CATANZARO Sedici condanne e otto assoluzioni per un totale di 91 anni di carcere. È il bilancio complessivo dopo la sentenza del processo con rito abbreviato nato dall’inchiesta “Kossa” a carico di 16 imputati ritenuti esponenti della cosca Forastefano di Cassano Ionio.
La sentenza è stata pronunciata quest’oggi dal gup distrettuale di Catanzaro, Antonio Battaglia.
Tiene dunque il castello accusatorio, in particolare quello riguardante l’accusa di associazione mafiosa per gli imputati, messo in piedi dalla Dda di Catanzaro. Collimano anche nella sentenza del gup distrettuale anche le richieste formulate dal pubblico ministero Alessandro Riello, titolare del procedimento penale. L’operazione, condotta dalla Polizia (Squadra Mobile di Cosenza) su coordinamento della Procura, scattò nell’area della Sibaritide nel febbraio 2021 e coinvolse, oltre all’ascesa dei Forestefano, anche esponenti della famiglia Abbruzzese, alias clan degli “zingari” di Cassano Ionio.
Le indagini sono state dirette dal procuratore Nicola Gratteri, dall’aggiunto Vincenzo Capomolla e dal Pm antimafia Alessandro Riello.
Ventisei erano le persone indagate e ritenute a vario titolo vicine, contigue o intranee al gruppo criminale «ossessionato dal controllo del territorio» e impegnato a compiere estorsioni e intestazioni fittizie dì beni.
Le condanne cristallizzate nel dispositivo della sentenza “Kossa” colpiscono: Pasquale Forastefano, 18 anni di carcere; Stefano Bevilacqua, 5 anni e 4 mesi di carcere; Domenico Massa, 13 anni di carcere; Damiano Elia, 4 anni e 4 mesi di carcere; Agostino Pignataro, 7 anni e 4 mesi di carcere; Alessandro Forastefano, 8 anni di carcere; Saverio Lento, 2 anni di carcere; Luca Talarico, 12 anni di carcere; Silvio Forastefano, 3 anni di carcere; Antonio Falabella, 4 anni e 8 mesi di carcere; Giuseppe Bisantis 1 anno e 8 mesi di carcere (pena sospesa e non menzione, assolto dal concorso esterno in associazione mafiosa); Antonio Antolino, 2 anni e 8 mesi di carcere; Leonardo Falbo, 2 anni e 8 mesi di carcere; Gianfranco Arcidiacono, 2 anni e 8 mesi di carcere; Nicola Abbruzzese, 3 anni di carcere; ed Enzo Gencarelli 1 anno, 7 mesi e 20 giorni di carcere (pena sospesa).
Le assoluzioni hanno invece riguardato: Vincenzo Pesce (per non aver commesso il fatto), Fabrizio Lento (per non aver commesso il fatto), Leonardo Abbruzzese (perché il fatto non sussiste), Francesco Orsino (perché il fatto non sussiste), Cosimo D’Ambra (per non aver commesso il fatto), Andrea Elia (difeso dagli avvocati Andrea Caruso e Lucio Esbardo, perché il fatto non sussiste), Claudio Abritta (perché il fatto non sussiste) e Paolo Partepilo (perché il fatto non sussiste).
Pasquale Forastefano è stato infine assolto per sei capi d’accusa, così come Damiano Elia il capo riguardante l’associazione mafiosa, Agostino Pignataro per una presunta estorsione, Alessandro Forastefano per quattro capi d’accusa, e Luca Talarico per un capo d’accusa.
x
x