ROMA Con la caduta di Draghi «credo che quello che si è compiuto sia stato un suicidio collettivo della politica italiana e credo che le nostre istituzioni, la nostra politica esca molto ammaccata». Lo ha detto il segretario del Pd, Enrico Letta, a Mezz’ora in più, su Rai tre. «Non ho dubbi che all’ambasciata russa si sia festeggiato a caviale e che Putin abbia avuto la più grande soddisfazione dopo la fine di Johnson a Londra». «Questa è un vicenda non solo italiana, ma europea, pesante», ha detto il segretario del Pd. La rottura dai 5 Stelle «in queste elezioni è irreversibile, lo abbiamo detto, lo avevo detto prima», ha detto Letta. «Avevo detto a Conte se prendete una decisione di questo tipo questa sarà la conseguenza e siamo lineari con questa scelta».
Confronto a distanza sulle prime pagine, in vista delle urne, tra i due leader del Partito democratico e del Movimento 5 stelle. «La scelta è chiara, o noi o Meloni, due Italie profondamente diverse», spiega Enrico Letta a Repubblica, e citando le ultime parole di Berlinguer dice che quella del Pd sarà “una campagna casa per casa, strada per strada”, «Per una lista aperta ed espansiva, le proposte contano più della coalizione, e nel solco del governo Draghi». «Il Pd è arrogante. I progressisti siamo noi», afferma alla Stampa Giuseppe Conte, secondo cui sulla fine del governo Draghi c’è una diffusa ipocrisia e «si prova a scaricare la colpa sul M5s, che ha solo chiesto di risolvere alcune criticità»: ed è «un’infamia» dire che ha tradito.
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