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La riflessione

«Catanzaro: amara terra mia»

Catanzaro: l’attenzione per una buona amministrazione; per una buona politica e soprattutto per la trasparenza, rappresenta argomenti interessanti specie dopo che sono stati rinnovati Giunta e Con…

Pubblicato il: 25/07/2022 – 10:43
di Franco Scrima
«Catanzaro: amara terra mia»

Catanzaro: l’attenzione per una buona amministrazione; per una buona politica e soprattutto per la trasparenza, rappresenta argomenti interessanti specie dopo che sono stati rinnovati Giunta e Consiglio comunali. La solita insipienza probabilmente non consente alla macchina di marciare sicura nonostante le potenzialità di cui dispone. E’ sufficiente pensare al tempo trascorso dal 12 giugno scorso, quando siamo stati “convocati” alle urne, fino ad oggi e considerare che a Palazzo Santa Chiara si continua a navigare a vista aiutati anche dalle norme vigenti. Ecco, questa è la fotografia del potenziale politico che abbiamo eletto e che ci rappresenta e che, stando alla campagna elettorale, avrebbe dovuto mettersi al servizio della Città per renderla gradevole come si conviene ad un capoluogo di regione. Ma da questo punto di vista sembra prevalere il silenzio.
La strada intrapresa difficilmente lascia pensare che si possa raggiungere facilmente l’obiettivo. E non tanto per le solite interferenze, quanto per la caparbietà nel volere conquistare tutto e subito, anche l’impossibile. Il motivo è dato dal comportamento che, ancora una volta, prende le distanze dal corretto impegno politico e rimette in discussione la Città nel confronto con gli altri capoluogo e, perché no? anche con il Paese. Rimangono, pertanto, tutte quante le considerazioni sulla “buona politica” che evidentemente, a certe latitudini, non riescono a maturare nonostante la necessità di evidenziare una inversione di rotta per il governo locale perché sia consono alle necessità del capoluogo di regione. Circostanza questa, che va considerata anche criticamente perché fa parte del “progetto per Catanzaro”, ammesso che si abbia l’intenzione di rispolverarlo per attuarlo. Come si vede, sono i problemi di sempre. Da essi dipende il presente e anche il futuro di Catanzaro, tanto che sarebbe opportuno inserirlo tra le proposte urgenti per rilanciare il territorio e, insieme, la politica interna che guarda all’etica pubblica. Del resto la storia ci ricorda che il rapporto tra politica e gestione del territorio non può che essere interconnesso.
L’ironia ha fatto capolino quando dai banchi si è alzata timida la voce per chiedere un presidente dell’Assemblea che fosse una figura istituzionale di garanzia. Una proposta giustificata dalla necessità di salvaguardare l’utilità dei contraenti, senza tenere conto che la richiesta fosse a discapito del gruppo opposto. Già, è bene ricordare che l’elezione del Sindaco è stata appannaggio della sinistra, mentre la maggioranza del Consiglio è andata alla coalizione di centro-destra.
Detto ciò, c’è da dire che la Città ha bisogno urgente che anche la pubblica amministrazione sia “modernizzata” e che fissi i diritti con il resto del territorio regionale. Pensare di continuare a gestire Catanzaro con metodi superati, che risentono di una condotta precaria, che ha condizionato non solo lo sviluppo, ma anche il futuro, sarebbe come voler continuare a dimenticarsi della sua storia e delle sue tradizioni.
Ecco da dove nasce il punto su un auspicato patto tra Governo, Regione e Città capoluogo perché si possa raggiungere un’intesa che assicuri sviluppo e servizi per il territorio. Il che inciderebbe positivamente anche sul modo di usare gli strumenti necessari per una nuova proposta di democrazia tra cittadini e amministrazione locale.
L’alternativa è continuare a lasciare tutto com’è, anche rischiando che le lobby politiche continuino a sfruttare il territorio senza prospettive concrete per la Città, piuttosto che avere la capacità e il coraggio di ribellarsi per frenare l’emarginazione che Catanzaro subisce da anni. Nello stesso tempo, si chieda la restituzione delle prerogative sottratte alla Città. Sarà questo il motivo per ridare a Catanzaro il ruolo che la storia le ha assegnato.
Ma non è questo il solo mezzo per risolvere i problemi. Catanzaro reclama un progetto per migliorare le condizioni di vita dei cittadini, attraverso interventi strutturali che trasformino il territorio e rendano la Città vivibile, moderna e accogliente. Ma a quanto pare c’è chi, invece di pensare a tanto, si barcamena tra l’esercizio della prepotenza politica e il tentativo di accaparrarsi ruoli e spazi, probabilmente pensando ad un esercizio personale del potere. Impedirlo si può, a condizione che i cittadini dimostrino di porre una maggiore e diversa attenzione per la “cosa pubblica”. Sarebbe un valido messaggio alle istituzioni affinché si rendano conto chi sono i veri “padroni” della città.
*giornalista

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