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Il ricordo

«Quel califfo bohemien poeta dei poveri»

Chiariamolo subito. Franco Califano non è mai stato un punto di riferimento etico. Una vita consumata nella cocaina, la pessima funzione di padre, il chiacchiericcio dei rapporti con la banda dell…

Pubblicato il: 25/07/2022 – 13:25
di Mario Campanella*
«Quel califfo bohemien poeta dei poveri»

Chiariamolo subito. Franco Califano non è mai stato un punto di riferimento etico. Una vita consumata nella cocaina, la pessima funzione di padre, il chiacchiericcio dei rapporti con la banda della Magliana.
Però, depurata dalle infiltrazioni etiche, la sua straordinaria visione di chansonnier è un faro universale che illumina la contemporaneità e il vissuto da borgataro eterno, sempre a metà tra la disperazione e l’abbrivio poetico che emanava.
Nichilista per vocazione, esistenzialista e anarchico, il califfo romano ha lasciato tracce di autentico lirismo.
Non la compressione nel suo successo più più famoso, Tutto il resto è noia, ma un’intera vita di capolavori da riscoprire.
Una perifrasi di cantautore che interpretava in pieno la simbiosi tra gioia e malinconie, fotografando profeticamente sensazioni diverse.
Minuetto che sintetizza l’amore fugace e abbandonico ma anche e soprattutto la canzone dedicata a un altro bohemien incallito Piero Ciampi.
Io nun piango è la traduzione di un dolore consensuale, attraversato dallo specchio in due vite consumate e quel finale memorabile (“Domani se non sbaglio è la tua festa la prima senza viole”) che celebrava il divorzio del collega tanto amato.
È stato un dissoluto Califano, polverizzando miliardi di lire, dissacrando anche la sua irresistibile bellezza.
Eppure, anche quando fini in galera per questione di droga, trovando la solidarietà di Craxi e scrivendo Impronte digitali, ha conservato la sua ossimorica coerenza.
Mai un piagnisteo o una recriminazione, sempre la dignità di assumersi la colpa per i demoni che ne lambirono l’esistenza
Per molti è stato il De André delle periferie, il cantastorie lessicale di una vita palesemente sartriana, consunta anche dalla pretesa di non essere mai gregario.
Sulla sua lapide l’incisione di una nemesi che ha contraddistinto la sua vita, Non escludo il ritorno. Sarebbe potuto essere un altro, l’ex rappresentante di elettrodomestici ma non sarebbe stato lui, il poeta del cinismo e dell’amore, che riposa placido nel pantheon della grandezza.
*giornalista

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