REGGIO EMILIA La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio del 70enne Dante Sestito unico responsabile della morte del 28enne Salvatore Silipo, avvenuta il 24 ottobre del 2021 a seguito di un colpo di pistola esploso nell’officina di Cadelbosco Sopra. Il giovane originario di Crotone si era recato lì, convocato da Dante e dal figlio, per un chiarimento. Poi la situazione precipitò e, secondo quanto raccolto dagli inquirenti, fu il titolare dell’attività a sparare.
Gli organi inquirenti ritengono infatti, non solo che l’omicidio sia stato premeditato, ma che sia stato aggravato dalla crudeltà e dai futili motivi. All’origine dell’alterco un ammanco di materiale nell’officina ravvisato quel giorno. Fatto che richiedeva delle spiegazioni. Ma più che un chiarimento, purtroppo Silipo cadde in un disegno ritenuto premeditato.
Il 28enne, nell’occasione, si era recato sul luogo dell’omicidio assieme al fratello e a un cugino. Secondo quanto ricostruito, la discussione avrebbe però preso altre pieghe e il giovane sarebbe arrivato anche a inginocchiarsi per chiedere perdono al 70enne. Ma niente. Partì un colpo esploso da una 44 Magnum.
Il fratello e il cugino della vittima scapparono a chiedere aiuto, trovando il sostegno di una pattuglia dei carabinieri che intervenne subito sul luogo del delitto. Dante Sestito, però, da quel momento si è calato nel mutismo e non ha mai fornito spiegazioni ufficiali. È rimasto in silenzio soprattutto davanti al giudice. Il suo avvocato, Luigi Colacino, non ha ancora chiesto per lui misure alternative al carcere. L’udienza preliminare sarà probabilmente ad ottobre. Salvatore Silipo era il genero del pentito di ‘ndrangheta Angelo Salvatore Cortese.
x
x