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Il sito di Crotone

Il Gruppo Envì (Vrenna) punta sui rifiuti sanitari: richiesta per trasformare l’impianto

“Salvaguardia ambientale” ha presentato l’istanza al dipartimento Tutela dell’ambiente. Illustrato il progetto di modifica dell’azienda

Pubblicato il: 21/07/2022 – 20:40
di Giuliano Carella
Il Gruppo Envì (Vrenna) punta sui rifiuti sanitari: richiesta per trasformare l’impianto

CROTONE Tempo di cambiare business in casa “Envì”. La Srl “Salvaguardia Ambientale”, società crotonese legalmente rappresentata da Luigi Vrenna e operante nel settore dei rifiuti e bonifiche, ha presentato una proposta di trasformazione all’impianto già autorizzato nel 2010 in località Passovecchio a Crotone.
La società ha chiesto infatti alla Regione e agli Enti interessati (Comune e Provincia di Crotone, Arpacal, Comando provinciale dei Vigili del fuoco e Asp di Crotone) la «verifica di assoggettabilità a Via (Valutazione d’impatto ambientale, ndr)» e una contestuale «modifica sostanziale dell’Aia (Autorizzazione integrata ambientale, ndr)».
L’azienda dei fratelli Vrenna, nata nel 1987, si occupa della raccolta, del trasporto, del conferimento e dello smaltimento di rifiuti speciali; di bonifiche e di opere ambientali in genere. Ma, a quanto pare, ha scelto adesso di spostare il proprio core business sul trattamento dei rifiuti sanitari. E per farlo occorrono le dovute autorizzazioni.
Da qui la richiesta depositata lo scorso 20 maggio al dipartimento Tutela dell’ambiente (Settore 2 – Valutazioni e autorizzazioni ambientali – Sviluppo sostenibile) che, a partire da oggi, l’ha trasmessa anche agli altri Enti interessati.
Nell’istanza si chiede la realizzazione di nuovi servizi per l’azienda come un impianto di gassificazione da rifiuti organici pericolosi e non pericolosi; un impianto di sterilizzazione rifiuti a rischio infettivo; un impianto di lavaggio contenitori per rifiuti sanitari; la adeguamento di baie di stoccaggio e altre attività.
«Gli Enti territoriali potenzialmente interessati – si legge nel documento – nel prendere visione dello studio preliminare ambientale e degli elaborati di progetto, possono presentare le proprie osservazioni, entro e non oltre 30 giorni» nei confronti del dipartimento Ambiente.

L’impianto nella zona industriale

L’impianto della Salvaguardia ambientale è ubicato in via Enrico Mattei e via Carlo Matteucci nell’area industriale di Crotone, gestita dal Corap (Consorzio Regionale per lo Sviluppo delle Attività Produttive), per cui lo strumento urbanistico di riferimento è il Piano regolatore generale di Crotone
«Geograficamente – è spiegato nella relazione illustrativa – il sito si trova dunque a nord della città di Crotone e confina a sud con il Torrente Passovecchio, a est con il mare Ionio, a nord con la fascia della zona che delimita il confine tra la vecchia e la nuova zona industriale di Crotone e a ovest con la trafficata Ss 106, oltre la quale sorgono alcune aziende produttive a ridosso della zona rurale».

Trasformazione dettata dal mercato

«Il Gestore – motiva la ralzazione – ha ravvisato la necessità di apportare delle modifiche sostanziali all’impianto al fine di avere maggiori opportunità in un mercato in continua evoluzione».
«La proposta imprenditoriale si deve ovviamente ritenere – si legge più in là nella relazione – la risultanza di un lungo, complesso, articolato e talvolta sofferto processo decisionale avente molteplici obiettivi, anche fra loro antitetici, quali: la volontà di fornire un servizio di pubblica utilità operando in un campo di estrema importanza come quello del trattamento di rifiuti speciali e in particolar modo per i rifiuti a rischio infettivo provenienti dalle strutture sanitarie (ospedali, poliambulatori,.) vista la difficoltà in questo periodo dell’emergenza Covid 19 a reperire impianti per lo smaltimento; la necessità di garantire ed accrescere gli attuali livelli occupazionali; la volontà di ottimizzare l’inserimento ambientale nell’attuale contesto urbanistico e territoriale, l’ambizione di voler valorizzare gli elevati livelli tecnologici esistenti e/o previsti per l’impianto».   

Ecco le modifiche richieste

Le modifiche in ambito civile riguardano essenzialmente gli interventi di: rifacimento della pavimentazione del piazzale; l’adeguamento della rete di raccolta delle acque meteoriche e delle acque nere; l’adeguamento della rete di aspirazione delle arie esauste; la realizzazione della separazione fisica con la società Tecnoa srl; e la messa a dimora di una barriera arborea perimetrale.
L’aggiornamento e le modifiche del layout produttivo riguarderanno invece: la rimozione dell’impianto di selezione esistente all’interno del capannone principale; l’installazione dell’impianto di sterilizzazione dei rifiuti sanitari; l’installazione dell’impianto di lavaggio dei bidoni svuotati e utilizzati per la raccolta dei rifiuti sanitari; l’installazione dell’impianto di recupero mediante gassificazione dei rifiuti organici pericolosi e non.
All’interno del capannone secondario, inoltre, è prevista la realizzazione di una linea di triturazione e lavaggio di rifiuti pericolosi e non; nell’area adiacente la sezione di triturazione è previsto lo stoccaggio dei rifiuti provenienti dall’attività di selezione e cernita e lo stoccaggio delle diverse frazioni merceologiche ottenute dalla selezione e cernita dei rifiuti non pericolosi. Si prevede anche il trasferimento della linea esistente per le attività di riduzione volumetrica, selezione e cernita di rifiuti non pericolosi nel capannone posto sul lato di via Carlo Matteucci; e l’ampliamento dell’area di stoccaggio di rifiuti pericolosi e non pericolosi in cassoni scarrabili e in cumuli delimitati e coperti con teli.
Sempre nelle proposte di modifica l’azienda l’installazione di: serbatoi adibiti allo stoccaggio di rifiuti liquidi pericolosi e non; un impianto chimico fisico per il trattamento delle acque reflue prodotte dall’attività e anche da attività terze; un impianto biologico per il trattamento dei rifiuti provenienti dalle pulizie di fosse settiche e similari e altre tipologie di rifiuti; e la richiesta di integrazione dei rifiuti pericolosi a rischio infettivo individuati nei materiali derivanti da laboratori di analisi cliniche, studi dentistici, ospedali e cliniche.

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