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Il responsabile comunicazione della Lega al “Corriere”: «No Saccomanno, no party»

La mail di Gemoli alla nostra testata inaugura un nuovo rapporto tra stampa e politica. «Se non pubblicate le note non faremo più pubblicità di partito». Ma deve essere uno scherzo…

Pubblicato il: 21/07/2022 – 7:05
Il responsabile comunicazione della Lega al “Corriere”: «No Saccomanno, no party»

È un nuovo rapporto con la stampa locale quello che vorrebbe inaugurare il “responsabile comunicazione” della Lega Calabria. Almeno così ci pare di capire, stando a una comunicazione via email che ci è giunta da Franco Gemoli. Avremmo pensato a uno scherzo, se non fosse che l’indirizzo email (legasalvinicalabria@gmail.com) usato da Gemoli viene utilizzato anche per dichiarazioni ufficiali – ultima la polemica inaugurata dal commissario Giacomo Saccomanno nei confronti del governatore Occhiuto. Diamo per buono che non sia una boutade, dunque, e passiamo al contenuto indirizzato al direttore e all’editore del Corriere della Calabria.

Gemoli scrive: «Sistematicamente e puntualmente le note stampa della Lega Salvini Premier a firma del Commissario calabrese Giacomo Saccomanno non vengono pubblicate dalla vostra testata». Poi affonda il colpo in un modo che, se fossimo prevenuti nei confronti del Carroccio, potremmo quasi considerare un velato ricatto: «Ieri mattina – evidenzia – colloquiando con la segreteria di Matteo Salvini abbiamo concordato che dopo tre tornate elettorali forse quest’anno è il caso di non prendere più il vostro network come punto di riferimento per la pubblicità di partito». 
La lamentela, a cui segue quella che potrebbe apparire come una minaccia, non riguarda la comunicazione istituzionale dell’intera Lega Calabria ma soltanto quella del commissario Saccomanno. Di nuovo: dovessimo prenderla per buona, dovremmo pensare che il commissario tratti la Lega alla stregua di un “partito personale”. Come se contasse soltanto ciò che lui ha da dire e, sulla base del numero di note firmate da Saccomanno e poi pubblicate, i giornali potessero essere classificati in più o meno virtuosi e poi “ricompensati” con la pubblicità di partito. Non possiamo credere a un simile scivolone, non soltanto stilistico ma anche di grammatica nei rapporti istituzionali. Ci auguriamo – anzi, ne siamo certi – che Saccomanno non sia a conoscenza dei tentativi del “responsabile comunicazione”. E ci siamo attivati per capire se davvero la scelta sia passata da un colloquio con la segreteria di Matteo Salvini, cosa altrettanto inverosimile. Una comunicazione così surreale merita verifiche accurate. Anche se ci resta il dubbio che si sia trattato di uno scherzo. Forse non troppo riuscito. (redazione@corrierecal.it)

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