In generale in Italia nel primo semestre 2022 sono diminuiti gli atti intimidatori ai danni degli amministratori locali, ma la Calabria è in controtendenza registrando un aumento dei casi rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente, inoltre in termini di incidenza percentuale la nostra regione è quella nella quale in proporzione alla popolazione si riscontra la maggiore esposizione degli amministratori. E’ quanto emerge dai dati dell’Osservatorio del ministero dell’Interno, dati esposti nei giorni scorsi in una conferenza alla presenza del ministro Luciana Lamorgese. “L’esame dei dati relativi al primo semestre 2022, in cui sono stati registrati 300 atti intimidatori, consente di rilevare – si legge nel report dell’Osservatorio nazionale – una diminuzione del 18,7% rispetto al I semestre 2021 rispetto al quale erano stati censiti 369 episodi. La regione che ha segnalato il maggior numero di atti intimidatori è stata la Lombardia con 42 eventi (rispetto a 52 dell’anno precedente), seguita da Campania (40/41), Calabria (33/30), Sicilia (27/38), Puglia (26/35), Piemonte (20/22), Sardegna (18/14)”. Con riferimento all’incidenza del numero di intimidazioni in rapporto alla popolazione (100mila abitanti), l’Osservatorio evidenzia che “su un totale di 300 casi registrati nel primo semestre 2022, la media nazionale è di 0,50 episodi ogni 100mila abitanti. Le prime 5 regioni sono la Calabria (33 casi = 1,69 per 100mila), l’Abruzzo (18 casi = 1,37 per 100mila), la Sardegna (18 casi = 1,10 per 100mila), l‘Umbria (7 casi = 0,79 per 100mila) e la Campania (40 casi = 0,69 per 100mila)”. Per quanto riguarda la natura dell’incarico di chi a subìto una intimazione, dal report dell’Osservatorio del Viminale emerge che in Calabria nel primo semestre 2022 sono stati colpiti da intimidazioni 15 sindaci, 5 consiglieri comunali, 6 componenti di una Giunta comunale, un commissario straordinario e infine 5 beni pubblici.
x
x