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La conferma

Mattarella ha sciolto le Camere. «Al voto entro 70 giorni»

Il presidente della Repubblica: «Il periodo che attraversiamo non consente pause». Verso il voto il 25 settembre

Pubblicato il: 21/07/2022 – 17:50
Mattarella ha sciolto le Camere. «Al voto entro 70 giorni»

ROMA Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dopo aver sentito i Presidenti dei due rami del Parlamento, ai sensi dell’articolo 88 della Costituzione, ha firmato il decreto di scioglimento del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, che è stato controfirmato dal Presidente del Consiglio dei Ministri. Lo rende noto il Colle. Il decreto discioglimento sarà consegnato ai Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati dal Segretario Generale della Presidenza della Repubblica, Ugo Zampetti. Lo scioglimento anticipato delle Camere «è sempre l’ultima scelta da compiere specie se, come in questo momento, ci sono davanti alle Camere importanti adempimenti da portare a compimento». Ma il presidente ha preso atto della crisi e ha annunciato che si andrà al voto entro 70 giorni. La data più probabile è il 25 settembre.

«Il periodo che attraversiamo non consente pause»

«La situazione politica ha condotto alla decisione di sciogliere le camere: la discussione, il voto e le modalità con cui è stato espresso ieri hanno reso evidente il venire meno del sostegno del Parlamento al governo e l’assenza di prospettive di dare vita a nuova maggioranza, rendendo obbligatorio lo scioglimento delle Camere. Il periodo che attraversiamo non consente pause nella determinazione degli interventi per contrastare la crisi economica e sociale e in particolare l’aumento dell’inflazione che comporta pesanti conseguenze per famiglie e imprese», dice il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel discorso con cui ha spiegato la scelta di sciogliere le Camere per andare alle elezioni. Si tratta di «interventi indispensabili per far fronte alle difficoltà economiche e alle ricadute sociali soprattutto per i cittadini più deboli», ha detto il presidente Mattarella.

La giornata: le dimissioni di Draghi

Il presidente del Consiglio Mario Draghi si è dimesso. Il governo resta in carica per il disbrigo degli affari correnti.
Dopo aver incontrato il presidente Mattarella al Quirinale, Draghi ha visto a palazzo Giustinani la presidente del Senato Elisabetta Casellati e a Montecitorio il presidente della Camera Fico. I presidenti sono attesi al Quirinale nel pomeriggio.

Brunetta lascia Forza Italia. «Ha tradito la sua storia e i suoi valori»

Il ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta lascia Forza Italia. Lo annuncia in una nota nella quale afferma che «non votando la fiducia a Draghi, Forza Italia ha tradito la sua storia e i suoi valori. Non sono io che lascio, è Forza Italia che lascia se stessa».
«Non votando la fiducia a Mario Draghi – afferma Brunetta in una nota – il mio partito ha deviato dai valori fondanti della sua cultura: l’europeismo, l’atlantismo, il liberalismo, l’economia sociale di mercato, l’equità. I cardini della storia gloriosa del Partito popolare europeo, a cui mi onoro di essere iscritto, integralmente recepiti nell’agenda Draghi e nel pragmatismo visionario del Pnrr». «Sono fiero – prosegue la nota – di aver servito l’Italia da ministro di questo Governo. Sono degli irresponsabili coloro che hanno scelto di anteporre l’interesse di parte all’interesse del Paese, in un momento così grave. I vertici sempre più ristretti di Forza Italia si sono appiattiti sul peggior populismo sovranista, sacrificando un campione come Draghi, orgoglio italiano nel mondo, sull’altare del più miope opportunismo elettorale. Io rimango dalla stessa parte: dalla parte dei tanti cittadini increduli che mi stanno scrivendo e chiamando, gli stessi che nei giorni scorsi si sono appellati a Draghi perché rimanesse alla guida del Governo».
«Io non cambio, è Forza Italia che e’ cambiata – prosegue il ministro – Mi batterò ora perché la sua cultura, i suoi valori e le sue migliori energie liberali e moderate non vadano perduti e confluiscano in un’unione repubblicana, saldamente ancorata all’euroatlantismo. Perché dobbiamo contrastare la deriva di un sistema politico privo degli anticorpi per emanciparsi dal populismo e dall’estremismo, piegato a chi lavora per modificare gli equilibri geopolitici, anche indebolendo l’alleanza occidentale a sostegno dell’Ucraina. E’ una battaglia per il futuro che coincide con la difesa della mia storia, e di quella di Forza Italia».

La notte del Colle

«Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricevuto questa mattina al Palazzo del Quirinale il Presidente del Consiglio dei ministri professor Mario Draghi, il quale, dopo aver riferito in merito alla discussione e al voto di ieri presso il Senato ha reiterato le dimissioni sue e del governo da lui presieduto. Il Presidente della Repubblica ne ha preso atto, il governo rimane in carica per il disbrigo degli affari correnti». E’ quanto dichiara in un video dal Quirinale il Segretario generale della Presidenza della Repubblica Ugo Zampetti.

Convocati al Quirinale Casellati e Fico

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, riceverà nel pomeriggio al Palazzo del Quirinale i Presidenti delle Camere, ai sensi dell’art. 88 della Costituzione. E’ quanto scritto in una nota diffusa dal Colle. Casellati salirà al Quirinale alle 16.30. Alle 17 toccherà invece al presidente della Camera Roberto Fico. L’articolo 88 della Costituzione citato nel comunicato del Quirinale recita: «Il Presidente della Repubblica può, sentiti i loro Presidenti, sciogliere le Camere o anche una sola di esse». L’incontro con Casellati e Fico ha dunque come oggetto la valutazione sullo scioglimento delle Assemblee parlamentari.

L’intervento di Draghi alla Camera

«Prima di tutto grazie». Sono le parole con cui il presidente del consiglio, Mario Draghi, ha aperto il suo intervento alla Camera. Ne è seguito un lungo applauso. «Alla luce del voto espresso ieri sera dal Senato chiedo di sospendere la seduta per recarmi dal presidente della Repubblica per comunicare le mie determinazioni», dice il premier Mario Draghi intervenendo alla Camera.
«Certe volte anche il cuore dei banchieri centrali viene usato, grazie per questo e per tutto il lavoro fatto in questo periodo», ha detto, sorridendo, il presidente del Consiglio al termine del lungo applauso che lo ha accolto a Montecitorio.
Seduta sospesa alla Camera fino alle 12, in attesa degli esiti del colloquio tra il presidente del Consiglio Mario Draghi ed il Capo dello Stato. 
Dopo aver fatto il suo brevissimo annuncio, Draghi ha salutato con la mano i deputati. Aveva quasi preso la via della porta quando il presidente della Camera Roberto Fico gli ha chiesto di quanto tempo avesse bisogno per la sospensione. Inizialmente smarrito Draghi ha detto “fino a mezzogiorno”. E qui un nuovo applauso.
Solo due dei tre ministri del M5s hanno seguito dai banchi del governo il breve intervento del premier Mario Draghi questa mattina alla Camera: Federico D’Incà e Fabiana Dadone. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento è stato l’unico dei due ad applaudire in maniera convinta Draghi, alzandosi in piedi quando è scattata l’acclamazione in Aula. Il ministro per le Politiche agricole Stefano Patuanelli era assente, e quella per le Politiche giovanili, Dadone non ha partecipato alla standing ovation, posizionata all’estremità destra del banco con i ministri leghisti Erika Stefani e Massimo Garavaglia.

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