ROMA Al termine del vertice del centrodestra, il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi si mostra soddisfatto dell’esito della riunione. La coalizione «esce unita, non sui posti ma sulle idee, sul programma, sui progetti per l’Italia e anche sui criteri per indicare il candidato premier». Il leader azzurro coglie l’occasione di un’intervista a Qn per chiarire che non ci sono veti sulla Meloni premier: «Giorgia Meloni, come Matteo Salvini, come tanti esponenti di Forza Italia e degli altri partiti della coalizione, ha tutte le carte in regola e l’autorevolezza per guidare un governo di alto profilo, credibile nel mondo, saldamente legato all’Europa e all’Occidente». «Le tre grandi forze politiche del centrodestra sono tutte necessarie numericamente per vincere e politicamente per governare – sottolinea Berlusconi -. Quindi non ha senso valutarle sulla base di sondaggi. Esiste la parte proporzionale perché siano gli elettori a misurare il peso dei singoli partiti». Parlando delle fuoriuscite da FI poi, si dice «amareggiato, sia per la scelta che per il metodo che hanno voluto seguire». Con riferimento a Brunetta, Gelmini e Carfagna, «ho continuato ad illudermi fino all’ultimo che prevalessero le ragioni della coerenza ed anche della convenienza. Hanno rinnegato non me, ma i loro elettori, la loro storia, la loro vita», afferma Berlusconi, e aggiunge: «L’idea di un centro disancorato dal centro-destra porta ovviamente a creare un finto centro, alleato alla sinistra. Il contrario di quello che accade in Europa, di quello che chiede il Ppe. L’idea di una coalizione che vada da Calenda e dalla Bonino all’estrema sinistra di Speranza certamente mi preoccupa ma al tempo stesso mi fa sorridere». Secondo Berlusconi «il futuro governo di centro-destra avrebbe bisogno di un’opposizione seria e qualificata, non di un confuso agglomerato di sigle e di leader senza seguito. Il fatto che Enrico Letta sia pronto a seguire questa strada non mi stupisce ma mi preoccupa. Quello che mi lascia esterrefatto è che persone con la nostra storia e i nostri valori pensino di poter stare in quel progetto, in quel Campo Largo sempre più simile ad un Campo Santo».
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