CATANZARO Le mail inopportune arrivate al Corriere della Calabria all’insaputa dei vertici della Lega. La prossima (e a scadenza ravvicinata) partita per le Politiche. E agitazioni interne mai realmente sopite rispetto a una leadership regionale non troppo amata. Lunedì alle 19 i vertici del Carroccio calabrese si sono ritrovati nella sede di Catanzaro del partito per fare il punto sulla fase politica. Che è sempre complicata e in Calabria lo è ancor di più.
Questioni preliminari: Giacomo Saccomanno, commissario regionale, è finito al centro delle critiche per la mail inviata al Corriere della Calabria nella quale il responsabile comunicazione del partito intimava alla direttore e all’editore della testata di pubblicare le note dello stesso commissario, pena l’esclusione dalla prossima campagna di pubblicità istituzionale. Il famoso «No Saccomanno, no party» che è rimbalzato fino a Roma nei giorni della crisi di governo. Un’uscita irrituale rispetto alle quali lo stesso Matteo Salvini ha preso le distanze, spiegando di non esserne a conoscenza.
Salvini ha preso tempo per raccogliere informazioni sull’accaduto. Non hanno aspettato per muovere critiche all’azione di Saccomanno, invece, il presidente del consiglio regionale Filippo Mancuso, l’assessore regionale alle Politiche sociali Tilde Minasi e Simona Loizzo, capogruppo del Carroccio a Palazzo Campanella. Hanno glissato sull’argomento, invece, i due consiglieri regionali Pietro Raso e Giuseppe Gelardi. Prove tecniche di equilibrismo per Domenico Furgiuele, parlamentare uscente: se l’è presa con Saccomanno per aver criticato il governatore Roberto Occhiuto (sull’impegno del governo riguardo all’Alta Velocità) e con Filippo Mancuso per avergli risposto a muso duro spiegando che (Saccomanno) parlava a titolo personale. Un atteggiamento, quello di Furgiuele, che si inserisce nelle schermaglie pre-elettorali. Presto, anzi prestissimo, sarà tempo di scelte: si comporrà il mosaico con il quale la Lega parteciperà alle Politiche. I posti sono pochi – quelli utili a intercettare un posto in Parlamento pochissimi –, la campagna si annuncia durissima: meglio non scontentare nessuno (ammesso che non si finisca per scontentare tutti, a seconda dei punti di vista).
Schermaglie e posizionamenti: a una candidatura ambiscono più o meno tutti. In prima fila c’è proprio Saccomanno, che si affida totalmente ai buoni uffici di Salvini in persona. L’ex governatore Nino Spirlì, al solito molto a tono con l’iconografia salviniana carica di riferimenti religiosi, si affida invece a un pellegrinaggio. Lo scrive sui social: per prima cosa andrà a Lourdes (non per cercare ispirazione politica: è un habituè del luogo sacro), «poi, se ne parla», ma ovviamente ci spera. E ci spera anche Simona Loizzo, che ambisce al doppio salto dopo la buona performance delle recenti regionali. Guarda con un occhio interessato, invece, Pietro Molinaro, che prenderebbe il posto di Loizzo in consiglio regionale in caso di successo della collega. Gli altri? Furgiuele e Minasi puntano a confermare le proprie candidature. Ma non conta soltanto esserci, bisogna farsi trovare nel posto giusto, sia geografico (quale collegio) che politico (uninominale o plurinominale). Troppe variabili per poco tempo, tant’è che qualcuno – Filippo Mancuso – resta per ora saggiamente fermo tra i tanti che si agitano. Sempre ammesso che non gli si chieda di scendere in campo. (redazione@corrierecal.it)
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