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La vertenza

Sit-in dei dipendenti “Abramo” a Crotone. I sindacati: «Commissari aprano confronto»

Due ore di sciopero dei circa 1.200 lavoratori fuori dalle clausole sociali: «Lunedì primo agosto protesta davanti alla Cittadella regionale»

Pubblicato il: 21/07/2022 – 15:21
di Giuliano Carella
Sit-in dei dipendenti “Abramo” a Crotone. I sindacati: «Commissari aprano confronto»

CROTONE «Contro l’inerzia della triade commissariale, per accelerare il recupero dei crediti e a difesa del posto di lavoro attraverso un tavolo di confronto». Sono queste le rivendicazioni del sit-it di questa mattina, sostanziato con due ore di sciopero a fine turno (dalle ore 10 alle 12) dai dipendenti del sito crotonese di “Abramo customer care”. Al loro fianco presenti anche le sigle di categoria regionali e i rispettivi segretari generali Alberto Ligato (Slc-Cgil), Francesco Canino (Fistel-Cisl) e Andrea Ranieri (Uilcom-Uil).
Quello di oggi, fanno sapere da Crotone, è stato solo un «assaggio» dello sciopero che scatterà lunedì primo agosto con l’astensione al lavoro per l’intero turno e il presidio in programma davanti alla Cittadella regionale.
A cercare garanzie per il proprio futuro lavorativo sono i circa 1.200 lavoratori rimasti fuori dalle clausole sociali (in origine erano 3.600 i dipendenti nei vari call center del gruppo catanzarese) tutti appartenenti alla “galassia” della commessa Tim.
A loro è stata riconosciuta la cassa integrazione con retroattività dal gennaio di quest’anno, ma lamentano 2 o 3 mensilità di stipendi maturati e non ancora retribuiti, nonché il Tfr che, in alcuni casi, ha raggiunto un conteggio anche di decine di annualità. Ma soprattutto i lavoratori vogliono vederci chiaro perché si fidano poco del metodo di gestione straordinaria portato avanti dai tre commissari nominati dal Tribunale di Roma lo scorso maggio (Federica Trovato, Silvia Bocci e Tiziano Onesti).

«Inerzia» dopo il tavolo in Prefettura

Un malessere, il loro, che era emerso anche lo scorso 16 giugno quando si era tenuto in Prefettura a Crotone un tavolo di crisi aziendale presso la Prefettura di Crotone con il viceministro dello Sviluppo economico (Mise), Alessandra Todde. Nonostante l’annuncio dello sblocco del Durc e la possibilità quindi a concorrere per nuove commesse, lavoratori e sindacati avevano subito evidenziato le loro perplessità sul percorso incanalato dai commissari per il recupero dei crediti vantanti in gran parte (circa 43 milioni di euro) proprio dai lavoratori. Nella procedura di fallimento i debiti accertati fino a questo momento viaggiano intorno a una cifra di 60 milioni di euro.
Ed è proprio questo l’argomento su cui si è soffermato il segretario generale di Slc-Cgil Calabria.

Cgil: commissari a rilento sulle domande

«La situazione debitoria – ha sottolineato Alberto Ligato – è al vaglio dei commissari e quindi potrebbe ulteriormente crescere perché le insinuazioni al passivo sono state inoltrate ma non del tutto elaborate. Ed è uno dei motivi principali per cui oggi siamo qui a protestare. Nonostante la prima udienza sia stata il 15 giugno scorso – ha dichiarato il segretario generale di Slc Cgil Calabria – su 3.600 domande ne sono state analizzate 100 e altre 200 verranno prese in considerazione in settembre. Di questo passo non basteranno 3 anni per evadere tutte le richieste e i lavoratori, di conseguenze, dovranno attendere le calende greche per recuperare quanto gli spetta in stipendi e Tfr. Vogliamo una comunicazione chiara e diretta – ha concluso Ligato – con i commissari perché non possiamo rappresentare i lavoratori se non c’è rapporto».

Cisl: gestione straordinaria silente

Eppure rassicurazioni erano state fornite, a sindacati e lavoratori, proprio dai commissari in questo senso nel corso del tavolo di crisi alla Prefettura dello scorso giugno. Rassicurazioni che per Francesco Canino recavano in dote un certo scetticismo già all’origine. «Non è che ci aspettassimo molto – ha rivelato il segretario generale di Fistel Cisl Calabria – visto i risultati ottenuti al termine del confronto. Anzi proprio quel tavolo ha acceso in noi la spia che diceva come non si fosse risolto nulla e si fossero ripetute le solite cose. Per questo abbiamo deciso di proclamare due giornate di sciopero. Non comprendiamo perché i commissari continuino a chiudersi su sé stessi per poi magari apparire quando convocati in luoghi istituzionali. Bisogna fare qualcosa di concreto – ha concluso Canino – per questi 1.200 lavoratori rimasti fuori dalle clausole sociali e non ricollocati».

Uil: non disperdere il credito recuperato

Proprio sulla necessità di aprire un confronto diretto con i sindacati si è soffermata l’attenzione del segretario generale della Uilcom-Uil Calabria. «Vogliamo sollecitare un incontro con i commissari – ha ribadito Andrea Ranieri –. Purtroppo assistiamo a una fase di fermo e, nonostante le nostre richieste, non sappiamo come i commissari si stiano muovendo. Cerchiamo delle risposte perché non è una procedura che può tirare avanti a lungo. Questa amministrazione straordinaria – ha chiosato il segretario generale cislino – non può trattare la vertenza Abramo come il fallimento di un capannone abbandonato. Qui ci sono lavoratori che hanno bisogno di certezze e i tempi non aiutano perché quel piccolo gruzzoletto esistente in azienda derivante dal recupero credito con le aziende committenti non durerà molto. Quindi nei prossimi mesi – avverte Ranieri – si potrebbe riaffacciare il problema del pagamento degli stipendi. Questo clima di tensione non aiuta i lavoratori, sia nella produzione, che nello stato d’animo quotidiano», ha concluso il segretario generale Uilcom-Uil.   

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