Alessia Pifferi, la 37enne che si trova in carcere con l’accusa di omicidio volontario aggravato per aver lasciato per più di 6 giorni a casa la figlia di un anno e mezzo, per portare avanti le sue relazioni e divertirsi non ha avuto scrupoli nel lasciare la piccola nell’abitazione, ben sapendo che poteva morire di stenti. È per questo motivo che il pm di Milano Francesco De Tommasi ha contestato, assieme a quella della premeditazione, anche l’aggravante dei futili motivi. Tra l’altro, tra le esigenze cautelari contestate c’è il pericolo di reiterazione del reato, perché la donna è ritenuta una persona pericolosa.
Alessia Pifferi è disoccupata, vive a Milano come sua sorella mentre sua madre vive a Crotone. La 37enne «diceva di essere una psicologa infantile e di saperci fare con i bambini» quando era a Leffe, il paese della provincia di Bergamo dove vive l’attuale compagno e dove lei e’ andata la scorsa settimana lasciando a casa da sola la figlia di 16 mesi, che è morta di stenti. Lo riporta l’Eco di Bergamo. A Leffe, in casa, il 29 gennaio 2021 è nata Diana, una gravidanza, diceva Alessia, di cui non si era accorta fino all’ultimo. E spesso, raccontano nel paese, si vedeva in giro con il passeggino. Lo scorso anno aveva detto, mentendo, che la madre era morta di Covid. «Mi aveva detto che doveva andare in gita con il compagno – ha riferito al quotidiano una negoziante – e che la figlia glie l’avrebbe tenuta la mamma, ma che poi era saltato tutto perché la madre si era ammalata di Covid e, alla fine, era pure morta. “Devo andare in Calabria per i funerali”, aveva raccontato». Nel paese, che ha 4.300 abitanti, è grande lo sconcerto. «Non so cosa dire, non sappiamo niente di preciso, abbiamo solo sentito anche noi quello che è accaduto», ha commentato il fratello dell’attuale compagno di Alessia, un elettricista di 58 anni, sentito dagli inquirenti. A lui la donna aveva detto che la bambina era al mare con la sorella.
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