», ha detto il procuratore di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri. I due magistrati si sono «incrociati nell’indagine Calabria Verde». Al procuratore Bombardieri è stato chiesto se ha mai sentito il giornalista Orofino usare il nome Cicciobello e rivolto a chi. «Orofino – ha detto Bombardieri – l’ho sentito usare questo nome Cicciobello che faceva riferimento a un politico cosentino», ossia all’onorevole Aiello.
Al procuratore è stato chiesto anche dei rapporti di natura personale e professionale tra Facciolla e Gratteri. «Guardi quando sono arrivato io, Gratteri è arrivato nel 2016, sono stato procuratore aggiunto fino al 2018. Sicuramente il dottor Gratteri e il dottor Facciolla hanno interloquito anche mia presenza più volte. Quando si è insediato il dottor Gratteri, il dottor Facciolla è venuto più volte in quanto titolare di una Procura del Distretto». Viene chiesto se tra Gratteri e Facciolla vi siano state riunioni di coordinamento. «Allora io in realtà in quel periodo mi occupavo di un’area diversa della Dda, cioè e mi occupavo dell’area Tirrenica mentre Castrovillari rientrava nell’area ionica quindi non ho assistito mai a riunioni di coordinamento». Dal Csm insistono: «C’era un rapporto di collaborazione? Uno scambio informativo?».
«Come dicevo – risponde Bombardieri – io mi occupavo di un’ altra area come Direzione distrettuale antimafia, non so in concreto se ci sono stati coordinamenti investigativi veri e propri ma sicuramente c’era un’ interlocuzione. Io ho visto il dottore Facciolla e il dottore Gratteri».
«Lei è a conoscenza di attività investigative, per esempio interrogatori, sopralluoghi svolti dal dottor Facciolla con collaboratori della Procura di Catanzaro, collaboratori di giustizia?», viene chiesto.
«No quando ci sono stato io non so se per Tela del Ragno avrà sentito qualcuno però io ricordo in particolare di collaboratori sentiti dal dottor Facciolla», è stata la risposta del procuratore di Reggio Calabria.
Le udienze del procedimento a carico di Eugenio Facciolla proseguiranno il prossimo 19 settembre. (redazione@corrierecal.it)
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