«Debolezze strutturali» e capacità di riscossione «particolarmente modesta». A infliggere un altro “affondo” ai Comuni calabresi è il periodico rapporto della Banca d’Italia (Filiale di Catanzaro) sull’economia nella regione. Nel suo report Bankitalia mette in evidenza le endemiche difficoltà degli enti locali calabresi a garantire gli equilibri di bilancio, soprattutto per le problematiche legate agli incassi delle entrate proprie. Per la Banca d’Italia «gli incassi correnti dei Comuni, cresciuti del 3 per cento e pari a 922 euro pro capite, sono risultati inferiori alla media delle Regioni a Statuto ordinario dell’11,4 per cento, oltre che per la minore base imponibile anche per la minore capacità di riscossione che caratterizza gli enti calabresi. Nel 2021 le entrate proprie, pur mantenendosi su livelli inferiori al 2019, hanno mostrato i primi segnali di recupero a seguito della riscossione di tributi per i quali gli enti nel 2020 avevano disposto il rinvio delle scadenze o la temporanea sospensione. Contestualmente – prosegue il rapporto dell’istituto – si è osservata una diminuzione dei trasferimenti, che risultano però ancora superiori (circa del 42 per cento) rispetto al periodo pre-pandemico». Per Bankitalia «sebbene i trasferimenti e le politiche volte a fronteggiare gli effetti dell’emergenza abbiano evitato l’aggravarsi dei già fragili equilibri di bilancio, gli enti locali calabresi risentono di debolezze strutturali nell’attività di riscossione, che possono riflettere, tra le altre cose, fattori organizzativi interni sia agli enti stessi sia ai soggetti a cui questi ultimi hanno eventualmente affidato il servizio di riscossione dei tributi. Per valutare la capacità di riscossione è possibile fare riferimento al rapporto fra gli incassi delle entrate proprie, che gli enti gestiscono con un maggior grado di autonomia, e i relativi accertamenti. Nella media del triennio 2017-19 – spiega l’istituto – la capacità di riscossione delle entrate correnti proprie nei Comuni calabresi è risultata significativamente inferiore a quella media delle Regioni a Statuto ordinario (50,7 per cento contro il 70,2 rispettivamente). Oltre l’80 per cento dei Comuni calabresi è concentrato nel quartile più basso della distribuzione nazionale della capacità di riscossione, che si presenta particolarmente modesta per gli enti di maggiori dimensioni. Tuttavia, mentre quest’ultimo è in parte un tratto comune con il resto del Paese, il divario rispetto alla media nazionale risulta più ampio per gli enti di minore dimensione». Bankitalia conclude: «Oltre alla capacità di riscossione delle entrate nell’esercizio in cui sono accertate (competenza), può essere importante valutare la capacità di riscossione delle entrate negli esercizi successivi a quello in cui avviene l’accertamento (residui) e il tasso di riaccertamento dei residui1 (connesso, in Calabria, prevalentemente alla cancellazione a fine anno di crediti ritenuti oramai inesigibili). Negli enti territoriali calabresi la capacità di riscossione dei residui attivi, nella media del triennio considerato, è risultata di poco superiore alla metà di quanto osservato per le altre Regioni a Statuto ordinario (14,7 e 25,0 per cento, rispettivamente); il rapporto si riduce al crescere della dimensione demografica, con un valore particolarmente basso per i Comuni con oltre 60.000 abitanti. Il tasso di riaccertamento è invece più elevato in Calabria rispetto alle regioni di confronto, raggiungendo il valore più elevato tra i Comuni di minori dimensioni».
x
x