Quello che è sicuro è che sarà una “chiamata alle armi”, più delle altre volte. Un’altra cosa è sicura: tutte le decisioni passeranno da Roma, dalle segreterie nazionali dei partiti, come e forse più delle altre volte. In vista delle Politiche del 25 settembre anche in Calabria sono già “grandi manovre”, ma in linea generale ancora ci si muove sul terreno delle ipotesi. Il quadro politico dopo la fine del governo Draghi è in realtà una somma di incognite, e per alcuni partiti è un vero rebus. Sta messo meglio il centrodestra, che si è saldato con la caduta di Draghi (ma che comunque deve risolvere questioni interne di non poco conto come la leadership), mentre nel centrosinistra è parecchio caos con il Pd che sta accantonando l’idea dell’alleanza con un Movimento 5 Stelle a sua volta a rischio dissoluzione, e infine c’è tutto un “mondo di mezzo” – l’eterno centro – che ondeggia ancora senza meta e senza costrutto sperando nella discesa in campo di Draghi (che la esclude, peraltro). Tutte dinamiche che ovviamente si riflettono anche sui territori come la Calabria e che – spiegano molto analisti – rendono di fatto ancora prematura una “mappa” certa delle candidature: c’è poi da non trascurare il fatto che si sono anche ristretti gli spazi, visto il taglio secco dei parlamentari – la Calabria ne avrà 19, 11 in meno rispetto al 2018 – che ha ridisegnato completamente le circoscrizioni e i collegi elettorali. In più, a livello regionale, la compressione degli spazi per i papabili candidati potrebbe essere ancora più accentuata dalle “colonizzazioni” dei partiti, soprattutto di centrodestra (come insegna la storia), pronti a calare in loco big che rischiano di non trovare spazio al Centro o al Nord: per non parlare della possibilità che i leader nazionali – i più “indiziati” sono Silvio Berlusconi e Matteo Salvini – si mettano capolista nei collegi proporzionali di più regioni, così da restringere ancora di più gli spazi (bisogna infatti tenere conto anche dell’alternanza di genere nelle liste).
Insomma, tutto in realtà è demandato ai tavoli romani. A esempio, secondo quanto si è appreso Forza Italia avrà un primo step tra martedì e mercoledì con il coordinatore nazionale Antonio Tajani. Bocche cucite in Calabria, ma qualcosa si fa trapelare. Primo: tutto il partito azzurro calabrese seguirà la linea di Berlusconi, non si annunciano defezioni a sostegno dei fuoriusciti Maria Stella Gelmini, Renato Brunetta e Mara Carfagna, per quanto con i tre ministri i “buoni uffici” di big calabresi – compreso il governatore Roberto Occhiuto – ci sono sempre stati. Allo stato attuale in Calabria l’asse dominante in Forza Italia tra lo stesso Occhiuto, il coordinatore regionale e senatore di Fi Giuseppe Mangialavori e il parlamentare e responsabile Sud del partito Francesco Cannizzaro viene definito “a prova di bomba”. Quanto alle candidature, Mangiavalori e Cannizzaro sono dati per riconfermati, tra gli uscenti sono ritenute alte le quotazioni delle donne come Fulvia Caligiuri, Maria Tripodi e Silvia Vono mentre altre posizioni sarebbero più in bilico: come new entry, è molto accreditato l’ex sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, fratello del governatore. Fratelli d’Italia rilancerà la parlamentare uscente e coordinatrice regionale Wanda Ferro e lancerà (per la seconda volta dopo il 2018) l’assessore regionale al Turismo Fausto Orsomarso, l’input che potrebbe arrivare da Roma è quello poi di far scendere in campo anche i consiglieri regionali: inoltre Fratelli d’Italia aspetta di vedere come andrà il primo tavolo di coalizione in programma nella settimana entrante, perché potrebbe far valere il fatto di essere il primo partito nei sondaggi e rivendicare maggiore spazio nei collegi uninominali, anche in Calabria (al momento una distribuzione ipotetica è 3 a Forza Italia, 2 a FdI e Lega che però potrebbe perdere uno a vantaggio dei centristi come l’Udc). Quanto alla Lega, qui il campo è parecchio minato e teso, soprattutto dopo che il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, ritenuto “papabile” candidato, ha messo platealmente in discussione l’attuale guida regionale del Carroccio e questo prelude a forti lacerazioni in fase di varo delle candidature. L’uscente Domenico Furgiuele dovrebbe essere riproposto, tra le new entry sono parecchio gettonate l’assessore regionale al Welfare Tilde Minasi e la capogruppo alla Regione Simona Loizzo.
Il centrodestra comunque sembra viaggiare con il vento in poppa anche in Calabria (e avere già sulla carta i numeri per “sbancare” nei collegi). Diverso il clima nel centrosinistra. “Rovelli” in casa Pd, perché la rottura provabilissima dell’alleanza con il Movimento 5 Stelle e le difficoltà di interlocuzioni con un’area moderata troppo variegata costringono i democrat a ricostruire quasi da zero il perimetro delle eventuali alleanze, e non è escluso che nemmeno se ne facciano. Aumenterebbero comunque gli spazi, soprattutto nei collegi, e questo in Calabria potrebbe favorire la riconferma degli uscenti Antonio Viscomi ed Enza Bruno Bossio (quest’ultima sarebbe al terzo mandato, peraltro), al momento per nulla scontata: il Pd confida comunque in un buon risultato nei collegi proporzionali di Camera e Senato. In campo alle Politiche per il Pd ci saranno il segretario regionale Nicola Irto e il dirigente nazionale Carlo Guccione, molto quotato inoltre è il consigliere regionale Ernesto Alecci, e sulla base delle indicazioni del Nazareno molto spazio avranno le donne. In settimana a Roma il segretario Enrico Letta riunirà la direzione nazionale del partito: qui si capirà anche come andrà in Calabria. Con il Pd dovrebbe agganciarsi la sinistra di Articolo 1 del ministro Roberto Speranza, che potrebbe ricandidare l’uscente Nico Stumpo.
Quanto al Movimento 5 Stelle, il quadro è completamente ribaltato rispetto alle trionfali Politiche del 20189, e infatti quel boom sarà assolutamente irripetibile, considerando le tante defezioni registrate in questi anni e l’ultimo “strappo” determinato dalle scelte di Conte: della partita dovrebbero essere comunque vari uscenti come il contiano di ferro Massimo Misiti, Riccardo Tucci, Anna Laura Orrico, Elisa Scutellà, Alessandro Melicchio, Giusepp Auddino, Elisabetta Barbuto, con il limite del terzo mandato invece strada sbarrata per Paolo Parentela e Federica Dieni. Per i pentastellati, anche in Calabria, soprattutto i collegi uninominali stavolta potrebbero rivelarsi un bagno di sangue, soprattutto senza alleanza con il Pd.
Qualche “sirena” all’indirizzo di Luigi Di Maio peraltro sarebbe già suonata. L’ex leader pentastellato con la sua “Insieme per il Futuro” si è posizionato al centro laddove si muovono i vari Matteo Renzi con Italia Viva, Carlo Calenda con Azione, Italia al Centro di Giovanni Toti e Gaetano Quagliariello, gli ex forzisti e tante sigle più o meno credibili. Di Maio ha lanciato l’idea di un’area di “unità nazionale” contro i sovranisti di destra e Conte ma il dialogo tra queste galassie è complicato (così come l’interlocuzione con il Pd, che è interessato ma è consapevole che rischia di essere penalizzato dai “cespugli”), ed è un dialogo subordinato comunque alle intenzioni di Draghi. Comunque, i vari leader avrebbero già mobilitato i loro referenti sul territorio per un’eventuale candidatura al Parlamento: si fanno i nomi della sottosegretaria al Sud Dalila Nesci e del deputato lametino Pino d’Ippolito per “Ipf” di Di Maio, dell’uscente senatore Ernesto Magorno, dell’ex deputato dem Bruno Censore e del sindaco ff di Reggio Calabria, Paolo Brunetti, per Italia Viva, del sindaco ff della città Metropolitana di Reggio Calabria Carmelo Versace per Azione. Infine, ci sono incognite come quella dell’ex sindaco di Napoli e già candidato governatore in Calabria Luigi De Magistris, probabilmente preso in contropiede dall’accelerazione della fine della legislatura, e varie “schegge” che si muovono ai confini degli schieramenti in cerca di collocazione: soprattutto ex grillini come il presidente dell’Antimafia Nicola Morra, la senatrice no vax Bianca Laura Granato o il deputato Francesco Sapia. In definitiva, c’è davvero un quadro estremamente caotico che si schiarirà – dicono gli anglisti più esperti – solo a cavallo di Ferragosto. (a. c.)
x
x