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Legambiente “rimette piede” a Crotone, Ciafani: «Qui necessaria la nostra azione» – VIDEO

Il presidente nazionale annuncia la ricostituzione del circolo. Voce: «La città sotto attacco, vogliono speculare sulle rinnovabili»

Pubblicato il: 26/07/2022 – 8:32
di Giuliano Carella
Legambiente “rimette piede” a Crotone, Ciafani: «Qui necessaria la nostra azione» – VIDEO

CROTONE Il punto di partenza per riportare un presidio di Legambiente a Crotone, ma anche l’occasione per discutere su quale transizione ecologica promuovere su uno dei siti più inquinati d’Italia. Questi gli obiettivi dell’incontro svoltosi nella serata di lunedì a Crotone, presso il Museo e giardini di Pitagora, che ha chiuso la tappa calabrese della campagna estiva di Legambiente. Assieme al presidente nazionale dell’associazione ambientalista, Stefano Ciafani, e alla sua omologa regionale, Anna Parretta, hanno discusso sul quesito “Quale transizione ecologica per la comunità?” anche il sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, il consigliere provinciale con specifiche deleghe, Raffaele Gareri, il presidente del Consorzio Jobel (che gestisce la struttura ospitante) Santo Vazzano e Francesco Perri dell’Arci provinciale.
Quando si parla di Crotone, la tematica ambientale è un’enunciazione che contiene in sé gli effetti dell’inquinamento industriale, dello sfruttamento energetico e della mancanza di politiche adeguate a correggere il tiro dopo decenni di dibatti e tentativi. Ecco perché, i vertici di Legambiente hanno sentito la necessità di ricostituire proprio qui in riva allo Ionio un nuovo presidio di attivisti dopo l’abbandono dello storico “Circolo Ibis” nel gennaio 2018.

Un’assenza che andava avanti dal 2018

«È l’occasione per il presidente di Legambiente – aveva scritto il circolo alla viglia dell’incontro – di spiegare a tutta la città la sua intransigente posizione, assunta nel 2017, sulla bonifica dell’area industriale anche contro il ricorso al Tar presentato da ben 601 tra associazioni e cittadini. La presa di posizione di Ciafani fu così autoritaria – ricorda il circolo Ibis – e preconcetta da sposare la tesi di Francesco Falcone, all’epoca presidente di Legambiente Calabria, che anche il Circolo Ibis di Crotone, allora associato a Legambiente, avesse sottoscritto il ricorso al Tar, per cui iniziò da subito la sharia e l’isolamento dello storico circolo locale. Ciafani non ha appurato che il Circolo Ibis di Crotone – conclude quindi il Circolo – non solo non ha mai firmato il ricorso al Tar ma ha sempre tenuto sulla vicenda una sua autonoma posizione, pubblica fin dal 1993, posizione che invece è stata condivisa dal mondo scientifico per la bonifica di Marghera».

Ciafani: puntare su eolico e fotovoltaico

Ciafani non ha però fatto cenno alle polemiche. Anzi è andato dritto sui contenuti. «Un anno fa avevamo fatta tappa qui a Crotone con Goletta verde – ha ricordato il presidente di Legambiente –, nell’ambito della campagna “Liberi dai veleni”, proprio per parlare di problemi cronici di questa città, a partire dal ciclo dei rifiuti che non funziona, alla depurazione che è il nostro focus principale, ma anche per affrontare la telenovela dell’ex sito industriale essendo questo uno dei Siti di interesse nazionale che sconta tutti i ritardi e l’incapacità di questo Paese nel ricucire le ferite del passato. Dopo un anno – ha proseguito Ciafani – ci troviamo davanti a nuove emergenze, dettate dal caro bollette per le speculazioni sul gas e dal dramma della guerra Ucraina». «Questo è l’anno in cui dobbiamo costruire percorsi concreti – ha auspicato il presidente di Legambiente – che portino all’abbandono della produzione di energia da combustibili fossili. Crotone è un territorio che tra chimica ed estrazione di idrocarburi ha conosciuto i guai nel passato e che però fa fatica a promuovere l’innovazione e ad archiviare questo tipo di impianti. Basti pensare a tutte le polemiche sugli impianti eolici in mare off-shore». «Legambiente è presente in mille comuni italiani – ha quindi proseguito Ciafani – e cerchiamo di essere presenti dove c’è bisogno da un punto di vista ambientale, sociale e della legalità. A Crotone bisogna sanare le ferite del passato e gettare il seme dell’innovazione. Dobbiamo decarbonizzare il sistema della produzione elettrica entro i prossimi 15 anni e lo si può fare su eolico e fotovoltaico».
«Sole e vento – ha sottolineato Ciafani – sono risorse naturali presenti soprattutto al Sud, ma la Calabria è una regione che produce meno elettricità da fonti rinnovabili rispetto al resto d’Italia: è solo il 22% mentre la media nazionale è del 38%. Gli impianti eolici off-shore non hanno impatto ambientale, vengono collocati distanti dalla costa perché lì le correnti sono più stabili per la produzione energetica. Bisogna coinvolgere le comunità locali – ha concluso Ciafani – per fugare tutte le preoccupazioni, ma anche prenderle in esame quando sono fondate. La risposta è dunque la partecipazione territoriale».  

Parretta: per depurazione e scarichi si è fatto poco

Bacchettate sulla gestione della depurazione in Calabria sono arrivate dalla presidente regionale, Anna Parretta, che ha stigmatizzato la presenza di valori sopra la media nei pressi di Isola Capo Rizzuto. «Si deve passare dalle parole ai fatti – ha esortato Parretta –. Questa mattina, ad esempio, abbiamo effettuato il monitoraggio sulla qualità dell’acqua nell’ambito della campagna di Goletta verde e abbiamo trovato, su 21 punti analizzati, 11 inquinati di cui 10 fortemente alterati e uno con valori inferiori. Tra questi – ha reso noto Parretta – c’è la zona limitrofa la fortezza aragonese di Le Castella che troviamo puntualmente in queste condizioni dal 2010 senza che vengano presi dei provvedimenti con tutto ciò che ne deriva su salute, ambiente e turismo. È essenziale che le amministrazioni facciano il loro dovere. Nonostante qualche iniziativa – ha concluso Parretta – è stata mossa c’è ancora tanto da fare sui depuratori, sul controllo degli scarichi e sulle altre criticità connesse a queste problematiche».

Voce: Crotone è sotto attacco, creiamo un argine

Testimonianza, in questo senso, è arrivata dal sindaco Voce. «Ci sono almeno 7 quartieri periferici di Crotone – ha reso noto il primo cittadino – che non sono collettati al sistema fognario e, quando piove, ne patiamo le conseguenze. Purtroppo il Pnrr non ha aiutato gli amministratori a produrre soluzioni ecosostenibili. Occorrono al meno 10 milioni di euro per compiere questi lavori che, nemmeno ipoteticamente, un comune come il nostro può accantonare in bilancio». Il sindaco ha poi snocciolato i problemi legati al ciclo dei rifiuti. «Abbiamo portato la raccolta differenziata al 25% – ha reso noto Voce –, ma possiamo fare poco con l’aumento dei prezzi e il dilatamento temporale con cui vengono forniti i mezzi. Una gara da 2 milioni di euro derivante da un bando regionale per la differenziata è andata deserta perché la consegna dei mezzi richiesti poteva avvenire dopo i due anni. Il governo ha l’obbligo di intervenire». Anche in merito alla bonifica dell’ex sito industriale di Crotone, il sindaco ha rivelato che «cambiano nome continuamente, la chiamano messa in sicurezza permanente, ma quei materiali resteranno dove sono». Quindi in chiusura, voce ha chiesto un’alleanza alle associazioni ambientaliste: «Crotone è sotto attacco, accerchiata da gente spregiudicata che vuole speculare sulle fonti rinnovabili: dobbiamo creare un argine». (redazione@corrierecal.it)

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